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Palazzi & potere
Economia e crisi, ecco le 10 domande di Lannutti a Padoan

 

Fedele esecutore della dottrina totalitaria di Milton Friedman e di un disegno mondialista che globalizza le povertà, privatizza le ricchezze in poche mani,  teorizza la supremazia di banche e finanza sulla politica e l’economia, accentua le disuguaglianze, diffonde la povertà, relega uomini e donne a merci avariate,  da sacrificare alla supremazia del profitto dei predatori del mercato, con licenza di truffare, sfruttare i lavoratori, inquinare l'ambiente, nuocere alla salute dei cittadini, Pier Carlo Padoan, dal febbraio 2014 ministro dell’Economia, sta applicando in Italia ricette fallimentari di austerità imposte da Troika e Fmi. Per completare l’opera iniziata dal 2011 da Mario Monti e dagli ultimi 4 governi (non eletti), che hanno legiferato nel solco di scardinare diritti economici e sociali, con provvedimenti a favore di banche ed imprese, nel solco di una dottrina totalitaria denominata neo liberismo, introdotta negli USA da Milton Friedman (recepita da Ronald Reagan, Bush e Clinton negli Stati Uniti, Margareth Thatcher e Tony Blair in Gran Bretagna), che ha sostituito la sovranità popolare con la sovranità di mercato, la prevalenza dell'economia sul diritto e sulle costituzioni, relegando gli uomini a merci (Jobs Act,voucher, salva banche, ecc.), che ha corrotto la società, favorito le disuguaglianze, privatizzato i beni comuni, condotto l'economia in una delle più gravi recessioni della storia.

     Dopo aver incassato la stroncatura del premio Nobel per l’Economia Paul Krugman, che  in un articolo sul “New York Times”, affermò che: «Certe volte gli economisti che ricoprono incarichi ufficiali danno cattivi consigli; altre volte danno consigli ancor peggiori; altre volte ancora lavorano all’Ocse», il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, osannato da mass media e cinegiornali Rai coi ventriloqui poco adusi a fare domande, perché più esperti nell’arte dell’adulazione dei potenti, è stato stroncato perfino dall’Ocse.

     L'Ocse infatti (Organizzazione internazionale di studi economici per la cooperazione e lo sviluppo per i paesi membri sviluppati, aventi in comune un sistema di governo di tipo democratico e un'economia di mercato, avente la finalità della risoluzione dei problemi comuni, l'identificazione di pratiche commerciali e il coordinamento delle politiche locali e internazionali dei paesi membri, con sede a Parigi e 35 paesi aderenti), ha assestato un duro colpo alla ingannevole, fraudolenta narrazione del Governo sull'uscita dalla crisi economica, fornendo un gran dispiacere al Ministro Padoan, già vice segretario generale OCSE dal 1º giugno 2007 e capo economista dal 1º dicembre 2009.

   Nel rapporto mensile Ocse relativo ai primi due trimestri del 2017, l'Italia –al di là della narrazione fraudolenta delle statistiche edulcorate dalla governativa Istat e dei mass media di regime, in primis i cinegiornali Rai Luce ed i giornalisti embedded- il Pil del Bepaese, fatto 100 quello del 2010, resta a quota 99,1 punti, con un andamento degli ultimi sette anni, peggiore tra i paesi sviluppati, solo dopo la Grecia ed a pari merito con il Portogallo.

   La media Ocse, riferita al primo trimestre, dato che per il secondo mancano i dati di alcuni paesi, è di 113,3 punti. La Grecia (con l'ultimo dato riferito al primo trimestre 2017) è a 81,6 punti mentre la Germania nel secondo trimestre segna 112,6 punti, la Francia 107,6, il Regno Unito 114 punti e gli Stati Uniti 115,2. La Spagna che ancora nel 2014 registrava una perdita di Pil peggiore di quella italiana segna, nel secondo trimestre, 104,8 punti. Nel primo trimestre l'Italia ha registrato un avanzamento del pil dello 0,4% (+0,5% la media Ocse) come nel secondo trimestre, piazzandosi tra i paesi con la crescita più lenta.

