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Palazzi & potere
Lega, Matteo Salvini vuole i voti cattolici. Ma Papa Francesco dice no!

Salvini ha deciso di cavalcare l'ala cattolica antibergogliana che va da Antonio Socci e Ettore Gotti Tedeschi, sperando in loro come teste d'ariete per proseguire la conquista di elettorato cattolico avviata con la strombazzata partecipazione al Congresso di Verona. La verità è che con il Papa contro, i voti cattolici, inevitabilmente, non si aggregano: il corpaccione dei sette milioni di italiani che ogni settimana vanno a Messa non ama chi è sprezzante con il Vescovo di Roma, spiega Dagospia.

E proprio da Roma, spiega in un informatissimo retroscena Dagospia, partono direttive orientate anche al voto per le europee, che premi i partiti più fedeli: ci sono vescovi e parroci silenziosamente schierati con Forza Italia, in particolare nel centro Italia a sostegno della candidatura Tajani; ce ne sono di vicini al Pd di Zingaretti, ma più nascosti rispetto al tempo del Pd di Renzi, che almeno era un boy scout cattolico; una ventina di vescovi sono schierati con il Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi; qualcuno piuttosto che far votare Lega, prova a dirottare i fedeli più destrorsi verso il voto a Fratelli d'Italia, anche se a Giorgia Meloni viene rimproverato di essere copia sbiadita di Salvini stesso.

Insomma, qualche voto a tutti, ma neanche uno alla Lega: questo è l'orientamento delle gerarchie ecclesiastiche che si sta consolidando. E se Salvini vede i sondaggi contrarsi un po' e ha perso la speranza di superare quota 35% il 26 maggio, lo si deve proprio all'entusiasmo raffreddato dei cattolici nei suoi confronti. Gli antibergogliani non gli bastano, anzi rischiano di essere controproducenti: portano meno voti di quanti ne tolgono. Salvini è irritato e da questo deriva lo schizzo di veleno riservato a Bergoglio: "Nemmeno se me lo chiede Padre Pio".

Finirà che a Padre Pio dovrà votarsi il buon vicepremier, se vorrà veder realizzato il miracolo di essere il partito più votato dai cattolici italiani. Condizione necessaria per diventare un partito centrale e inamovibile del sistema politico italiano. Il partito-architrave del sistema in Italia non può avere il Papa contro. Con questo problema Salvini dovrà prima o poi fare i contri. Per ora la tentazione prevalente nell'animo del vicepremier è andare allo scontro. Con Di Maio o Conte potrà pure funzionare. Con la Chiesa, che sta lì da duemila anni, no.

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