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Palazzi & potere
Francia, il 'fenomeno' Macron: solo il tempo potrà svelare le sue debolezze

Il nuovo presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, è un autentico fenomeno politico. In un solo anno infatti è riuscito a far fuori i grandi partiti storici francesi (i socialisti e i gollisti) trascinandoli nella polvere, oltre che nel ridicolo. Poi è riuscito a farsi eleggere presidente della Repubblica che, in Francia, non è una figura quasi esclusivamente rappresentativa (come in Italia e in Germania) ma è un mammasantissima politico che, nei fatti, unisce le prerogative del capo dello Stato e del premier che, pur esistendo come figura, gli è largamente sottoposto.

E sempre nelle elezioni presidenziali, scrive Pierluigi Magnaschi Direttore di Italia Oggi, Macron ha messo fuori uso anche una nuova e apparentemente fortissima forza politica come il Front National che, sotto la guida di Marine Le Pen, era diventato un partito nuovo (diverso da quello neonazista del padre) che si connotava come una sorta di M5s francese, anche se molto più strutturato, e si candidava a essere l'unico antagonista della consunta e collusa repubblica social-gollista.

Ma l'operazione chiave di Macron è stata la partecipazione di Donald Trump ai festeggiamenti per il 100° anniversario della vittoria nella prima guerra mondiale e alla sfilata militare parigina del 14 luglio (che da sempre è una messa cantata dell'Armèe con tutte le canne dell'organo militare gonfiate allo spasimo per disegnarsi più forte di quanto essa sia).

L'onorabilità internazionale che, nei fatti, Macron ha conferito a Trump, prima mettendolo, per qualche ora, a capo della sua Armèe e poi dal ristorante più lussuoso della Tour Eiffel (con un incredibile e fulmineo rovesciamento dei ruoli) è stata utilissima, sul piano internazionale anche a Macron stesso che, di fatto, dopo questa operazione di straordinaria abilità politica e diplomatica, si è connotato come l'uomo che, a livello internazionale, è in grado di concedere patenti di onorabilità e di autorevolezza ai principali leader politici, a partire da quello più importante, come Donald Trump.

Con Macron quindi la Francia è uscita dal girone delle potenze mondiali di media taglia che fanno parte della compagnia dei «voglio ma non posso». Non è che la Francia, con Macron, sia diventata più ricca e più potente. Ma è diventata semplicemente più smart. Si presenta meglio. Meglio di quello che è. Una specialità, questa, nella quale i francesi, da sempre, eccellono. Sono dei confezionatori eccezionali dei loro prodotti. In politica, dopo Mitterrand, c'era stata una perdita costante di visibilità e di credibilità. Adesso, con Macron, il lifting e il marketing sono tornati alla grande. E in una società globalizzata, come quella nella quale tutti stiamo vivendo, l'apparire è quasi come essere. Alla distanza, certo, le differenze si vedranno. Ma intanto Macron le differenze le ha cancellate. Sul lungo periodo sarà giudicabile quando il lungo periodo sarà passato. Ma sinora è stato un gran campione. Incomparabile con tutti i politici italiani.

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donald trump francia emmanuel macron germania merkel europa





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