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Palazzi & potere
Fiducia nelle istituzioni: prime le forze dell'ordine, cresce Chiesa Cattolica

La Settimana della Sociologia è stata l’occasione per approfondire alcune tematiche
legate ai mutamenti dell’Opinione Pubblica italiana rispetto alle principali istituzioni, dalle forze dell’ordine alla
magistratura, dalla Chiesa Cattolica alla scuola (pubblica e privata), dal parlamento italiano a quello europeo, dai
sindacati alla sanità pubblica e privata.
La ricerca è stata effettuata il 25 settembre e il 2 ottobre 2017 attraverso 1000 interviste effettuate con metodo
CATI/CAWI ad un campione rappresentativo della popolazione italiana maschi e femmine dai 18 anni in su, segmentato
per sesso, età, Grandi Ripartizioni Geografiche e Ampiezza Centri proporzionalmente all’universo della popolazione
italiana, in collaborazione con il CO.RI.S. (Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi di
Roma La Sapienza) e la Facoltà di Scienze della Comunicazione.
I risultati emersi dall’indagine sono in parte connessi a fenomeni globali in atto da alcuni anni, altri, tendenzialmente
legati al contesto italiano, rappresentati da sentimenti alterni che l’Istituto Piepoli registra ormai dall’inizio della crisi
economica nella mente dell’opinione pubblica italiana.

L’Istituto Piepoli, in particolare, ha interpellato l’opinione pubblica italiana per testare la propensione ad affidarsi alle
istituzioni nazionali. Nelle prime tre posizioni troviamo in ordine di gradimento le Forze dell’Ordine (Esercito, Polizia e
Carabinieri) con il 75%, seguite dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN) con il 61% e dalla Scuola Italiana con il 60%. In
quarta posizione - con un trend in crescita rispetto alla rilevazione dello scorso giugno – c’è la Chiesa Cattolica con il
52%, seguita dalla Magistratura con il 47% - in calo di 7 punti percentuali rispetto alla misurazione precedente - e dalla
Banca d’Italia con il 32%. A poca distanza troviamo il Parlamento Europeo con il 31% e poi a pari merito, con il 25%, i
Sindacati – che registrano un trend leggermente in salita - e la Politica Locale. Infine troviamo la Politica Nazionale con il
20% e il Parlamento Italiano con il 18%.

L’indagine è stata poi arricchita da un’analisi sulla classe politica a livello nazionale chiedendo al campione un giudizio in
termini di onestà e capacità degli attuali rappresentanti.
Per quanto riguarda l’onestà è emerso che il 34% degli intervistati considera la classe politica italiana di oggi meno
onesta rispetto a quella di venti anni fa, mentre per quanto concerne le capacità il 50% ritiene che i politici italiani di
oggi siano meno capaci rispetto a quelli del passato nel periodo considerato.
Non poteva mancare anche un focus sulla politica locale per capire come vengono considerate le istituzioni locali
(Comune, Provincia e Regione). Il 48% degli intervistati ritiene che il Comune vada incontro alle esigenze dei cittadini, il
38% lo pensa della Regione e solo il 25% della Provincia.

Misurata anche la propensione al voto degli italiani con l’81% del campione che andrebbe a votare se ci fossero elezioni
politiche nei prossimi tre mesi e l’11% che salterebbe il turno. Le motivazioni? Si voterebbe perché “è un diritto per ogni
cittadino” (47%), perché ci si “sente in dovere di farlo” (30%), perché “è uno strumento valido di azione politica (22%).
Di contro il non-voto sarebbe “motivo di espressione del dissenso” per il 30% dei NO, il 28% di quelli che non andrebbe a
votare non lo fa perché non trova una forza politica che lo rappresenta, il 26% lo ritiene “inutile” mentre il 17% è
disinteressato.

Ma meglio la scuola pubblica o quella privata? Meglio la sanità pubblica o quella privata? Due quesiti che trovano
risposte eterogenee nelle diverse sfaccettature.
Circa la Scuola: su “qualità degli insegnanti” (45%), “qualità dei programmi di studio” (46%), “capacità di integrare gli
studenti stranieri” (50%) e “capacità di preparare gli studenti alla formazione universitaria” (45%) nella mente degli
italiani prevale la scuola pubblica, mentre per quanto riguarda “qualità dell’edificio scolastico” (48%) e “qualità delle
strutture didattiche (laboratori, aule multimediali, ecc..) (41%) si predilige la scuola privata.
In tema di sanità: il “costo dei servizi” fa pendere la bilancia verso l’apparato pubblico (61%), mentre i “tempi di attesa”
sono la discriminante nella scelta di una struttura privata (78%). Su “qualità delle prestazioni sanitarie” e “competenza
del personale medico” si registra un tendenziale equilibrio nonostante si evidenzi una leggera preferenza verso la sanità
privata nel primo caso (36%) e verso quella pubblica nel secondo (32%).

Roberto Baldassari, Presidente Istituto Piepoli

https://www.affaritaliani.it/static/upl2017/la-f/la-fiducia-nel-sistema-paese-dell-opinione-pubblica2.pdf

Tags:
fiducia nelle istituzioniforze dell'ordinechiesa cattolica





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