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Palazzi & potere
E SE DE MITA SCEGLIESSE PISAPIA? AH SAPERLO...


L'appuntamento è per il 9 giugno a Napoli, con inviti firmati Ciriaco De Mita. Il parterre si annuncia tutto democristiano, perché il sindaco di Nusco, leader prestigioso negli anni '80 del partito che aveva in Piazza del Gesù la sua sede storica, oggi ritiene che l'orgoglio dell'appartenenza a una grande esperienza politica della nazione non debba essere nascosto, né barattato in nome delle convenienze momentanee.

Chi ha avuto modo di parlare in questi giorni con De Mita può riferire della sua determinazione a marcare le distanze dal progetto coltivato al Nazareno. Il giudizio sul segretario dem affonda ormai le radici nella più completa diffidenza, causa l'arroganza e la superficialità politica che gli viene spregiativamente attribuita dall'anziano ma sempre lucido De Mita. Non ci sono margini di recupero. La cultura democristiana, riassunta in maniera eminente nel tratto moroteo del confronto e della mediazione, si configura come logica e inevitabile alternativa al renzismo.

Fin qui la critica. Ma dove vuole andare De Mita? Scartata l'ipotesi di un accordo con il Partito democratico, non rimarrebbe che la strada dell'alleanza a destra. Neanche per idea! De Mita, convinto che la tradizione del "centro che guarda a sinistra" (De Gasperi) sia ancora vitale, esclude categoricamente l'alleanza con Berlusconi. In queste condizioni, con il previsto sbarramento (5 per cento) della legge elettorale, è pure difficile immaginare una qualche chance di successo per eventuale lista di tipo cattolico democratico.

Qualche osservatore potrebbe arguire che lo sbocco di questa iniziativa è destinata a tradursi in una volontà di mera testimonianza, senza dunque la pretesa di entrare a vele spiegate, almeno nell'immediato, nel mare della competizione elettorale. Tuttavia, l'idea di una politica ridotta a testimonianza stride con la sensibilità demitiana. C'è un'altra indicazione, per altro resa tangibile in Irpinia nelle amministrative dello scorso anno, quando De Mita si è fatto promotore con successo di liste civiche sostenute da ex comunisti ed ex democristiani, isolando e battendo in questo modo il Partito democratico.

A Napoli, dunque, potrebbe andare in onda un sorprendente è inaspettato dialogo, sia pure a distanza, con Giuliano Pisapia. D'altronde, non è vero forse che dalle parti dell'ex sindaco di Milano, preoccupato dell'abbraccio mortale di Bersani, si continua ad insistere sulla necessità di andare oltre la sinistra tradizionale, puntando a coinvolgere gruppi e realtà di formazione cattolica? Certo, De Mita dovrebbe mandar giù il boccone amaro rappresentato dal discorso sul ritorno all'Ulivo, visto che di quella stagione il più autorevole interprete fu proprio l'ex demitiano Prodi, divenuto nel tempo spigolosamente antidemitiano. In ogni caso, la perfezione non attiene alla politica. Chissà, alla fine potrebbe anche riuscire l'operazione di far quadrare il cerchio.

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