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Palazzi & potere
Etruria: da Boschi a Carrai i tentativi fatti dopo il No di Unicredit

Quando la ministra per le Riforme Maria Elena Boschi si rivolse all' amministratore delegato Federico Ghizzoni, Unicredit aveva già espresso un completo disinteresse per l' acquisizione di Banca Etruria. Non una, ma due volte nel giro di pochi mesi. Non sulla base di interventi diretti di questo o quel politico su un banchiere, ma sempre attraverso i canali formali di comunicazione fra aziende, scrive il corriere della sera.
Agli inizi del 2014 i vertici di Unicredit erano stati contattati da due advisor, Rothschild e Lazard, che cercavano un partner di «elevato standing» per conto dell' istituto di Arezzo. Ai due era stata affidata una missione di una certa urgenza, perché il 13 dicembre 2013 la Banca d' Italia aveva concluso una prima ispezione ad Arezzo con una multa agli amministratori e la richiesta di trovare un compratore entro la primavera 2014.
Non sembra dunque corretta la ricostruzione di ieri di Maria Elena Boschi, quando afferma di non essere stata lei «ma Mediobanca» a chiedere l' acquisizione. Quando l' allora ministra parla a Ghizzoni della possibile operazione, nel dicembre 2014, la questione per Unicredit era chiusa da mesi perché aveva già declinato l' invito degli advisor due volte. E senz'altro Pierluigi Boschi, vicepresidente di Etruria e padre della ministra, doveva averlo capito da tempo.
Tra fine 2014 e inizio 2015, andati a vuoto i tentativi nei normali canali di business, sono dunque i politici e le persone ad essi vicine che scendono in campo per Etruria. Graziano Del Rio, allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio con Renzi premier, torna a bussare alla porta di Bper.
Senza esito. Marco Carrai, uomo d' affari e amico personale di Renzi, sollecita di nuovo Ghizzoni il 13 gennaio 2014.
Nulla di fatto. Boschi a inizio dicembre 2014 e di nuovo a inizio gennaio 2015 va in visita da Fabio Panetta, vicedirettore generale di Banca d' Italia con le deleghe alla Vigilanza.
Ma la ministra non può chiedere niente, sarebbe reato.
Renzi stesso, continua il corriiere della sera, aveva già posto domande su Etruria al governatore Ignazio Visco nella primavera precedente, senza averne risposte. A inizio febbraio Davide Serra, gestore finanziario amico di Renzi, ipotizza di intervenire con il suo fondo Algebris acquistando almeno una parte dei crediti deteriorati (lo fa in realtà anche per altre banche italiane).

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