Elezioni 2018, le grandi banche tifano per il pari alle urne
Elezioni politiche 2018, JP Morgan e Ubs auspicano larghe intese che garantirebbero stabilità
Elezioni, JP Morgan: i poteri finanziari non vogliono rogne create dall'instabilità politica o, peggio ancora, generate da derive populiste, scrive il Giornale. Qualche prurito, peraltro, si comincia già ad avvertire sui mercati, con lo spread Btp-Bund salito ieri a 157 punti base contro i 141 della forbice tra il decennale tedesco e l'omologo titolo portoghese. In pratica, già ora, Roma è percepita come più rischiosa rispetto a Lisbona.
Niente comunque a confronto di cosa potrebbe accadere se dalle urne uscissero vincitori i partiti non tradizionali, a cominciare dai Cinque Stelle. È uno scenario che secondo JP Morgan ha zero probabilità di avverarsi, ma che potrebbe far schizzare il differenziale di rendimento fino a quota 300.
La banca d'affari Usa dà invece un 60% di possibilità alla formazione di un governo di larghe intese (con lo spread a galleggiare nella comfort zone dei 130 punti), mentre l'affermazione del centrodestra non va oltre il 10%.
Peggio ancora il centrosinistra che raccoglie lo 0% di possibilità di uscire dalle urne vincitore. Anche Ubs, in un report diffuso ieri, vede come probabile la formazione di una grosse koalition centrista, preferibile a un governo tecnico e, ovviamente, a un ritorno al voto che finirebbe per impattare sugli asset italiani.