E’ l’Italia dei rottamatori, bellezza! L' editore caccia Belpietro...
E’ l’Italia dei rottamatori, bellezza! L' editore caccia Belpietro, direttore ostile alle riforme, dopo che Lotti ha sbloccato i fondi e rateizzato il debito
Antonio Angelucci, deputato assenteista di Forza Italia e patron di Libero, s' è appena iscritto al partito dei riformisti renziani. Quelli che s' adoperano per il sì al referendum costituzionale di ottobre. Ha defenestrato Maurizio Belpietro, che per il commiato ha firmato un manifesto contro la scomparsa del bicameralismo e la deriva autoritaria di Matteo Renzi. Ora il quotidiano Libero è schierato per il sì.
Dopo ricorsi, appelli e fragili mediazioni, lo scorso settembre, assistito dall' Avvocatura dello Stato, Luca Lotti ha concesso una rateizzazione decennale al gruppo di Angelucci: 1,5 milioni di euro con gli interessi ammassati sull' ultimo pagamento, previsto nel 2025. Così l' impresa editoriale di Angelucci, che controlla pure il Tempo di Roma, ha scongiurato il fallimento.
Poiché Libero riceve ancora il sussidio statale ripristinato con l' avvento dell' esecutivo renziano (3,5 milioni di euro liquidati a dicembre), la Tosinvest ha attutito, senza conseguenze venefiche, il debito con lo Stato. Non è finita. Perché l' ultima buona notizia è di qualche giorno fa, riguarda i contribuiti relativi agli anni 2011 e 2012, circa 8 milioni di euro che Angelucci rivendica.
Il Consiglio di Stato, scrive il fatto, ha risolto la questione con una sentenza, ancora da notificare, che non dispiace né al governo né all' ex portantino: il 2011 non verrà saldato, ma per il 2012 a Libero spettano 4 milioni di euro.
Quest' elenco di fatti e cifre spiega perché per l' ex portantino sia prezioso il rapporto con il giovane e scafato Lotti.