Gli amici del salottino da Repubblica alla Rai
Ospite di Lilly Gruber il direttore de “ Repubblica” Mario Calabresi ha parlato dei suoi primi “cento giorni” nel quotidiano fondato da Eugenio Scalfari. E , dopo aver spiegato di aver compiuto in questo periodo un lavoro oscuro di riorganizzazione interna e di maggiore integrazione tra la redazione del giornale cartaceo e quella del giornale on line, ha annunciato con soddisfazione che, grazie all’ingresso in Rai di alcuni giornalisti di nome della propria testata, gli consentirà adesso di ringiovanire e rinnovare il parco delle firme della propria testata. Calabresi non lo ha detto esplicitamente ma a passare recentemente da “ Repubblica” alla Rai sono stati prima Carlo Verdelli e poi Francesco Merlo. Ed anche se priva di riferimenti specifici la sua considerazione non è passata inosservata a viale Mazzini dove sono subito iniziate a circolare le voci più maliziose e più preoccupate. La più immediata è stata quella secondo cui “ Repubblica” si ringiovanisce e la Rai, dove su 12 mila dipendenti meno del dieci per cento è sotto i 35 anni, s’invecchia ulteriormente. La più maliziosa è che il processo di fusione tra “ Repubblica”. “Stampa” e “Secolo XIX” può essere aiutato scaricando il peso di alcuni alti stipendi sul bilancio dell’azienda radiotelevisiva pubblica. La più preoccupata è che per non fare torto a nessuno il vertice Rai potrebbe essere spinto a compiere la stessa operazione nei confronti di qualche alto stipendio di Rcs ( Corriere della Sera) che si accinge a mettere in cassa integrazione più di cento dipendenti.
Tanto paga Pantalone. Ma solo quelli che oltre ad essere bravi hanno come tratto in comune non di essere lottizzati dalla politica ( l’autonomia deve essere salva) ma di essere tutti “amici del salottino” convertiti al “ leopoldismo” renziano!
Arturo Diaconale