  Adusbef  adusa a confutare le frottole del Governo su Pil, crescita, occupazione, ripresa dei consumi, uscita dal tunnel della crisi e della recessione col Jobs Act, la distruzione dei diritti, ritiene il ministro Padoan, il cui smacco dell'Ocse non può passare inosservato, il massimo responsabile di una narrazione fraudolenta di un sistema bancario pieno di buchi spacciato per solido dalla Banca d'Italia, come delle condizioni economiche dell'Italia, un ministro che in maniera irresponsabile, divulga fake news istituzionali, con la speranza di fare breccia nella credulità popolare. Il decalogo delle fake news del ministro Padoan.

  1. CRAC ARGENTINA: Padoan nel 2001 era responsabile in Argentina per conto del FMI (Fondo monetario internazionale) anno in cui il Paese sudamericano dichiarò bancarotta, costretta a dichiarare fallimento dopo che le politiche liberiste e monetariste imposte dal Fmi (suggerite da Padoan) distrussero il tessuto sociale del Paese. In quegli anni il neo ministro si occupò anche di Grecia e Portogallo. Il premio Nobel per l’Economia Paul Krugman, scrisse  che furono proprio le ricette economiche «suggerite da Padoan a favorire la successiva crisi economica nei due Paesi».
  2. GRECIA: IL DOLORE FINALMENTE PAGA: Padoan dichiarò il 29 aprile 2013 al Wall Street Journal, a proposito della politica dei sacrifici imposta al popolo europeo dalle politiche di austerità che: “il dolore finalmente paga”. “La percezione che l’austerità sia inutile è sbagliata. Il risanamento fiscale sta producendo risultati. Il dolore è efficace. I politici della zona Euro devo comunicare meglio i loro successi alla popolazione stremata”. «La Grecia si deve aiutare da sola, a noi spetta controllare che lo faccia e concederle il tempo necessario. La Grecia deve riformarsi, nell’amministrazione pubblica e nel lavoro». In altre parole, Atene avrebbe dovuto rendere il lavoro molto più flessibile, alleggerendo (licenziando) la macchina della pubblica amministrazione. Nel marzo del 2013, quando la Grecia era sull’orlo del collasso, l’allora numero due dell’Ocse suggerì più esplicitamente: «C’è necessità che il governo greco adotti una disciplina di bilancio rigorosa e di un continuo sforzo di risanamento dei conti pubblici, condizioni preventive per il varo di misure a sostegno dello sviluppo». Padoan è stato per quattro anni responsabile per conto del Fmi della Grecia. Successivamente, ha influenzato le politiche economiche di Atene in qualità di vice presidente dell’Ocse. I “programmi della Troika” sul popolo greco hanno prodotto miseria, disperazione, malnutrizione di vecchi e bambini che rinunciano alle cure mediche, drammi sociali, disperazione.  Pochi giorni fa ad Atene, attivisti hanno tentato di fermare la vendita delle abitazioni sottratte ai cittadini morosi (sono il 45% del totale). Tafferugli, feriti e lo spettro d’uno sciopero generale: la Grecia non riesce a uscire dall’ombra lunga della durissima crisi economica e sociale che l’ha investita in ondate successive negli ultimi anni, modificando anche in profondità il panorama politico. Ma l’UE non fa passi indietro: Jyrki Katainen, ex premier finlandese, l’anima più rigorista della Commissione, continua a nutrirsi del dolore.
