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Palazzi & potere
Io, Dracula e tu; Capezzone asfalta Matteo Renzi


Nel mio piccolissimo, ho le carte in regola su questo argomento. Nei due anni di presidenza della Commissione Finanze (2013-2015), ho voluto e patrocinato le pochissime norme pro-contribuenti approvate negli ultimi quindici anni in materia di riscossione: impignorabilità della prima casa, impignorabilità della seconda casa, impignorabilità dei beni dell’azienda, aumento della possibilità di rateizzare. Almeno questo siamo riusciti a ottenerlo.

Per questa ragione, sono molto sensibile al tema. E alle balle, che offendono i contribuenti ancora più delle gabelle.

Il Renzi che ieri ha dichiarato di voler “rottamare Dracula” è lo stesso Renzi che, nel decreto fiscale abbinato all’ultima legge di stabilità, ha fatto danni devastanti esattamente su questo terreno.

Mettiamoli in fila, abbinati alle proposte emendative che lui e la sua maggioranza hanno respinto.

 

A. Renzi ha creato la macchina del pignoramento selvaggio. Il rischio in pochi anni: arrivare a 5 milioni di pignoramenti. Altro che “fisco amico”…

Un prima decisione devastante di Renzi è stato l’accorpamento tra Agenzia delle Entrate e soggetto riscossore (ex Equitalia, oggi Agenzia delle Entrate-Riscossione). Su questo abbiamo presentato vari emendamenti volti a rimarcare una necessaria indipendenza tra struttura/funzioni dell’accertamento e quelle della riscossione.

Agenzia delle entrate e soggetto riscossore devono, a nostro avviso, rimanere separati a differenza di quanto prevede il decreto renziano, che, di fatto, accorpa il nuovo soggetto all’interno dell’Agenzia delle Entrate creando un vero e proprio “mostro” al servizio di uno stato di polizia fiscale.

Superfluo dire che tutti i nostri emendamenti, aventi l’obiettivo di preservare l’indipendenza tra le strutture, siano stati bocciati.

Il decreto è devastante anche in materia di “potenziamento della riscossione”; la norma prevede che l'Agenzia possa acquisire le  informazioni  relative  ai rapporti di lavoro o  di  impiego,  accedendo  direttamente,  in  via telematica, alle specifiche banche dati dell'Istituto nazionale della previdenza sociale. L'Agenzia delle entrate-Riscossione è così autorizzata ad accedere e utilizzare i dati di cui per i propri compiti di istituto.In pratica, l'Agenzia Riscossione potrà mettere gli occhi su tutti i redditi dei debitori e quindi accelerare le procedure di rientro e pignoramento e anche segnalare alle Entrate possibili comportamenti da sanzionare. Nasce, quindi, un nuovo soggetto con poteri molto più ampi rispetto alla abolita Equitalia: infatti i nuovi esattori avranno la strada spianata sui controlli, potranno spiare i conti correnti e accedere alle banche dati dell’Inps.

Per comprendere poi la gravità di questo decreto, nel testo si parla addirittura di “raggruppamento per tipologia di contribuenti”, espressione da brividi che evidenzia uno degli obiettivi renziani, classificare e monitorare ogni singolo contribuente. Introdurre, quindi, un modello di controllo capillare e soffocante che presuppone che ogni contribuente sia, o possa essere, un potenziale evasore (stile “Le vite degli altri”). Tutto ciò è, ovviamente, contrario ai nostri principi liberali.

Ovviamente i nostri emendamenti presentati per la soppressione di questo articolo sono stati bocciati, così come quelli volti sopprimere la classificazione per tipologia dei contribuenti.

L’obiettivo di Renzi è stato quello di creare per il 2017 una vera e propria macchina da guerra da scagliare contro i cittadini italiani, inglobando nell’Agenzia delle Entrate il riscossore e  potenziandone gli strumenti di riscossione.

Ciò determinerà un aumento dei pignoramenti presso terzi compresi quelli su conto corrente. Secondo le nostre prime valutazioni, i pignoramenti potrebbero passare in poco tempo dagli attuali 160/170 mila annui di Equitalia a circa 5 milioni del nuovo soggetto (pignoramenti in tempo reale dello stipendio e di altri beni).

Proviamo solo ad immaginare cosa possa comportare tutto ciò; considerata la mole di errori compiuti dal’Agente della Riscossione in quest’ultimo decennio (circa 20/25%), risulta facile immaginare quanto questo stato di cose possa condurre ad uno stato di polizia fiscale che tenderà a colpire soprattutto i piccoli e le pmi, cioè le categorie più indifese che, causa crisi, cercano solo di sopravvivere. Facile temere che queste categorie rischieranno di essere strozzate dal nuovo sistema messo in piedi da Renzi, senza che al contribuente venga assegnato alcun vero potere di resistenza a quello che tra qualche mese potremo definire come un vero e proprio agguato fiscale.

 

B. Aggio: Renzi ha lasciato intatto il “regalino” alla macchina del fisco…

 

Sempre con riferimento al decreto, abbiamo depositato emendamenti volti a eliminare, o quanto meno ridurre, l’onere di riscossione (meglio noto come aggio). Un aggravio notevole, variabile tra il 3 e il 9% a seconda del periodo di emissione e del ritardo nel pagamento.

Renzi non più tardi di pochi mesi fa dichiarava "Spero che in sede di conversione del decreto l’aggio venga eliminato”. Schema solito dell’ex Premier: lancia lo spot per i TG e poi se ne lava le mani nel momento in cui dall’annuncio si deve passare ai fatti.

Noi abbiamo proposto l’abolizione o, come minimo sindacale, la riduzione al 50% dell’aggio ma non siamo stati ascoltati.

 

 

C.  Più rate, altrimenti nessuno o quasi potrà usufruire dello sbandierato sconto sulle sanzioni…

 

Renzi ha molto sbandierato la decisione dello sconto sulle sanzioni.

Abbiamo presentato emendamenti volti ad aumentare il numero di rate per consentire a chi non dispone di liquidità di mettersi in pari con il fisco. Emendamenti che prevedevano 6 o 10 rate fino a dicembre 2019. Bocciati anche questi emendamenti.

Si resta ancorati alle 5 rate da chiudersi entro settembre 2018 con il 70% da versare il primo anno, con buona pace di coloro che decideranno di non aderire alla rottamazione perché oggettivamente impossibilitati a farlo per mancanza di risorse.

Il concetto è chiaro a chiunque sia già alle prese con un piano di rateazioni: se anche viene concesso uno sconto sulle sanzioni, ma con l’obbligo di pagare in un tempo ristrettissimo, solo chi ha una consistente liquidità potrà far tesoro di questa occasione. I normali contribuenti non potranno assolutamente usufruire di questa occasione.

 

 

D.  Ancora compensazione, e ancora no da governo e maggioranza

Infine abbiamo presentato un emendamento che definiremmo di “civiltà fiscale”, emendamento che prevedeva una compensazione tra crediti e debiti con la P.A. Nello specifico l’emendamento statuiva che “Quando dai controlli emerge che il contribuente ha versato più del dovuto, la differenza può essere utilizzata in compensazione nella successiva liquidazione periodica”. Bocciato anche questo da Renzi e dalla sua maggioranza.

 

 

 

Daniele Capezzone

Deputato Direzione Italia

d.capezzone@gmail.com

@capezzone

Tags:
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