ELEZIONI 2018, CALCIO: FIGC E LA SINDROME DEL PALIO DI SIENA
Elezioni 2018, calcio: non c'è pace in Figc
C’è una bellissima “metafora” sportiva che pochi conoscono. Si chiama la “sindrome del Palio di Siena“. La spiego nel concreto: i diversi fantini sono più orientati a far perdere l’avversario dell’altra contrada che a restare concentrati sulla propria condotta di gara. Alcuni si presentano alla corda con l’unico fine di annullare l’avversario, perdendo quindi l’opportunità di vincere, perché è strategico solo fermare la contrada “nemica” di turno. Questa, in sintesi, è la cosiddetta sindrome del Palio di Siena ed è quello che avvenuto ieri a Fiumicino.
Ieri, scrive sporteconomy.it, nel corso dell’assemblea elettiva della FIGC, ho visto il “bianco“, anzi le schede bianche, così come ho visto il “nero“, per non dire la profondità dell’oscurità. Ho toccato e compreso il senso del nulla, più che il buon senso, virtù ormai scomparsa nel nostro Paese. Sono stato testimone di una delle pagine più brutte del calcio, come giornalista e direttore di questa agenzia. Non bisognava arrivare a tre candidature e, invece, in tre si sono seduti sul palco dell’assemblea della Federcalcio. Non bisognava arrivare al terzo scrutinio e, invece, siamo arrivati al ballottaggio, che poi ballottaggio non è stato, nell’accezione classica del termine. Ad un certo punto, infatti, Cosimo Sibilia, insieme a Damiano Tommasi (già eliminato al terzo scrutinio), ha ritenuto fosse più giusto far votare scheda bianca ai proprio delegati. Non per portare avanti un’idea di governo della macchina federale, ma far perdere, a prescindere, chi avrebbe potuto vincere: ovvero Gabriele Gravina, fermatosi ieri poco oltre il 39%. Ma, alla fine, a perdere è stato tutto il movimento, che, oggi, subisce l’umiliazione (dopo quella in campo per mano della Svezia) del commissariamento (verrà deciso in giunta CONI giovedì prossimo).
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