  3. BANCHE SOLIDE: Il 31 ottobre 2014, in occasione della novantesima giornata del risparmio, il ministro Padoan affermava: “le famiglie italiane sono tra le meno indebitate d'Europa e il sistema bancario è solido e privo di rischi”.“La solidità del nostro sistema bancario, la sua piena funzionalità ed efficienza nel più ampio contesto europeo sono elementi chiave ai fini della tutela del risparmio”. Seguivano le lodi dell'unione bancaria e della supervisione comunitaria, mentre il governo, concludeva Padoan, rafforzava il suo impegno nel “sostenere la qualità dei risparmi delle famiglie italiane, la loro sicurezza e redditività“. Il 4 febbraio 2016, al question time del Senato il ministro Padoan: “Il sistema bancario italiano è 'solido e sicuro', anche se 'è stato interessato nelle ultime settimane da volatililà'. La reazione dei mercati 'non è commisurata alla reale situazione degli istituti di credito italiani'. Dalla garanzia pubblica sulle sofferenze bancarie 'aspettiamo risultati importanti' nel medio termine. Le sofferenze nette sono a 88 mld, non a 201mld. I conti pubblici, sono 'sotto controllo'.
  4. FONDO ATLANTE: Il 3 agosto 2016 rispondendo alla camera sulla situazione delle banche italiane, il ministro Padoan affermava: 'Gli stress test mostrano un sistema bancario solido', e “la strategia del Governo si basa sullo sfruttamento delle sinergie tra intervento pubblico e iniziativa del mercato'. Un investimento in Atlante, il fondo salva banche, quindi 'rientra nella piena prerogativa e autonomia decisionale degli enti che autonomamente potranno decidere di destinare le proprie risorse a questo tipo di impiego'. Padoan ha quindi sottolineato che 'una eventuale e libera partecipazione' riguarderebbe un 'ammontare residuale rispetto al loro patrimonio complessivo' e 'non pregiudica il risparmio previdenziale'. D'altra parte Atlante è 'un veicolo di investimento di iniziativa privata' e ritengo che 'non possa e debba esserci alcuna ingerenza sulle scelte gestionali e operative delle casse previdenziali'. Abbiamo visto com'è andata a finire.
  5. BAIL-IN-ESPROPRIO CRIMINALE DEL RISPARMIO: 4 febbraio 2016, al Question Time in Senato:  “Dopo il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, anche il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan interviene sulle nuove norme di salvataggio delle banche, che comportano il coinvolgimento di azionisti, obbligazionisti e in ultima analisi depositanti sopra i 100mila euro in caso di fallimenti bancari (il cosiddetto bail-in). Le nuove regole hanno aumentato l'instabilità del sistema per cui "occorre una fase di transizione", in cui vengano messi a disposizione "strumenti per affrontare singoli problemi ed vitare che crisi circoscritte abbiano effetti sistemici". Il 7 ottobre 2016, il ministro Padoan in un'intervista alla Cnn: 'Non mi aspetto nessuna operazione di bail in Italia. Il sistema bancario italiano è solido. Gli Npl sono molti, ma non tanti quanti a volte leggo in giro''. In una Audizione presso le Commissioni congiunte Finanze Senato e Camera su: “La tutela del risparmio nel settore creditizio, in relazione al DL 23 dicembre 2016 n. 237”, del 12 gennaio 2017, il ministro Padoan metteva la mano sul fuoco: “Le nostre banche, più che mai solide'.
  6. BANKITALIA & CONSOB ASSOLTE: 6 luglio 2017: «Non ho ragione di dubitare che le autorità di controllo abbiano perfettamente svolto le loro funzioni», ha affermato al Gr1, rispondendo a una domanda sulle critiche rivolte a Bankitalia e Consob sul fronte dei controlli. Non ci sono sicuramente altri focolai di crisi. Se ci sono amministratori irresponsabili vanno perseguiti legalmente. Bisogna fornire ai risparmiatori, soprattutto famiglie, molta più informazione di prima, e questo si deve e si può fare, lo si farà anche con il sostegno pubblico, con le iniziative relative all'educazione finanziaria, affermando che nel sistema bancario italiano 'è tornata la fiducia';
