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Palazzi & potere
Infelici e precari. La gioventù al tempo dei social

Un romanzo generazionale ‘’La Ragione era Carnale, Armando Curcio Editore,  prima prova letteraria della giornalista Mariagloria Fontana che esce il 20 febbraio n tutte le librerie e che verrà presentato in anteprima sabato 18 febbraio presso l’Open Colonna dello chef stellato Antonello Colonna a Roma. La trasformazione sociale che abbiamo subito nel corso di dieci anni raccontata attraverso la storia di una  trentenne, Bianca la protagonista, è fortemente attuale, una manifesto generazionale, soprattutto alla luce dei recenti tassi di disoccupazione giovanile, dei suicidi di ragazzi sempre più giovani e soli e dell’intensificarsi di rapporti sempre più virtuali e meno reali.

 

Il tuo romanzo è ambientato nel 2007 e i giovani protagonisti utilizzano un social, oggi dimenticato,  My Space, il primo social network. Cosa è cambiato in questi dieci anni?
Il 2007 è una data periodizzante che ho scelto per raccontare come in dieci anni le cose siano cambiate in peggio.  Mi riferisco al lavoro e alla condizione dei giovani. Si parte da Myspace un social ‘’musicale’’che rappresentava i ventenni e i trentenni di allora, come oggi accade con Facebook, mentre il defunto ex ministro Padoa Schioppa dava loro dei bamboccioni mantenuti da mamma e papà, come è accaduto qualche tempo fa con il Ministro del Lavoro Poletti che li giudicava, senza mai che un politico si sia speso a comprendere le problematiche e le solitudini di questi giovani, agli albori della crisi economica che di lì a poco avrebbe investito tutto il mondo, una crisi paragonabile solo a quella del 1929. Nell’arco di questi dieci anni cambierà tutto. Velocissimamente. Si diffonderà  nelle case di tutti e nei luoghi pubblici la wi-fi, ognuno avrà il suo smartphone, il suo cellulare-computer portatile. I rapporti umani non saranno mai più gli stessi. Mypace.com rappresenta l’ultimo baluardo di civiltà ‘’umana’’, l’ultimo legame con la corrispondenza che tenevamo attraverso le lettere. Poi attecchiranno Facebook e Twitter, e per la ‘’ricerca dell’anima gemella’’ si arriverà addirittura a cliccare le fotografie come in un supermercato virtuale, come si fa con Tinder.

Temi centrali sono la solitudine e il precariato giovanile?
Sì. ‘’La ragione era carnale’’ raccontando di Bianca, racconta anche di quei giovani, risorsa del Paese,  ignorati dalla politica che li addita come ''bamboccioni''. Bianca è una trentenne che cerca di diventare una giornalista, con difficoltà, con lavori  precari, che non erano tipici solo di dieci anni fa, tutt’altro. Tommaso fa un lavoro umile, il garagista, ma è un poeta e un musicista, ha altre velleità. Davide si accontenta di fare lo stewart in un museo di Roma, come capita a molti, ma sogna anche lui di diventare un batterista professionista. Oggi in Italia siamo oltre il 40% di disoccupazione giovanile, direi che la situazione è peggiorata notevolmente e probabilmente, al contrario dei miei protagonisti, i ragazzi non possono neanche più permettersi di sognare, come è accaduto al ragazzo di Udine, Michele, che a trent’anni si è ucciso qualche settimana fa. La solitudine della protagonista si respira anche attraverso il mancato dialogo che ha con la sua famiglia, un nucleo abbastanza disastrato. Come molte famiglie di oggi in piena crisi. Siamo in una fase di precariato esistenziale giovanile. Quando i politici lo capiranno sarà troppo tardi.

 

I due protagonisti, Bianca e Tommaso si seducono attraverso messaggi, un po' come con gli sms di oggi, ma il loro confronto via web sembra per intensità quello delle lettere che si scambiavano due innamorati dell'Ottocento.

È proprio così. Mi piace pensare che Honoré De Balzac e la contessa Eva Hanska invece di scambiarsi per anni una fitta corrispondenza, nel 2007 si sarebbero scritti lunghe email come Bianca e Tommaso.

 

Le relazioni nate sui social network sono relazioni diverse?
Sì. C’è una fortissima componente di ‘’proiezione’’ da parte di chi scrive davanti a uno schermo anche quando interloquisce con un altro. Manca un elemento fondamentale: il corpo, c’è la totale assenza fisica. Mi spiego meglio. Quando incontriamo realmente qualcuno che ci attrae anche di primo acchito lo idealizziamo, gli proiettiamo le nostre aspettative, pur non essendone consapevoli. Quando siamo corrisposti e innamorati crediamo di sapere tutto del nostro amato. C’è quella frase di Marcel Proust, tratta da Un amore di Swann, che ho inserito in testa al mio romanzo, che rende  benissimo il concetto: "Fra tutti i presupposti che l’amore esige per nascere, ciò a cui tiene di più, e che gli fa chiudere un occhio sul resto, è la nostra convinzione che una persona partecipi a una vita sconosciuta nella quale il suo amore ci farebbe penetrare’".

Quando ci "innamoriamo" attraverso il computer, ci innamoriamo di lui/lei oppure di noi e di come percepiamo quelle parole e le costruzioni che ne facciamo di quelle suggestioni nate dalle parole? Siamo sempre più soli.

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