Il gip: "Intercettate Tiziano Renzi, su di lui gravi indizi di corruzione"
Woodcock chiedeva di ascoltare babbo Renzi per verificare se l'amico Russo millantasse, ma per il giudice il quadro era più pesante
Il Fatto pubblica in esclusiva la richiesta del pm Woodcock del 16 novembre scorso e il decreto del giudice Mario Morra che ha disposto quelle intercettazioni il giorno dopo. Proprio il gip Morra (non il cattivissimo pm Woodcock) riteneva che esistessero "gravi indizi" sul padre del leader Pd non solo per il reato di traffico d' influenze, poi ipotizzato a marzo a Roma per Tiziano e da Woodcock a fine 2016 solo per il compare del "Babbo", Carlo Russo. Per Morra si poteva parlare di corruzione.
Ebbene il 17 novembre del 2016 il gip Morra sorpassa a destra il pm. "Con riferimento alla posizione di Renzi Tiziano gli elementi sin qui raccolti - scrive Morra - delineano un quadro indiziario oggettivamente coerente e grave. Dai colloqui tra Romeo Alfredo e Russo Carlo (quest' ultimo effettivamente in contatto con il Renzi), emerge infatti l' esistenza di un accordo di massima (definito dagli indagati "accordo quadro") che prevede una stabile retribuzione del Renzi (con somme pari ad almeno 30 mila euro al mese; e l' effettivo versamento di un anticipo) in cambio della sua intercessione presso dirigenti apicali di enti pubblici per indurli a favorire illecitamente il Romeo. Tra i soggetti da avvicinare, vi sarebbe in particolare l' A.D. di Consip, Marroni Luigi, il quale nella conversazione del 19 ottobre 2016 viene definito dal Romeo come un 'traditore' per non aver favorito la propria azienda nell' assegnazione di un appalto (evidentemente venendo meno a quanto precedentemente assicurato); esclamazione alla quale il Russo risponde in modo ottimistico, invitando il proprio interlocutore ad attendere e a 'lasciar lavorare' il Marroni". Su questa conversazione del 19 ottobre Morra basa la sua ipotesi di reato più grave che coinvolgerebbe anche Marroni. "Orbene, gli indicati passaggi della conversazione citata e l' importo considerevole del prezzo per la mediazione illecita di cui il Romeo si è fatto carico (il Russo risulta infatti aver richiesto al Romeo un compenso netto pari a 100 mila euro, mentre al Renzi, lo stesso imprenditore aveva offerto altri 30 mila euro mensili), inducono - prosegue Morra - a ritenere estremamente verosimile che il Marroni, oltre ad essere stato effettivamente avvicinato dal Russo (cosa già accertata), anche con l' avallo di Renzi, abbia dato la propria disponibilità per favorire l' imprenditore campano". Dopo avere ricostruito gli elementi a carico di Tiziano (sulla base di un' informativa del NOE del 9 novembre, che non contiene nessuno dei falsi ipotizzati dai pm di Roma), il Giudice Morra spiega perché Tiziano Renzi è stato intercettato: "Il che determina la configurabilità, nei confronti dei vari soggetti sopra indicati (in testa Tiziano, ndr) di gravi indizi di reità con riferimento al reato di corruzione per il quale, come noto, le intercettazioni sono consentite, così come per il reato di istigazione alla corruzione ex articoli 319-322 c. p., nel caso in cui vi fosse stata un'offerta non accolta dal Marroni". Cioè Marroni potrebbe anche avere detto di no secondo Morra ma il quadro a carico di Tiziano per il Gip resterebbe grave per la semplice istigazione.