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Palazzi & potere
Il governo 5Stelle-Lega scopre la cassaforte Aci
Foto LaPresse

E ora che anche la partita dei sottosegretari si è conclusa, il governo gialloverde entra in piena operatività. E dal governo si passa al sottogoverno e all’affrontare i problemi grandi e piccoli dell’Italia. Dentro all’esecutivo c’è già chi guarda alla spartizione delle aziende di Stato, ai vari incarichi da distribuire e alle società che potranno offrire al governo Conte delle buone carte da giocare per impressionare gli italiani. Tra i fiori all’occhiello che sono finora passati indenni dalle fauci della politica c’è ad esempio l’Automobil Club, presieduta dall’inossidabile Angelo Sticchi Damiani, che vanta oltre 50 milioni di utile e addirittura circa 480 milioni di liquidità di cassa. L’Aci è da metà aprile priva di un segretario generale, dopo che il commis d’Etat Francesco Tufarelli ha deciso di lasciare la poltrona al vertice dell’associazione per ritornare in forza a Palazzo Chigi, al dipartimento per gli affari regionali. Curiosamente, la governance che si è data l’Aci dopo l’addio del suo “uomo forte” è molto simile a quella che era stata inizialmente ipotizzata per il governo gialloverde e poi duramente criticata dal Capo dello Stato, ovvero un comitato di direttori che coaudiva il presidente. Il duo Sticchi Damiani – Tufarelli, infatti, ha realizzato la cosiddetta “operazione salvataggio” del Gran Premio di Monza, che Bernie Ecclestone voleva portare all’estero e che è potuta rimanere a pochi passi dalla Reggia, grazie all’intervento economico della cassa di Aci e alle capacità diplomatiche di Tufarelli, dirigente pubblico che vanta una conoscenza diretta di squali d’affari alla Rupert Murdoch (è stato a capo delle relazioni istituzionali di Sky) e che non si deve essere impressionato a trattare con una figura tosta come l’imprenditore ed ex pilota britannico, assai noto per la sua determinazione.Così la condizione di Aci – colosso che prima o poi finirà sotto la lente d’ingrandimento del ministro Toninelli o del potente sottosegretario alla presidenza, Giorgetti – è attualmente un po’ sospesa. Da un lato, strumento potenziale di grandi operazioni, dall’altra gigante immobilizzato. E sì, che oltre a Monza, sono stati sbloccati i contratti del personale, riorganizzate le strutture interne e respinto il tentativo dell’allora ministro Delrio di chiudere il Pra per spogliarne l’Aci e finire col far pagare di più il cittadino.

A ridosso dell'estate, del valzer delle nomine e dei colpi di scena la domanda è: chi metterà le mani sull'Aci?

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