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Palazzi & potere
Elezioni Politiche 2018, sondaggi: Pd intorno al 20%, allarme rosso per Renzi

La soglia, non solo psicologica, del 20% potrebbe essere dietro l'angolo; è questo il grande rischio per il PD di Matteo Renzi, scrive La Verità.

I sondaggi degli ultimi mesi non sono certo positivi per la coalizione di centro-sinistra e il PD registra, se pur a volte con minimi recuperi, un continuo trend negativo.

Anche il ritiro di Alfano e di Pisapia ha influito negativamente sulle percentuali elettorali della coalizione; stando ai sondaggisti, infatti, il passo indietro dei due si sarebbe tramutato in una flessione di almeno il 2% che potrebbe costare cara in termini di seggi uninominali e spianare la strada alla vittoria del centrodestra.

'Off the record" nel Pd danno il partito tra il 22 e il 23%, al 24% coalizione compresa: praticamente un bonsai. Non va meglio a livello di seggi: quelli veramente sicuri sarebbero non più di dieci al Senato e una ventina alla Camera con il partito di Matteo Renzi che non toccherebbe palla nel Nord e in molte zone del Sud. Insomma, il terrore dei parlamentari Pd che serpeggia in queste ore in Transatlantico è che il partito non superi quota 150: ovvero 100 deputati e una cinquantina di senatori.

Matteo Renzi, continua La Verità, in questi giorni sta tentando di ricucire con i padri nobili del Pd, Prodi e Veltroni in primis ma senza il successo sperato; anche l'idea di puntare sull'antifascismo e sulle fake news rischia di rivelarsi un boomerang. "La percezione dell'opinione pubblica è quella dell'uso strumentale dei due items e di una fuga dalla realtà per nascondere i fallimenti passati ed evitare di risolvere ancora una volta i difficili, e molto concreti, problemi del paese: immigrazione, sicurezza, disoccupazione, precarietà, solo per dirne alcuni", spiegano fonti dem.

Con alleati ed ex alleati che abbandonano la nave il segretario dem starebbe già lavorando ad accordi alternativi, una sorta di piano B che vedrebbe il PD allearsi con una o più liste di sinistra, una lista di centro e i radicali di Emma Bonino. Insomma, l'idea sarebbe quella di salvare il salvabile prima delle elezioni politiche di marzo e per farlo i renziani sarebbero disposti a tutto, anche a ricucire con i fuoriusciti dell'ultimo periodo.

Lo 'spettro' che si aggira tra le stanze del Nazareno, però, è quello di un PD al 20%, in quel caso non ci sarebbero più scusanti di sorta e sarebbe la fine dell'epoca renziana: "Nell'inner circle renziano ormai sperano di raggiungere il 25% come se fosse un grande traguardo. Ma se  non si arrivasse nemmeno a quello allora la stessa poltrona di Matteo Renzi sarebbe a rischio" raccontano senza mezzi termini dal Nazareno. A meno che Matteo, con quel 20% in tasca non voglia tentare la 'macronata' e far nascere ufficialmente il PDR, il Partito di Renzi.

Intanto, è confermata l'assemblea nazionale di DEMS, l'associazione che fa capo ad Andrea Orlando, proprio nel giorno in cui Renzi avrebbe dovuto chiamare a raccolta il suo partito a Reggio Emilia (evento poi annullato dal Pd).

Nel comitato Orlando, scrive La Verità, si stava addirittura valutando la possibilità di posticipare l'assemblea nel pomeriggio, in modo da assicurarsi una copertura totale dello spazio mediatico, ma soprattutto, in caso di dissenso con le parole del segretario dem, per assicurarsi la possibilità di controbattere e affermare una possibile linea politica di dissenso. Di sicuro, all'assemblea nazionale DEMS saranno presenti Nicola Zingaretti e Cesare Damiano.

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