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Palazzi & potere
Csm due pesi e due misure: desecretati atti Consip ma non quelli su Etruria

Se e' stata desecretata Consip, allora e' opportuno desecretare tutte le pratiche politicamente sensibili, compresa quella sul pm Roberto Rossi di Arezzo per l'indagine su Banca Etruria, altrimenti vuol dire che le pratiche vengono desecretate a seconda del gradimento del governo di turno.

Lo ha chiesto stamani al plenum del Csm Pierantonio Zanettin, consigliere laico del centrodestra, intervenendo dopo la polemica scoppiata a Palazzo dei Marescialli in seguito alla pubblicazione del verbale del Procuratore di Modena Lucia Musti dopo la decisione della Prima Commissione di desecretare la pratica Consip. "Non intendo contestare la decisione della Commissione, - ha detto Zanettin nel suo intervento all'apertura del plenum - perche' credo che in vicende, molto delicate sotto il profilo politico, l'opinione pubblica abbia diritto alla trasparenza, anche se ad essere coinvolti risultano dei magistrati. Intendo porre invece un problema di equilibrio istituzionale di questo Consiglio. Nel corso dell'esame della pratica di Prima commissione, che si riferiva ad dott. Rossi, procuratore di Arezzo, tenuta segretissima, sono stato esposto a critiche, piu' o meno velate, per le mie esternazioni con la stampa" "Ora apprendo che una pratica cosi' delicata come quella Consip, che e' ancora all'esame della Commissione, e' stata desecretata, all'unanimita', e senza particolari motivazioni. Ripeto non contesto il merito della decisione, ma chiedo che la desecretazione delle pratiche aventi contenuto politicamente sensibile costituisca a questo punto la regola e non l'eccezione. Viceversa saremmo tutti autorizzati a concludere che il diverso grado di segretezza di una pratica dipende dal fatto che i suoi contenuti siano piu' o meno graditi al governo di turno e questo non farebbe certamente onore all'organo di autogoverno di una magistratura autonoma, indipendente ed imparziale", ha concluso Zanettin che ha aperto gli interventi polemici destati dalla pubblicazione del verbale Musti.

"Cerchiamo di non fornire ausilio a chi vuole ostacolare l'attivita' della magistratura. Non si parla piu' dell'inchiesta Consip che e' tuttora in corso e che si occupa del saccheggio di beni dei cittadini": e' questo uno degli effetti della pubblicazione del verbale Musti dopo la desecretazione del faldone su Consip deciso dalla Prima Commissione del Csm. Lo ha sostenuto il consigliere Piergiorgio Morosini nel suo intervento al plenum di Palazzo dei Marescialli - dove oggi si sono succeduti interventi 'fuori programma' sulla pubblicazione del verbale Musti e la pratica Consip - sottolineando che la scelta della desecretazione impone una riflessione "sulla direzione nella quale stiamo andando" che "favorisce testate che vengono avvantaggiate dalla conoscenza degli atti" e questo fatto ha un "carattere destabilizzante" perche' espone a "campagne di stampa magistrati sui territori in inchieste importanti". Secondo Morosini, il Csm rischia di farsi "divorare" se compie scelte non improntate alla "riservatezza" e a non esporre i magistrati.

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