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Palazzi & potere
Elezioni 2018, Renzi addio:Dario Franceschini è la carta segreta di Mattarella
Foto LaPresse

Sul quadrilatero istituzionale, Quirinale, Palazzo Chigi, Ministero dell'Economia e Banca d'Italia, aleggia lo spettro del malaugurio di Juncker. Il piano inclinato dell'ingovernabilità farebbe scivolare il Paese verso il definitivo default del debito pubblico, scrive Italia Oggi. La linea del Piave prevede tre piani:

1) Gentiloni-bis con maggioranze girevoli e appoggi esterni dei partiti e con ricambio di ministri e sottosegretari al posto di Boschi, Lorenzin, Poletti, Galletti, Lotti, Fedeli, Madia, De Vincenti.

2) Governo di scopo per la tenuta dei conti pubblici, l'approvazione della legge di bilancio e un radicale restyling della legge elettorale.

3) Esecutivo di salvezza nazionale presieduto da una figura super partes accreditato in Europa. Un gabinetto di garanzia con prevalentemente tecnici e l'inclusione di politici. Questi ultimi scelti autonomamente dal Premier designato da una rosa di nomi formulata dai partiti.

Tre piani che evidenziano l'intenzione di scongiurare nuove elezioni a breve e che saranno messi alla prova il 23 marzo dall'elezione dei Presidenti di Camera e Senato. Scelte che si preannunciano trasversali e che offriranno l'esatta misura delle ferite latenti e delle macerie evidenti del voto del 4 marzo. Ferite e macerie sparse in diversa misura su tutte le liste, non solo per la differenza fra voti e sondaggi, ma anche per le sorprese dei sorpassi interni alle coalizioni e le trombature inattese.

Il punto centrale, continua Italia Oggi, resta la scelta del Premier incaricato e a questo punto l'incipit potrebbe essere rappresentato dalla più ampia convergenza della maggioranza che ha eletto i Presidenti della Camera o del Senato. La cautela e la mancanza di ogni riferimento polemico con gli altri partiti con cui ha affrontato la campagna elettorale lasciano intravedere fra le candidature più accreditate quella di Dario Franceschini, da sempre mediatore fra renziani e opposizione interna e fra Berlusconi e gli ex sinistra Dc.

Un asso coperto che potrebbe consentire di traghettare oltre le sabbie mobili del dopo voto un Governo con una già collaudata maggioranza parlamentare e avviare trattative a tutto campo fra gli schieramenti per un esecutivo di legislatura. In tal modo sarebbe poi agevole guidare anche la ricostruzione del centrosinistra.

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