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Palazzi & potere
Alcuni commenti seguiti alle recenti nomine dei direttori dei telegiornali Rai, tutte interne, hanno dell’incredibile. Il consigliere Rai Arturo Diaconale, oggi sul “Corriere della Sera”, ha addirittura il coraggio, o l’impudenza, di sostenere che la Rai fosse più pluralista ai tempi di Berlusconi. Forse Diaconale finge di non ricordare cosa fosse Viale Mazzini ai tempi del Cavaliere, quando gli editti bulgari erano veri e ai posti di comando del servizio pubblico arrivavano fedelissimi da Fininvest, da Forza Italia o addirittura direttamente da Palazzo Chigi. 
La casistica, purtroppo, è sterminata. Non c’è soltanto la “Struttura Delta”, raccontata dalle inchieste di “Repubblica” e dell’indimenticabile Giuseppe D’Avanzo (http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/07/07/news/rai_cos_agiva_la_struttura_delta_lo_scandalo_della_struttura_delta_condizionare_l_opinione_pubblica_e_controllare_tutta_-18777977/), costituita da un gruppo di dirigenti in linea diretta con Palazzo Grazioli che avevano messo la Rai al servizio del Cavaliere, secondo quella che era stata ribattezzata Raiset. 
Va ricordato che con Berlusconi a Palazzo Chigi il direttore generale della Rai, Mauro Masi, venne prelevato direttamente dalle stanze di Palazzo Chigi, dove svolgeva il ruolo di segretario generale. Arrivato a Viale Mazzini, peraltro con uno stipendio addirittura superiore all’attuale, 720mila euro (http://www.adginforma.it/prima-pagina-mainmenu-14/editoria-mainmenu-52/1380-su-lespresso-i-compensi-di-mamma-rai.html), Masi si distinse per il tentativo di censurare in diretta Santoro. Di fronte alla sua scandalosa nomina, i consiglieri Rai espressi dal centrosinistra si opposero, mentre oggi Campo Dall’Orto è stato nominato all’unanimità del Cda, con il voto anche dell’opposizione. Altro che abuso della maggioranza in Cda.
Con Berlusconi in Rai non soltanto sono stati epurati professionisti come Biagi, Santoro (che oggi torna) e Luttazzi, ma i direttori dei telegiornali venivano scelti tra i giornalisti che seguivano direttamente l’allora premier, come nel caso di Augusto Minzolini al Tg1 (http://www.unita.it/italia/rai-minzolini-e-mazza-si-spartiscono-la-prima-rete-1.28825), arrivato dall’esterno, o di Antonio a Preziosi al Gr Rai, interno, passato alla storia per aver fatto perdere a Radio Rai il suo primato sul mercato radiofonico.  
I tempi di Berlusconi erano quelli in cui l’allora premier telefonava al direttore di Raiuno e di Rai Fiction, Agostino Saccà, per sponsorizzare attrici e soubrette da far assumere in Rai (http://www.corriere.it/politica/07_dicembre_20/sacca_silvio_berlusconi_attrici_telefonata_fc2041de-aec7-11dc-8fe5-0003ba99c53b.shtml). Lo stesso Saccà che censurava le puntate di “Blob” contro il leader di Forza Italia (http://www.repubblica.it/online/politica/telescontro/blob/blob.html). Erano i tempi in cui ai piani alti di Viale Mazzini c’erano Debora Bergamini, assunta con incarico dirigenziale dopo essere stata assistente personale del Cavaliere (http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/245000/244036.xml?key=Natalia+Lombardo&first=1281&orderby=1&f=fir), e Alessio Gorla, dirigente Fininvest e di Forza Italia (http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/06/29/news/alessio_gorla-17831674/). 
Per ricordare quegli anni, può essere utile, ma dovrebbe essere d’obbligo, rileggersi “Il libro nero della Rai” di Loris Mazzetti (http://www.mondadoristore.it/Il-libro-nero-della-RAI-Loris-Mazzetti/eai978881701919/), storico autore di Enzo Biagi e di Raitre, oggi nominato da Campo Dall’Orto come vice della nuova struttura editoriale guidata da Carlo Verdelli. 
I direttori Rai di oggi sono Mario Orfeo (in Rai nel 2009 come direttore del Tg2, durante il periodo del governo Berlusconi), Ida Colucci (vicedirettore al Tg2 sempre dal 2009), Luca Mazzà (vicedirettore di Rai3) e Antonio Di Bella (già direttore di Tg3 e Rai3). Chi può avere il coraggio di sostenere che questi autorevoli professionisti, tutti a lavoro in Rai da anni, non siano in grado di rappresentare e tutelare il pluralismo?
 
 
Michele Anzaldi
Tags:
raisilvio berlusconi





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