A- A+
Palazzi & potere
Hai capito il Ministro.....?
La buvette della Camera alza i prezzi: su caffè e dolci

A proposito di rapporti con i politici, voglio raccontare un episodio
per certi versi divertente e per altri abbastanza sconcertante. Ho già
raccontato in precedenza del nostro impegno per contrastare il riciclaggio di denaro fraudolentemente acquisito. Ho anche raccontato che avevamo messo a punto una proposta che prevedeva la costituzione di
un sistema informatico di controllo delle movimentazioni finanziarie,
grazie al quale avremmo potuto individuare le operazioni sospette
e, in conseguenza, risalire agli operatori criminali. Tra le altre soluzioni per la sua realizzazione, pensai anche alla possibilità di ottenere un finanziamento dall’Unione Europea. Mi rivolsi allora a un illustre uomo politico italiano che, in quel momento, ricopriva la carica di
Commissario europeo in un settore che gestiva, appunto, fondi il cui
impiego prevedeva la realizzazione di sistemi del tipo di quello da
noi messo a punto. Ottenni un appuntamento in occasione di un suo rientro in Italia, e lo incontrai a Torino. Fu molto gentile e mi promise un suo immediato interessamento. Dopo qualche giorno, ricevetti una sua telefonata, con la quale mi chiedeva un appuntamento che
fui ben felice di dargli, convinto e contento che l’incontro potesse
far emergere la possibilità concreta della realizzazione del sistema da
me proposto. Proprio per rispondere in maniera altrettanto rapida alla sua solerzia, sottoposi alcuni ufficiali ad un duro lavoro per poter presentare un abstract completo al Commissario. Come stabilito, giunse puntualissimo e ci accomodammo sul divano dell’ufficio. Dopo i convenevoli d’uso, entrò subito in argomento, profondendosi in sentitissimi ringraziamenti per la mia cortesia ed al garbo da me usati
a Torino, nei suoi confronti. Io rimasi naturalmente sorpreso. Un tale approccio nulla aveva a che vedere con la mia richiesta, tuttavia, decisi di rimanere impassibile e con un leggero sorriso, lo lasciai continuare.
« La ringrazio per avermi messo sull’avviso circa la pericolosità rappresentata dalla disponibilità di quella somma ricevuta, quando ero
Ministro. . . , da quella ditta » e ne disse il nome, « in occasione di quel problema riguardante la scoperta da parte della Guardia di Finanza di. . . » ecc. ecc. Io rimanevo sempre più stupito e perplesso, anche se cominciavo a capire quale strana intenzione, il personaggio aveva
attribuito al mio intervento. Continuò: « I cento milioni che ricevetti in quel momento, per far sì che la ditta non ne subisse gravissime conseguenze, li avevo messi in un cassetto di un tavolinetto che tenevo nel piccolo alloggio che tuttora ho affittato a Roma e, me ne ero
quasi dimenticato, quando, un mese fa, mia moglie, nel fare pulizia, come faceva ogni tanto, in occasione di una sua venuta a Roma, ha trovato la somma nel cassetto e ha deciso di versarla al banco (e disse il nome), ripromettendosi di donarli alla (e disse il nome dell’istituto
di beneficenza). Come avrà visto, tre giorni fa questo è regolarmente
accaduto. Voglio ancora ringraziarla! ».


Io, francamente non sapevo che dire e che fare. Alla sorpresa, a
quel punto, era subentrato un cordiale, e per un certo verso divertente disprezzo per quel personaggio che si era lasciato corrompere, mentre ricopriva una posizione di grande prestigio e responsabilità nella
pubblica amministrazione e che poi avevamo addirittura mandato
a rappresentarci in Europa! Di certo si era convinto di essere stato
scoperto da una investigazione della Guardia al momento dell'immissione del denaro nel circuito finanziario. Ecco perché connetteva la mia richiesta, relativa alla realizzazione di un sistema di controllo delle movimentazioni finanziarie fraudolente, finanziata dall’U.E., con un mio garbato riferimento alla precarietà della sua situazione. Ai miei occhi non apparve più come un illustre rappresentante dell’Italia in
Europa, ma come un poveraccio che si era venduto e che era stato,
secondo lui, sorpreso con le mani nella marmellata. Un primo impulso fu quello di, continuare a mia volta la commedia, affermando che, nonostante le mia comprensione e il dono della somma a quell’opera pia, io dovevo comunque, procedere secondo le regole. Quale servitore dello Stato, avrebbe certamente capito! Preferii lasciar andare, anche perché, in realtà non avevo alcun elemento probatorio in mano,
se non i fatti che lui mi aveva raccontato, ma che poteva smentire in qualsiasi momento o frangente. Soprattutto, avevo perso ogni interesse al dialogo con quel verme. Non gli chiesi nemmeno notizie relative al mio programma. Probabilmente qui sbagliai, forse avrei potuto ottenere i soldi per realizzare il sistema. Assunsi un atteggiamento di
fredda formalità, mi alzai, e cortesemente lo salutai. Non l’ho più visto né sentito. In tanto disgusto una, non piccola soddisfazione: in fondo
chi aveva goduto della somma, era stata l’opera pia beneficiaria e non
quel signore, agli occhi del quale, la fama investigativa della Guardia
era stata esaltata, anche se solo supposta e nel caso specifico, non reale.
 

Il brano è tratto dal libro del Generale Luigi Ramponi, Val la pena di vivere, Aracne editrice

Tags:
ministro





in evidenza
Rumore sospetto a L'aria che tira Un peto? Parenzo indiziato

"Avea del cul fatto trombetta"

Rumore sospetto a L'aria che tira
Un peto? Parenzo indiziato


in vetrina
Premier League, nuova bufera su Tonali: accusato di scommesse anche in Regno Unito

Premier League, nuova bufera su Tonali: accusato di scommesse anche in Regno Unito


motori
BMW lancia la ricarica bidirezionale per la Neue Klasse 2025

BMW lancia la ricarica bidirezionale per la Neue Klasse 2025

Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.