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Palazzi & potere
Esclusiva per Affaritaliani: intervista a Gianfranco Librandi

Una intervista di fine agosto dovrebbe essere solitamente una riflessione sulla ripresa dell’attività politico-parlamentare dopo la pausa estiva, invece ci troviamo a commentare il tentativo di tornare alla normalità dopo un terremoto.

Quali sono le prossime mosse per la politica italiana?
“Come ho provato a dire nei giorni scorsi, abbiamo il dovere di dedicare la massima attenzione alla ricostruzione delle aree colpite dal sisma. La gestione dell’emergenza immediata è stata lodevole, grazie alla Protezione Civile, ai volontari, al governo e a milioni di italiani che hanno mostrato il volto splendido della nostra solidarietà nazionale. Ora, però, è il momento della programmazione e degli interventi intelligenti: l’Italia necessita di un piano ambizioso di consolidamento antisismico, anche grazie ad una robusta azione di detassazione degli investimenti privati”.

Lei ha lanciato di recente un appello agli imprenditori italiani perché si impegnino nella ricostruzione di Amatrice, Accumoli e delle altre località colpite. In che modo?
“Nel modo più semplice che c’è: ognuno adotti una casa, una fattoria, una scuola, una strada, un’attività produttiva e la ricostruisca, nel pieno rispetto delle regole antisismiche e della bellezza di quei luoghi. Mostriamo il lato solidale dell’imprenditoria nazionale”.

Tornando alla politica, la sua proposta di rinvio di 6 mesi del referendum costituzionale ha suscitato reazioni contrastanti…
“Inevitabile, tanti sono sempre pronti a strumentalizzare le proposte scomode, sia dai banchi dell’opposizione che di certe frange della maggioranza. Mi ha fatto però riflettere che la mia proposta abbia ispirato la posizione del sindaco di Roma Virginia Raggi, che ha detto “prima il terremoto, poi il referendum”. Ad ogni modo, la realtà è semplice: oggi abbiamo alcune priorità assolute, il post-terremoto, il rilancio dell’economia italiana e la sicurezza dai rischi del terrorismo globale. E’ ciò che interessa agli italiani, che sono stanchi di una politica che discute solo di leggi elettorali, di rimpasti, di cambi di casacca e di politica politicante. In una famiglia e in un’impresa si fa così: si lavora secondo priorità”.

E la riforma costituzionale non è una priorità?
“Certo che lo è, tant’è che negli ultimi due anni vi abbiamo dedicato una quota importante dell’attività del Parlamento! Ma sarebbe da folli paralizzare il nostro Paese e creare in Europa un clima di incertezza sulle sorti dell’Italia. Per questo dico: andiamo avanti per priorità: post-terremoto, economia, sicurezza e poi futuro assetto costituzionale. Detto questo, sono convinto che gli italiani abbiano già deciso di approvare la riforma, che rende le istituzioni più leggere ed efficienti”.

Cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato finora nell’azione del governo Renzi?
“Il premier ha impresso senza dubbio un’accelerazione importante al processo di modernizzazione del paese, in molti ambiti. Quel che finora non ha funzionato non lo addebito al premier, ma a tutta la maggioranza: a volte sembra che qualcuno – soprattutto nella sinistra del PD - si dimentichi che l’enorme sforzo di risanamento compiuto dall’Italia negli ultimi anni, dal governo Monti in poi, ha ora bisogno di ulteriori misure coraggiose”.

Quali?
“Concordo con quanto scrivono oggi Alesina e Giavazzi sul Corriere della Sera: occorrono misure straordinarie capaci di incidere positivamente sulla produttività delle aziende, favorendo la loro crescita dimensionale, promuovendo l’innovazione e la ricerca, aiutandole a guadagnare quote di mercato all’estero. Nell’immediato, per la prossima legge di Stabilità, lavorerei su due misure in particolare, una per l’efficienza e una per l’equità: la prima, l’abbattimento delle aliquote Irap per tutte le imprese italiane, perché riprendano a investire e a occupare; la seconda, l’aumento delle pensioni minime e dei redditi più bassi attraverso l’ampliamento della no tax area. Le risorse per coprire finanziariamente le misure non sono e non possono essere un problema, in un Paese che ha una spesa pubblica ancora così elevata. E’ una questione di coraggio delle scelte”.

A proposito di scelte, come giudica le prime mosse delle sindache Cinque Stelle?
“Guardo a Roma, città dove trascorro i giorni dell’attività parlamentare: ad agosto la città aveva metà dei suoi abitanti e la Raggi ha avuto gioco facile nel proclamare risolta l’emergenza rifiuti. Vedremo dalla prossima settimana, quando la città funzionerà a pieno regime. A luglio ho mandato dei fotografi in giro a testimoniare lo stato di degrado e abbandono di alcuni importanti quartieri della Capitale. A settembre li manderò negli stessi luoghi, vedremo se sarà cambiato qualcosa. Capiremo anche se le spese dichiarate dalla Raggi in tema sono realistiche o no. Certo, allargando il campo, faccio fatica a fidarmi di una forza politica che scommette sul caos, sullo smantellamento dell’industria nazionale, sull’uscita dall’euro e dunque su una maxi svalutazione dei patrimoni degli italiani”.

Eppure, il voto al M5S è ormai consolidato e ha assorbito una quota non banale dell’elettorato che fu di centrodestra.
“E’ responsabilità di chi, in questi ultimi anni, ha trasformato il centrodestra nella copia sbiadita del M5S, con l’aggiunta dei toni razzisti. E’ chiaro che poi alcuni elettori scelgono l’originale e non la sua copia. In realtà, comunque, buona parte dell’elettorato moderato si è rifugiato nel non voto e aspetta una nuova rappresentanza, perché la coalizione popolare e liberale immaginata anni fa da Berlusconi non esiste più. Milioni di elettori moderati non si riconoscono minimamente nei discorsi di Salvini o di Brunetta. Detto questo, è capitato spesso di vedere il M5S riprendere proposte e battaglie politiche intraprese da noi: su tutte, la critica alla gestione e alle modalità operative di Equitalia. Ora c’è da far capire agli italiani che certe proposte di buon senso potranno essere realizzate da chi come noi lavora per un futuro di sviluppo e di benessere, non da chi come il M5S strumentalizza tali proposte col solo scopo di consolidare una nuova aristocrazia politica al governo”.

Sta dicendo che c’è spazio per una nuova offerta politica?
“Ovviamente c’è spazio, sarebbe miope non vederlo e capirlo. Un’offerta politica che dica agli italiani: noi ci occupiamo di difendere il vostro risparmio, il vostro lavoro e quello dei vostri figli. Un fronte per la difesa del lavoro e del risparmio. Mi sa che è tempo di costruirlo…”.

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gianfranco librandi





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