Inchiesta Consip: sta cadendo a pezzi
Romeo libero da un lato, l'inchiesta Consip più a rischio, dall' altro. L'ordinanza del Riesame di ieri era attesa, l' esito quasi scontato: il presunto "dominus" degli accordi corruttivi, così descritto dagli investigatori, già si preparava da settimane a lasciare "braccialetto" e domiciliari dopo la bocciatura di fondo e le rigorose argomentazioni che la Cassazione, sesta sezione penale, rinviava a giugno ai giudici romani della Libertà, scrive Repubblica.
Ma se è squisitamente su questi presupposti che il fondatore del gruppo Romeo ora si lascia alle spalle la detenzione (restando indagato a Napoli, e imputato a Roma), allora l'inchiesta Consip può dirsi ancora meno al sicuro. Se per Romeo si tratta del primo passo verso una controffensiva, quanto meno mediatica, per gli altri indagati eccellenti, da Renzi senior al ministro Luca Lotti, si potrebbe profilare - almeno in teoria - la speranza di una via di fuga. Di un insperato "alleggerimento" delle loro posizioni. Il motivo? Nel mirino del ricorso accolto ieri, un capitolo riguarda quelle intercettazioni «particolarmente invasive» previste solitamente in presenza di associazioni di stampo mafioso, concesse dal gip, e sulla cui legittimità i magistrati della suprema Corte hanno avanzato dubbi.