Elezioni 2018: Resa dei conti dopo il 4 marzo. Il piano Berlusconi anti Lega
Elezioni 2018: Silvio pronto a scaricare gli alleati in caso di sconfitta
Nel caso di mancata vittoria, insomma, tanto Silvio quanto Matteo avrebbero parecchio da rinfacciarsi. Ciascuno si sentirebbe libero di restare insieme, o forse no. Entrerebbero in gioco mille variabili che nemmeno un computer quantistico potrebbe calcolare, scrive la Stampa. Di sicuro, Berlusconi non sarebbe oggi così nel vivo, a rischio delle coronarie, se non avesse in testa un traguardo, come sua abitudine, grandioso. Forse un incarico mondiale, grazie all' amicizia con Putin. O magari presidente della Repubblica quando Mattarella scadrà, nel 2022. Se questo è veramente il sogno, dopo le urne Silvio vorrà restare centrale, determinante, indispensabile, riverito come un totem a destra e a sinistra. Escluso che voglia legarsi mani e piedi a Salvini, restandone schiavo. Qualche precauzione Forza Italia sembra averla presa. Basta dare un' occhiata alle liste «azzurre»: nomi illustri non ce ne sono, colpisce il grigiore. Ma chi ha seguito passo passo la gestazione, pilotata da Antonio Tajani e dall' avvocato Niccolò Ghedini, prevede che verranno eletti gruppi parlamentari perfettamente in linea col Capo, gente disposta a seguirlo in capo al mondo, di certo non subalterna a Salvini o a un ipotetico «partito del Nord».