Di Maio si fa Fico e insieme isolano la Raggi sul processo
Neanche un sms. «Luigi», dicono nell' entourage di Di Maio, ieri è stato impegnato anima e corpo nella manifestazione contro il Rosatellum davanti Montecitorio. «Virginia», ribattono nello staff di Raggi, è «concentrata su ben altri temi», d' altronde c'è la Capitale d'Italia da governare tra mille difficoltà. Tra il Campidoglio a trazione grillina e il capo politico del Movimento Cinquestelle, di fatto, le comunicazioni sono interrotte. E non da martedì notte, scrive il Messaggero, quando il candidato premier pentastellato è andato in tv su La7 a dire che il Movimento «non è garantista» e che, di conseguenza, «se Virginia Raggi sarà condannata, interviene il nostro codice etico».
Cioè le dimissioni, considerando che le rigide regole grilline giudicano «grave e incompatibile con il mantenimento di una carica la condanna, anche solo in primo grado, per qualsiasi reato commesso con dolo». Non ci saranno deroghe o cambiamenti, come avvenuto per i politici indagati.
Anche questo elemento racconta la riscossa degli ortodossi.