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Palazzi & potere
Fughe di notizie, intercettazioni, giustizia: parla Albamonte, Presidente Anm

A quando pare sul "ddl penale" le posizioni all'interno del Pd sono diametralmente opposte; da una parte Orlando vorrebbe che il testo fosse blindato con la fiducia mentre Renzi, si dice, preferirebbe agire diversamente. L'Anm come giudica la situazione?

"Ovviamente non spetta a me valutare se la linea del Pd sia in continuità o meno con quella precedente, l'argomento che accomuna la posizione dell'ANM con le proteste dei penalisti è che il metodo di fare riforme importanti, come quella del processo penale, attraverso lo strumento del voto di fiducia non è una modalità ottimale.
E' un metodo che non va bene perché troppi sono i passaggi delicati, alcuni criticati da noi, altri dal mondo dell'avvocatura. Queste riforme, poi, dovrebbero essere destinate a durare nel tempo, e noi riteniamo che portare avanti simili riforme a colpi di fiducia sia un errore; nello specifico ci sono parti del testo che sono ampiamente condivise, quella che riguarda il processo di Cassazione e d'appello e che introduce miglioramenti oggettivi e anche la parte che riguarda il diritto penitenziario.
Con questi presupposti allora si potrebbe mirare all'approvazione delle parti condivise senza creare lacerazioni, si potrebbe anche cercare una mediazione sulle parti critiche ma la mediazione andrebbe fatta attraverso il dibattito parlamentare, la presentazioni degli emendamenti e in caso la loro bocciatura."

Quali sono nello specifico i temi che come ANM non condividete?

"Noi abbiamo sottolineato una serie di problemi, per esempio sul tema delle intercettazioni ci sono due passaggi particolari che abbiamo criticato; il primo è quello della delega con cui si conferisce al Ministero la possibilità di scrivere decreti delegati relativi alla tutela della privacy sulle intercettazioni, il senso è anche condivisibile ma c'è una parte decisamente ambigua in cui si dice che il Governo potrà intervenire direttamente sulle modalità di utilizzo processuale delle intercettazioni. Questa è un'apertura troppo ampia rispetto ad un decreto delegato; tutto il tema della tutela della privacy dei soggetti estranei all'indagine ma anche dello stesso indagato ci trova concordi.

Una parte su cui siamo veramente molto molto critici è quella riferita all'avocazione delle indagini da parte dei Procuratori Generali; vista la carenza di organico il rischio sarebbe quello di far pesare una mole notevole di lavoro su uffici ancor più piccoli e soprattutto non abituati a quel tipo di attività, invece di snellire il tutto si creerebbe così un disservizio."

Sul caso Consip e la presunta "guerra tra Procure" che valutazione fà?

"Personalmente sono contrario all'enfatizzazione in termini guerreggianti dei rapporti tra persone e in a maggior ragione tra le istituzioni. La cosa "divertente" è che si è passati da una presunta guerra tra le Procure di Roma e Napoli a quella tra Catania e Palermo.. è evidente che non vi è alcuna guerra in corso, ci sono semplicemente Procure che cooperano ciascuna per la parte che le compete.

Altro tema sono le fughe di notizie, su cui sono in atto accertamenti e procedimenti penali, ma in ogni caso la fuga di notizie nulla ha a che fare con l'eventuale dialettica tra le Procure, anche perché queste fughe danneggiano principalmente ed inevitabilmente gli investigatori e in particolare i PM, soprattutto quando le indagini sono ancora riservate."

Nella fattispecie sull'intercettazione tra Renzi e il padre, pubblicata sul Fatto, si può prefigurare un qualche tipo di illecito?

"Sul fatto specifico non mi azzardo a dire nulla anche perché c'è un procedimento in corso ed è difficile avendo un procedimento aperto fare valutazioni che rischiano di diventare interferenze.
La cosa che però vorrei dire è che il problema della fuga di notizie è una problematica che riguarda almeno tre protagonisti: i primi sono quelli che detengono le notizie e in caso le forniscono, il secondo protagonista è il mondo dell'informazione e qui i media dovrebbero secondo me fare della valutazioni sulla possibilità delle pubblicazioni di notizie riservate, il terzo protagonista è la politica; ogni volta che si ha una fuga di notizie questa viene strumentalizzata e brandita come arma politica tra opposizioni e forze di governo ma anche all'interno dei singoli partiti. Queste tre entità sono compartecipi, tutti protagonisti del fenomeno e nessuna comparsa."

Berlusconi la scorsa settimana ha dichiarato che nella vicenda Boschi-Ghizzoni non 'vede' alcun tipo di reato, lei cosa ne pensa?

"Non ritengo saggio avventurarsi su temi all'attenzione dei magistrati e quindi sul caso in sé non mi sento di prendere posizione"

Orfini ha parlato di 'attacco alla democrazia': che valutazioni fa in merito a questa dichiarazione fatta dal presidente del primo partito d'Italia?

"Sono in Magistratura da 22 anni e non è la prima volta che mi confronto con vicende giudiziarie di 'impatto' con il mondo della politica o dell'economia, diciamo che queste enfatizzazioni non aiutano nessuno nonostante magari siano utili per mandare segnali politici, creano però grande confusioni ed allarmismi.

Onestamente ai complotti non ci credo e meno ancora credo a complotti che facciano in qualche modo riferimento all'ambito del potere giudiziario. Spesso si sono attribuiti al mondo giudiziario secondi e terzi fini ma serve semplicemente a delegittimare la giustizia e ci dobbiamo rendere conto che se un'istituzione si delegittima rispetto ad un'altra alla fine è lo Stato stesso ad essere delegittimato."

Quali sono le direttrici future dell'azione dell'ANM?

"Attualmente siamo concentrati, come detto, sul ddl penale.
In primo luogo quello che chiediamo è proprio che non si proceda nuovamente a colpi di fiducia; altro tema per noi centrale è la funzionalità della giustizia, ossia un recupero di efficienza nei confronti dei cittadini e un recupero di credibilità dei magistrati. Nel concreto quello che chiediamo è che i fondi per la giustizia tornino ad essere adeguati, e su questo punto bisogna dire che Orlando sta lavorando bene ma abbiamo bisogno di continuità con i Governi che verranno.

Come Anm saremo poi attenti a contrastare delegittimazioni che vengono dall'esterno ma parallelamente saremo anche vigili verso comportamenti di singolo magistrati che in qualche modo possano intaccare la credibilità dell'apparato giudiziario."

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