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Palazzi & potere
Tasse, bisogna tutelare chi non le paga per necessità e non chi evade il fisco

Dal 1993 non c’è stato un anno in cui arrivando settembre tutti gli Italiani dovessero sentirsi colpevoli di aver vissuto sopra le proprie possibilità, di aver sperperato risorse, di essersi arricchiti impropriamente. E quindi giù tasse, rigore, vendite, espropriazioni.

Più volte gli Italiani hanno creduto che una nuova classe dirigente potesse farcela, prima Berlusconi, poi Prodi, quindi D’Alema, di nuovo Berlusconi e di nuovo Prodi e poi ancora Berlusconi. Poi sembrava proprio che Bersani dovesse farcela, ma nulla arrivano senza darci speranza Monti e Letta.

Ci ridà un po’ di speranza Renzi, ma niente ancora e così arriva il paradosso: LEGA e M5S insieme, che assurdo!

Intanto le leggi finanziarie poi diventate leggi di stabilità e quindi di bilancio non cambiavano in contenuti in 25 anni. Circa 1000 MLD tolti dai bilanci delle famiglie e dei single e trasferite allo Stato, così lo Stato che costa circa 800 MLD l’anno, ha potuto resistere, senza dimagrire molto.

Quest’anno non mi sento colpevole, dopotutto non ho molto da dare ancora, quel poco in più che ho lo prende l’Agenzia Riscossione (ex Equitalia) con una rateizzazione di 72 mesi.

Ho una rateizzazione perché negli anni scorsi per vivere e pagare gli stipendi non ho versate le tasse, pur avendole sempre denunciate , non sono un evasore. Quindi non riesco ad investire non ho risorse disponibili.

La pace fiscale raccontata dai media, mi pare insufficiente, chi deve pagare le tasse non è un evasore è uno che non ce l’ha fatta a pagare tutto a causa soprattutto di una contrazione del mercato, dovuto anche a quelle leggi finanziarie che ogni anno da 25 anni hanno scavato nelle tasche di noi tutti.

Il centro studi del Senato valuta che ci sia una evasione di 132 MLD di redditi per anno, con una perdita per il fisco pari a 38 MLD per anno, come facciamo a recuperare una parte di questo?

Forse è arrivata l’ora di distinguere bene chi evade e chi procrastina il pagamento delle tasse per necessità, colpendo i primi davvero con le manette, ma consentendo ai secondi che vogliono pagare e far crescere le loro aziende di versare il dovuto su più anni, permettendo anche di avere risorse  per creare posti di lavoro.

Inoltre fate in modo che colui che prenderà il reddito di cittadinanza, e sia sotto i 35 anni, possa lavorare per uno o due anni in azienda, con l’azienda che versi soltanto la differenza rispetto alle retribuzioni contrattuali, avremmo così un esplosione di assunzioni ma soprattutto molti ragazzi davvero imparerebbero un mestiere. Un modo moderno di fare un apprendistato efficace senza continuare a spendere soldi per corsi di formazione inutili e centri voraci di risorse.

Una visione di sistema, Lega e M5S mi ricordano il patto dei produttori, da una parte chi ha piccole imprese, dall’altro chi ha braccia e voglia di lavorare.

Non ci credo, ma ci spero, d’altra parte dopo 25 anni che mi son sentito in colpa accusato da personaggi improbabili, almeno quest’anno sento qualcuno che mi dice: scommetto sulla tua buona fede di aiutare l’Italia a rialzare la testa, ti do la possibilità, fallo!

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