I dolori del non più giovane Berlusconi e quei soliti sospetti
Ci sono racconti che travalicano la cronaca politica, ma proprio per questo aiutano a capirla.
Si racconta che ormai sia tutto fatto e si possa tranquillamente andare al voto. Eppure, come le rose, anche il fiore della nuova legge elettorale, con annessa procedura d'urgenza per sciogliere le camere, porta con sé alcune spine. Se Grillo entra in gioco e spiana la strada all'intesa sul modello tedesco, non vuol dire che il suo ingresso sulla scena metta a proprio agio i principali protagonisti dell'accordo: Renzi e Berlusconi. Infatti, la perentoria richiesta grillina del voto a data certa - il 20 settembre ovvero...domani mattina - ha la valenza di una bomba sotto la sedia dei due primattori. Non si possono né si debbono fare altri accordi, ma solo aprire la campagna elettorale.
Il Cavaliere è preoccupato, data la sua nota diffidenza verso l'ex comico genovese. Ma i guai non nascono e non muoiono con Grillo. Forza Italia non è più il partitone che teneva unito il centrodestra. Sono finiti quei tempi, ora gli "azzurri" combattono spalla a spalla sul traguardo della leadership con l'alleato-avversario leghista. Dai sondaggi emerge il potenziale sorpasso, in caso di errori, del partito salviniano, specie se dovesse unirsi in un agglomerato elettorale con la destra di Fratelli d'Italia. A questa insidia occorre reagire con lucidità politica, tanto che Berlusconi, come prima istanza, non manca occasione per attrarre a sé la Meloni. Si tratta di capire come e per questo serve capire bene il dettaglio delle nuove norme elettorali.
Ma non basta, evidentemente, per il semplice fatto che l'intesa con Renzi rischia di apparire un cedimento, ovvero la dimostrazione di quanto il vecchio patron della ditta sia incapace di distinguere i propri interessi personali da quelli dell'intero centrodestra. Serve pertanto che la pubblica opinione non sia concentrata, almeno non in misura ossessiva, sui rapporti che i malevoli dipingono come la consacrazione di un "patto osceno" con Renzi. È proprio ciò che Berlusconi non può permettersi in un tempo dominato dall'effetto mediatico, fonte di antiche fortune per il Cavaliere.
Sempre i malevoli, dunque, ritengono che la "cucina Mediaset" abbia messo in campo una manovra diversiva per aiutare l'azionista principale. Pertanto, sull'onda dei sospetti, arriva voce che dietro lo scontro tra "Striscia la Notizia" e Flavio Insinna ci sia, oltre il duello che da sempre oppone e avvicina Mediaset e Rai, l'elemento di una strategia politica.
La 'bomba' mediatica potrebbe essere stata studiata ad arte, soprattutto per le tempistiche, in modo da sviare l'attenzione dell'opinione pubblica dai cambiamenti politici in atto in questi giorni.
Il tutto, ben sapendo che l'ipotesi Nazareno bis e il conseguente governo di larghe intese potrebbe tramutarsi in un calo dei consensi e in un rafforzamento di Salvini e del Movimento 5 Stelle.
Il leader di Forza Italia dunque potrebbe aver veramente valutato una strategia per far passare il tutto sottotono. A pensar male si fa peccato ma a volte ci si azzecca...