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Palazzi & potere
Lega, Salvini e i piani B: al voto con le europee o premier col Centrodestra

Tutti i politici che si rispettino in ogni epoca e luogo hanno sempre avuto un piano B degno di questo nome. Matteo Salvini l'uomo forte della politica italiana, il premier 'di fatto' che riesce a condizionare a piacimento le politiche nazionali ed europee non sfugge certamente alla regola, scrive La Verità.

E per il piccolo Machiavelli, come è già stato definito, non potrebbe essere diversamente dato che aldilà dei successi che sta collezionando uno dopo l'altro a cominciare dalla vittoria delle politiche lo scorso 4 marzo, Matteo Salvini sa benissimo che per lui e il governo la strada non sarà sempre in discesa. "Il governo Conte rischia di finire come Berlusconi nel 94 e c'è tanta gente che se lo augura anche ai vertici delle istituzioni" spiegano dall'entourage della neonata maggioranza di governo. "Per il momento siamo partiti e tutto sommato stiamo andando bene ma non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, soprattutto a partire da ottobre quando discuteremo la legge di bilancio. Lì si comincerà a fare sul serio e a quel punto non sarà più solo un problema di essere in sintonia con il paese ma diventerà anche un problema politico ed eventualmente un problema finanziario se la speculazione comincerà a mordere i risparmi degli italiani" spiegano sotto anonimato le medesime fonti.

Eh già perché se pure il governo Conte, sostenuto come un sol uomo da Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ha cominciato il suo viaggio e cerca di prendere un'andatura di crociera sono molti gli ostacoli che incontrerà sul suo percorso nei prossimi mesi. "Giuseppe Conte è alla sua prima esperienza di governo così come Matteo Salvini e Luigi Di Maio: questo certo non aiuta e non è un punto di forza del nuovo governo" spiegano autorevoli fonti della maggioranza. Ma non finisce qui perchè a breve potrebbero aprirsi diversi fronti. "Per ora le cose sono andate molto bene per quanto riguarda la gestione del tema immigrazione con i segnali dati sia all'interno che all'esterno in Europa. Però quanto durerà la bonaccia? Per ora è stato tutto molto facile dato che si partiva da una situazione totalmente sfavorevole per l'Italia e quindi ci voleva poco per guadagnarsi attenzione e solidarietà dall'Europa ma nelle settimane future potrebbero esserci dei problemi anche su questo su questo tema" spiegano gli sherpa vicini ai dossier più 'caldi'. Bisognerà dunque vedere cosa deciderà in concreto l'Europa, se Bruxelles ci verrà incontro concretamente e non solo con le parole, se ci sarà cioè una concreta redistribuzione dei migranti piuttosto che la revisione del trattato di Dublino. Se l'Europa dicesse di no o prendesse tempo Salvini, Conte e di Maio si troverebbero di fronte alla loro prima grande sconfitta e visto che siamo in piena estate il clima non potrebbe che diventare bollente con il rischio della ripresa degli sbarchi. Ma c'è un altro fronte che rischia di aprirsi a breve, dove l'Italia rischia di trovarsi sola: quello della revisione del bilancio comunitario. Senza trovare delle alleanze forti potremmo trovarci spiazzati. E poi c'è la grande partita europee dei conti pubblici: lì tutti i nodi verranno al pettine soprattutto quando il governo carioca dovrà fare la sua prima legge di bilancio. Senza ottenere flessibilità, senza i soldi di Bruxelles sarà ben difficile mettere in piedi flat tax, diritto di cittadinanza, revisione della legge Fornero. In più, altro problema non di poco conto è quello dell'inchiesta sullo stadio della Roma che coinvolge l'imprenditore Parnasi e tutto il sistema che gira intorno. Una vera e propria questione morale che sta attanagliando in particolar modo i 5 Stelle, azionisti di maggioranza del governo. Un vero e proprio vaso di Pandora che è stato appena scoperchiato e che non si sa dove andrà a finire. In passato i 5 Stelle non hanno pagato dazio a vicende in qualche modo simili che li hanno lambiti, ma ora potrebbe essere tutto diverso perché da Roma capitale i fili potrebbero arrivare sino ai vertici stessi del MoVimento.

Insomma nelle prossime settimane e mesi sarà tutto molto più difficile per la coppia Salvini-Di Maio e sono in molti a pensare che il governo Conte potrebbe arenarsi sulla sua prima legge di bilancio, proprio come accadde al primo governo Berlusconi nell'ormai lontano 1994. Ma a quel punto Matteo Salvini potrebbe fare buon viso a cattivo gioco e sfoderare, da politico consumato, il suo piano B prediletto: portare il paese alle elezioni in concomitanza con le europee del prossimo anno e passare all'incasso elettorale senza dover tener fede alle molte, forse troppe, promesse fatte. La cosa potrebbe convenire anche ai 5 Stelle che a quel punto in caso di politiche anticipate giocherebbero il jolly: Alessandro Di Battista. Inutile dire che la campagna elettorale sarebbe tutta giocata al grido di: "Abbasso l'Europa". Salvini però ha anche un'ulteriore subordinata, ragionano in casa 5Stelle, ovvero l'idea che il governo possa cambiare colore con il tempo anche senza elezioni anticipate per mandare i pentastellati all'opposizone e riabbracciare il Cav.

Il sospetto, ma è molto più di un sospetto, agita i sonni anche dei dimaiani più fiduciosi e contenti dell'accordo con Salvini: «E se Matteo volesse provocare la crisi di governo per mettere in piedi un governo guidato da lui e con l'appoggio di tutto il centrodestra, cercando i voti in Parlamento? La cosa non sarebbe affatto difficile ora, visto lo strapotere politico e mediatico del leader padano. Trovare una cinquantina di voti in Parlamento sarebbe un gioco da ragazzi". "E quel che è peggio è che Salvini potrebbe fare tutto questo senza darci nemmeno il tempo di approvare il reddito di cittadinanza o qualcosa che gli somigli". Questo per l'M5s sarebbe decisamente lo scenario peggiore.

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