  7. BANCHE VENETE-INTESA SAN PAOLO: 6 luglio 2017. Dopo aver regalato le due banche venete, subendo il ricatto allo Stato di Banca Intesa, che per 1 euro ed una dotazione iniziale, un acconto di 5 mld di euro su 17 miliardi appostati di fondi pubblici, ha acquistato alle sue condizioni capestro, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ha ripetuto ai mass media che passano acriticamente le sue veline, che: 'Non ci sono altri focolai di crisi come quelli risolti in questi giorni'- ha detto al Gr1- sottolineando che 'abbiamo rimesso in carreggiata la quarta banca del Paese' con riferimento a Mps, mentre 'le banche venete sono state rilevate da Intesa che non ha problemi di credibilità'.
  8. MPS, LA CACCIATA DI VIOLA, IL RITORNO DI MORELLI. 10 settembre 2016- Vertice Ecofin di Bratislava- Pier Carlo Padoan auspica "tempi molto rapidi" per la nomina dell’AD del MPS, parlando al termine dell'Ecofin informale a Bratislava. Il titolare di via XX Settembre ha anche ribadito che la mission del nuovo amministratore delegato sarà quella di portare a termine il piano già concordato con la Bce per la maxi cessione di sofferenze e il conseguente aumento di capitale per la banca senese. 6 luglio 2016: “Grilli ha accompagnato a pranzo a Palazzo Chigi il capo mondiale di Jp Morgan, Jamie Dimon, che ha proposto al presidente del Consiglio Matteo Renzi il suo piano per “salvare” Mps impossessandosene. Si dà il caso che Jp Morgan sia, insieme a Mediobanca, il consulente di Viola per l’operazione di salvataggio annunciata il 29 luglio scorso: vendita di tutte le sofferenze (crediti inesigibili) per 9,2 miliardi e aumento di capitale da 5 miliardi per rimettere la banca in linea di galleggiamento”.Renzi aveva dato la linea: “fuori la politica da Mps”, ma ritenendo che a Palazzo Chigi non c’è la politica ma forse semplicemente il potere, Dimon è andato da lui, ottenendo il sostanziale via libera. Viola – pur spalleggiato dal presidente di Mps Massimo Tononi e delle evanescenti personalità di Visco e del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan – ha perso la partita, dopo settimane di braccio di ferro con le banche d’affari che, pagate da Mps e non poco, hanno svolto il loro compito cercando di imporre a Viola la loro volontà. La vigilanza Bce impone a Mps di aumentare il capitale per consolidarsi; una banca (presunta) malata che chiede 5 miliardi agli azionisti appare ai mitici mercati più malata di quanto è; i consulenti allargano le braccia e dicono che non c’è nessuno disposto a comprare nuove azioni della banca, a meno che non sia qualcuno che mettendo una grossa cifra diventi padrone di fatto del Monte dei Paschi. Per esempio Jp Morgan. Col ritorno  a Siena dell’uomo che ha aiutato Mussari a sfasciare MPS il cerchio si chiude. Renzi ha detto che sulla crisi bancaria la colpa è dei giornali che hanno dormito. Su una cosa ha ragione: sulle banche il più sveglio è lui”. (Giorgio Meletti,Il Fatto Quotidiano 9 settembre 2016).
  9. CARICHIETI COMISSARIATA, PER ESSERE REGALATA AI SODALI DI BANKITALIA.  Sabato 20 settembre 2014. Col decreto firmato dal Ministro Padoan, nominato il rag. Riccardo Sora Commissario straordinario, e quali componenti del Comitato di Sorveglianza l'avv. Paolo Benazzo, la prof.ssa Maria Teresa Bianchi e il prof. Marco D'Aliberti. Bankitalia continua a fare terra bruciata delle banche del sud, commissariando, con criteri spesso arbitrari e privi di necessarie e trasparenti motivazioni, istituti di credito operanti nel Mezzogiorno. Dopo aver fatto piazza pulita di banche storiche con tradizioni secolari offrendole in pasto ai soci