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Palazzi & potere
Elezioni a stelle strisce: improvvisi ritiri

Passiamo al mai chiarito caso Kennedy e ai due freschissimi gialli Cruz e Rubio, i due candidati repubblica spariti in un baleno dalla scena anti Trump. Partiamo dalla primavera di fuoco: dopo il flop contro Trump ad aprile, Rafael Cruz si ritira. Ma getta la spugna, secondo non pochi analisti, perchè qualche giorno prima Trump aveva puntato i riflettori sul padre, Ted Cruz, cubano, grande amico di George Bush, accusandolo di essere in qualche modo uno dei burattinai di Lee Oswald, l’assassino di Dallas. Ed esibisce una foto del ’63 che li ritrae insieme. Un quotidiano, il National Enquirer, fa analizzare la foto a tre superesperti in “facial recognition”: due danno parere positivo, uno non si esprime. Ted non smentisce, parla solo di un Trump “patologico” in vena di “conspiracy theory”, il figlio-candidato riesce solo a dire “non era lì in quel momento”, poi si ritira dalla scena. “Basta esaminare la storia di Rafael Cruz per districarsi nel giallo – sottolinea un analista – era uno dei giovani rivoluzionari castristi e poi è venuto negli Usa dove è stato preso sotto la protezione dei Bush. E parla da solo il memorandum scritto dall’Fbi dopo l’assassinio di Kennedy, basta saper leggere…”.

Da sinistra Marco Rubio e Rafael Cruz

Copione non tanto diverso per Marco RUBIO scrive la voce delle voci, il senatore della Florida altrettanto rapidamente “sparito” dal palcoscenico presidenziale. Appena dopo le rivelazioni sui suoi burrascosi trascorsi a luci rosse, la sua “estroversa omosessualità”, i suoi sex parties di gruppo “alla schiuma” (i cosiddetti “foam sex parties”), raccontati dall’avvocato, investigatore e blogger Gary Welsh, che lavora a contatto di gomito con un altro tra i migliori cronisti d’assalto, Wayne Madsen, ex agente della Nsa e oggi seguitissimo blogger. Proprio come Welsh, attivista nell’Indiana, una vita per la trasparenza in politica e soprattutto in occasione delle sempre “opache” elezioni a stelle e strisce (non solo sul versante dei finanziamenti, ma su tutto il maxi apparato e il mainstream che si muove intorno). E così il beniamino del Tea Party, Marco Rubio, uno dei prediletti dall’establishment repubblicano, si autoesclude dalla corsa, è out.

Non fa in tempo a godersi il suo “scoop”, Welsh, che pensa bene di farsi fuori: non dalle elezioni, ma da questa vita. Venti giorni fa, il 2 maggio, viene trovato “suicida” in una stanza di Indianapolis. Non solo Rubio tra le sue ultime performance; ma anche il caso Cruz, l’assassinio Kennedy e l’attentato alle Torri Gemelle, compresa una “pericolosa” inchiesta sul vero ruolo di Mohamed Atta, il capo commando dell’11 settembre che – come ha documentato Ferdinando Imposimato in un rapporto per la Corte dell’Aja – era in “ottimi rapporti” con i vertici Cia. Quanto basta.

George Bush senior

Ecco cosa ha scritto in una mail al suo editore l’aspirante suicida Welsh, lo scorso 11 aprile: “Grossa bagarre sui legami di Cruz con Oswald a New Orleans. Ho sempre pensato a quei legami del vecchio Cruz con la Cia, come del resto quelli della madre Eleanor, almeno fino alla sua laurea all’Università del Texas e poi al suo primo lavoro in un’industria petrolifera come programmatore informatico ”. Quelle industrie petrolifere così care alla famiglia Bush, impegnata fino al collo nel business dell’oro nero (e non solo, of course).

“Suicida” Welsh, come non pochi giornalisti ficcanaso che costellano le cronache giudiziarie a stelle e strisce: Philip Marshall, Michaele Hastings, Deborah Jeane Palfrey (“The DC Madam”), Gary Webb. “Le storie dei due Gary – viene sottolineato – sono molto simili: il due volte Pulitzer Gary Webb aveva scritto il celebre “The Dark Alliance” scoprendo i colossali traffici di cocaina e i proventi usati per finanziare la guerra ‘sucia’ in Nicaragua, e tutto orchestrato dalla Cia. Un vero botto. E poi anche lui ha ficcato troppo il naso nell’attentato delle Torri Gemelle, indagando sul ruolo svolto dalla Cia. Con ogni probabilità troppo. Ma era molto depresso, la moglie lo aveva lasciato….”. Da qui l’anomalo suicidio: due colpi in testa. Evidentemente, da cadavere, per essere sicuro della propria fine, ha pensato bene di spararsi un altro colpo. Caso archiviato: suicidio.

Hanno dato notizia, i grandi media di casa nostra, di queste “strane” e gialle vicende Usa? E hanno fatto mai cenno ai forti interessi “umanitari” di casa Clinton per il destino delle sfortunate popolazioni haitiane, colpite da una tremenda catastrofe nel 2010? A quanto pare no.

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elezioni a stelle strisce





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