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Palazzi & potere
La Cena del Nazareno: Renzi con il pupillo di Berlusconi

Si sono incontrati dopo la messa domenicale delle 19 fuori dalla cattedrale di Pietrasanta. «Assolutamente per caso - giura il sindaco Massimo Mallegni - e con Matteo abbiamo deciso di mangiare una pizza insieme a mogli e figli». Matteo ha anche un cognome illustre: Renzi. Sì, proprio il segretario del Pd, scrive il corriere della sera, che in questi giorni sta trascorrendo le vacanze con la famiglia in Versilia all' Hotel Villa Roma Imperiale e al bagno dell' Alpemare di Vittoria Apuana, la propaggine più a nord di Forte dei Marmi.

Un incontro realmente guidato dal fato? Mallegni, ex socialista poi trasmigrato in Forza Italia, è un delfino di Silvio Berlusconi («sono solo la sua acciuga», si schermisce lui) che vede in quel sindaco versiliese, dicono gli amici, la stessa sostanza politica di Matteo Renzi. E Mallegni non solo ne è consapevole ma è anche assolutamente d' accordo con l' analisi. «Io e Matteo la pensiamo allo stesso modo, sembra uno dei nostri», pare abbia detto il sindaco dopo averlo ascoltato e applaudito all' ultimo incontro al Caffè della Versiliana.

Ed è stato proprio lì, si vocifera, che i due hanno deciso di rivedersi. Per mangiare un' innocente pizza a Strettoia, una piccola frazione sulle colline di Pietrasanta, o per un piccolo Nazareno alla versiliese?

Eppure, continua il corriere della sera, è stata una cena politica.

C'entra per caso qualcosa quanto scriveva nei giorni scorsi Il Tempo...? Retroscena da leggere attentamente...parola per parola:

Berlusconi, scrive Il Tempo, primeggia ancora nel panorama della politica nazionale malgrado le forze e l'inventiva del leader azzurro mostrino una qualche usura dovuta all'età (di servizio). Si dice che in Sicilia potrebbe mettere a segno il colpo di una squadra ricompaginata e rinvigorita, vincendo elezioni regionali che valgono l'anticipazione del turno generale di primavera. Si dice, ma non è sicuro. Perché i rumors impazzano. E a volte ci azzeccano.

Perché se invece decidesse di non calcare troppo la mano, di non spingere sull'acceleratore, insomma di fare campagna elettorale con il freno a mano tirato in omaggio alla mai rinnegata (sotto sotto) alleanza con Matteo Renzi, egli dovrebbe semplicemente ripetere lo 'schema Roma', ovvero quanto già accaduto lo scorso anno nella capitale dove il Pd di Matteo Renzi arrivò al ballottaggio senza uscire duramente sconfitto ed umiliato già al primo turno.

Per fare ciò, continua Il Tempo, basterebbe chiudere le porte ad Alfano o comunque lasciarselo sfilare da Renzi. In tal modo, con Alfano - che in Sicilia vale tra il 4 e il 6% e non il 10 come comunemente si vuol far credere- il toscano uscirebbe con tutta probabilità ugualmente sconfitto dalle elezioni isolane ma non umiliato, non da terza forza e potrebbe conservare la sua poltrona di segretario del partito piuttosto che evitare indesiderate gestioni collegiali.

Ed è proprio quanto si profila all'orizzonte, con il povero Micciché costretto ad alzare bandiera bianca di fronte al probabile ritorno del Ministro degli Esteri verso lidi renziani. Tutta colpa, o merito, dei veti di Salvini e Meloni? Difficile crederlo. Anche perché fonti partitiche rivelano che solo fino a pochi giorni fa l'accordo Berlusconi/Alfano era dato praticamente per concluso. Poi cosa è accaduto?

Insomma, secondo i rumors il Cav potrebbe aiutare Matteo Renzi ad evitare la catastrofe politica delle urne siciliane che gli costerebbe molto probabilmente la segreteria del Pd e Renzi potrebbe dargli una mano dando luce verde a Open Fiber, Enel e Cdp per l'acquisto della rete Tim. I primi segnali in questo senso ci sono già stati, basti pensare all'intervista, rilasciata proprio nei giorni scorsi (solo una coincidenza?) dal numero uno di Open Fiber, Franco Bassanini.

In tal modo, una volta ricoperto d'oro il finanziare bretone, quest'ultimo potrebbe agevolmente e a suon di euro chiudere tutti i contenziosi aperti con l'ex Cavaliere, per la gioia di entrambi. Perché quando ci sono i soldi tutti i problemi, anche i più aspri, si risolvono da buoni amici.

Gli insider, fin troppo malevoli, parlano dunque di un nuovo accordo da scodellare, con Bolloré "espropriato" a suon di pubblico denaro della rete Tim e sospinto garbatamente a riversare risorse verso Arcore, alle condizioni del Cavaliere. In sostanza, un flusso abbondante di euro, che scivolerebbe nelle casse del patron di Mediaset.

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