di Bankitalia egemoni del Nord, come Intesa San Paolo, oggi è stato il turno di Carichieti, forse per rafforzare qualche banca o banchiere nelle grazie dei mandarini di Palazzo Kock”. Con il commissariamento di Carichieti l’Abruzzo perde di fatto la sua ultima cassa di risparmio espressione del territorio. Adusbef non difende le banche e tantomeno Carichieti, ma pretende che questi mandarini di Palazzo Koch, comincino a rendere conto del loro operato motivando sia le ragioni e le finalità del commissariamento, che i criteri con i quali vengono nominati, al di fuori di qualsiasi albo, le consuete terne di commissari, il cui arbitrio e cupidigia di guadagno e di clientele”. A fronte all’ineffabile sudditanza del Governo che col Ministro Padoan ha eseguito come un obbediente soldatino gli ordini di Bankitalia, le  Procure della Repubblica devono indagare sull’operato del Direttorio e se i poteri di vigilanza bancaria non siano stati utilizzati in maniera distorta e strumentale per favorire precisi e individuati gruppi d’interesse che possano configurare fattispecie quali corruzione, concussione, falso, truffa e abuso d’ufficio”. A seguito degli accertamenti del Tribunale fallimentare di Chieti, i fiduciari di Bankitalia sono indagati per bancarotta fraudolenta. Il sostituto procuratore, Giuseppe Falasca, ha iscritto due nomi nel registro degli indagati, Salvatore Immordino e Francesco Bochicchio, l’altro ex commissario affiancato a Immordino il 9 giugno 2015.
  10. Debito Pubblico. Al Consiglio Ecofin (25 maggio 2016),sui conti pubblici, Lei ministro Padoan, ha affermato che il debito Italia scenderà molto rapidamente. «Il debito pubblico italiano si è stabilizzato, ha smesso di crescere e non potrà stare fermo per molto tempo, scenderà rapidamente». Lo ha assicurato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, all'Ecofin a Bruxelles, confermando come il governo preveda ancora la discesa del debito già quest'anno. Il governo stima che il rapporto debito/Pil scenderà dal 132,7% del 2015 al 132,4% quest'anno, per poi calare al 130,9% nel 2017, al 128% nel 2018 e al 123,8% nel 2019. Prevediamo per il 2016 l'inizio della discesa del debito per una diversa valutazione in tema di privatizzazioni rispetto a quella delle istituzioni internazionali. Al contrario,a settembre 2017, dopo 43 mesi del governo Renziloni-Padoan, il debito attestato a 2.107,157 mld di euro a febbraio 2014, ha registrato una impennata record pari a 2.283,7 mld di euro,con un aumento di 176,6 miliardi ossia 4,1 mld di euro al mese; 138 milioni al giorno; 5,748 milioni l'ora; 95.800 euro al minuto; 1.596 euro al secondo; con un gravame di 38.000 euro per ognuno dei 60 milioni di abitanti, ed una tassa occulta pro-capite di 2.551 euro, in aggiunta alle decine di stangate a danno delle famiglie e dei cittadini. Come mai ?

Un ministro che tenta di dispensare per positivi, dati economici ballerini sul debito ed il Pil, che occulta ancora una volta la realtà economica dei fatti, ripetendo balle seriali, non rende un servizio agli interessi generali del paese costituito da famiglie impoverite, consumatori taglieggiati, PMI stufe di pagare tasse elevate da un fisco vessatorio, risparmiatori truffati ed usurati dalle banche, azzerati con l'anticipo del bail-in del 22 novembre 2015, approvato in Europa all'insaputa di Bankitalia, Padoan e del Governo.

Quando il ministro Padoan parla di stabilità dei conti e solidità delle banche, meglio ricorrere agli scongiuri.

Elio Lannutti (fondatore Adusbef- giornalista e scrittore)

 

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