Il Colle pronto a strigliare i partiti. Si rafforza il Governo del Presidente
M5S, Di Maio scommette ancora sulla Lega ma il 'Governo di tutti' con l'appoggio esterno dei partiti si avvicina
Ipotesi su ipotesi per il nuovo governo; non si placa la ridda di voci sulle opzioni per dare un governo al bel paese. Partiti e, forse, anche il Capo dello Stato brancolano nel buio mentre l'opinione pubblica comincia a spazientirsi e il rischio Siria incombe. Anche durante l'ultimo giro di consultazioni, scrive La Verità, non ci sono state novità sostanziali; i leader dei partiti vincitori Luigi Di Maio e Matteo Salvini continuano la loro splendida corsa in solitaria e la loro perenne campagna elettorale al punto che, fanno notare chi i meandri del Quirinale li conosce molto bene, il Capo dello Stato dovrebbe usare un po' più di 'polso' con i giovani leoni della politica italiana, forse un po' troppo giovani e inesperti per il ruolo che sono oggi chiamati a ricoprire. Ma tant'è.
"Ad ogni modo la situazione potrebbe sbloccarsi presto", osservano fonti del Colle tanto che "sarebbe pronto anche un appello del Capo dello Stato alle forze politiche per sbloccare l'empasse. Un appello per richiamare la politica tutta al senso di responsabilità nei confronti del paese evitando ripicche e personalismi. E la commissione programma voluta dai vertici 5Stelle (e si dice ben vista dal Quirinale) va esattamente in questa direzione.
Sentite cosa dice Di Maio: "Ho conferito ufficialmente al prof. Giacinto Della Cananea l’incarico di esaminare i programmi ufficiali elettorali che sono stati presentati dalle forze politiche Lega e Partito Democratico al fine di vagliare sia gli aspetti comuni, sia gli aspetti distintivi, segnalando le differenze di contenuto ritenute superabili e quelle - invece - insuperabili, al fine di valutare la compatibilità dei relativi programmi politici e, così, di avviare il percorso necessario a offrire un Governo stabile e utile al Paese.
Il professore "si impegna a consegnare una relazione finale, entro il più breve tempo possibile e comunque non oltre il 30 aprile 2018, avendo cura di segnalare in essa i temi comuni alle rispettive forze politiche, evidenziando anche obiettivi di intervento che, se pure non indicati esplicitamente nei rispettivi programmi elettorali, sono presupposti o che comunque tornano utili per migliorare le condizioni di vita dei cittadini e la competitività delle imprese. Il Comitato potrà avvalersi di esperti al fine di raccogliere e confrontare dati, predisporre relazioni preliminari, approfondire specifici temi".
Quello che però il capo politico dei 5 Stelle non dice, scrive sempre La Verità, è che i 5 Stelle accetterebbero di buon grado un Governo del Presidente (che nasca dopo un appello esplicito del Capo dello Stato) purchè ciò avvenga solo con l'appoggio esterno da parte dei partiti ovvero senza metterci la faccia (un pò come avvenne col governo Dini, governo interamente composto da personalità scelte al di fuori della politica attiva, quindi di ‘area’). Un modo per dare comunque ai cittadini un assaggio delle loro capacità sperando poi di ottenere i voti per governare da soli alle prossime consultazioni politiche. Questo il vero obiettivo dei 5 Stelle.
Dunque, se il Capo dello Stato facesse un appello al senso di responsabilità dei partiti, e rumors quirinalizi lasciano supporre che potrebbe arrivare a breve anche i grillini non avrebbero nulla da obiettare e Di Maio sarebbe pronto a farsi da parte.
Proprio a questo disegno è funzionale la 'commissione programma' messa in piedi dal Movimento. Sarà un modo per fare la sintesi tra i programmi dei vari partiti (da notare anche la tempistica, scade il 30 aprile cioè ottimo anche per sapere come finiranno le regionali) e poi, se proprio non si riuscirà ad avere Di Maio premier allora sarà via libera ad un governo composto da esperti e personalità di 'area' ma con priorità comunque scelte dalla politica, un governo che non abbia cioè carta bianca assoluta ma che attui le priorità scelte dai partiti.
"Perchè bisogna pur dare un governo al paese", spiegano grillini di alto rango, "inutile baloccarsi coi numeri che ci vedono vincitori ma che non ci consentono di formare il governo. Se il Capo dello Stato facesse un appello al senso di responsabilità delle forze politiche noi non potremmo certo tirarci indietro e risponderemmo obbedisco. Così come sarebbe complicato anche per Lega, Forza Italia e Pd dire di no. E per quanto ci riguarda, il programma di governo dovrebbe essere quello che uscirà dai lavori della Commissione Della Cananea più ovviamente la riforma della legge elettorale".