Guardate che Trump non ha torto (neanche) sul clima…
Il ritiro americano annunciato ieri sera rispetto agli accordi di Parigi sul clima ha scatenato contro Donald Trump la consueta valanga di polemiche: si isola dal mondo, è un nemico dell’ambiente, e via con la consueta raffica di anatemi e prese di posizione contrarie, dal loquace predecessore Obama fino ai suoi antichi e nuovi corifei europei.
Ma guardate che Trump non ha torto. E non solo per ragioni legate alle esigenze dell’economia americana, ma anche in chiave ambientalista intelligente e non ideologica.
Intendiamoci bene: tutti desidereremmo un passaggio sempre più sicuro e veloce dalla prevalenza delle fonti energetiche tradizionali (petrolio, carbone, ecc) alle energie cosiddette pulite e rinnovabili.
Il punto è come lo realizzi. In Europa, si è scelta una via in ultima analisi statalista e antimercato per questa transizione: più tasse contro alcuni, più sussidi verso altri, costi scaricati sulle bollette, e soprattutto una cappa regolatoria devastante. L’ultimo “pacchetto” di norme europee sull’energia è un mattone di alcune centinaia di pagine di regole e regolette.
Forse è il caso di immaginare una via diversa, che Inghilterra e Stati Uniti indicano da tempo: lasciare più libero e meglio “lubrificato” il mercato delle emissioni. In particolare qui in Europa, potrebbe trattarsi di un mercato efficiente e amplissimo. Se si rinuncia a soffocarlo con tasse e regolamentazione eccessiva, può funzionare in modo spettacolare.
Lasciamo che nuove imprese (qualcuno le ha chiamate le Ryanair dell’energia) possano crescere e prosperare. Confidiamo – per una volta – più nel mercato e meno nell’interventismo tassatorio e regolatorio.
E scopriremo che all’ambiente sarà più utile questo, che non le invettive contro Trump.
Daniele Capezzone
Deputato Direzione Italia
d.capezzone@gmail.com