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Palazzi & potere
"L'Università deve riflettere sulle grandi sfide del tempo presente"

Quarto appuntamento delle “Conversazioni Filosofiche” promosse dalla Link Campus University, dopo Giacomo Marramao, Donatella di Cesare e Massimo Cacciari, Roberto Esposito, docente di Filosofia Teoretica presso la  Scuola Normale Superiore di Pisa, presenta il suo libro:  Politica e Negazione. Per una filosofia affermativa (Einaudi - 2018).

Una “ritrovata” filosofia che si approccia sempre più alla realtà, dove l’autore afferma esso stesso della necessità di intrecciare il percorso interno e lo “Spirito del Tempo” per donare di senso la realtà fattuale.

Nella sua Lectio Magistralis, Esposito ripercorre criticamente la storia del pensiero politico e della sua affermazione, attraverso la costruzione “definitoria” tramite il negativo: è solo tramite la definizione di ciò che non è, definiamo ciò che è. Tra tutte le sfere sociali dell’uomo, anche e soprattutto la politica ne è una chiara espressione.

“Il populismo è la causa del nostro malessere o è l’esito di qualcosa d’altro?”[…]” La dissoluzione delle categorie politiche è l’esito estremo della macchina della negazione, qualcosa di più antico e radicato nella costruzione del pensiero odierno”.

“Per costruire l’ordine politico bisogna distruggere l’ordine naturale”, negarlo, snaturarlo: la vita presuppone l’annichilimento delle radici pronfonde. Doppia negazione: rinunciare agli impulsi originali e consegnarli alle mani del sovrano. Tutte le categorie politiche moderne si costruiscono per negazione quindi: “la sovranità è la negazione della possibilità del conflitto”.

La prima affermazione hobbesiana, base della costruzione del pensiero politico moderno, è una negazione. La sua evoluzione procede verso costruzioni negative e oppositive, in cui il populismo rappresenta solo l’ultimo anello di quel processo di addensamento del consenso per dissenso. L’aggregazione delle passioni negative vengono rese politicamente attive nella logica del contrasto: il forte rischio della politica è il completamento della “democrazia dell’interdizione” che prevalga su “una democrazia del progetto”.

L’accettazione del negativo, la sua contemplazione, è l’unico modo per costruire una “politica affermativa” in un percorso positivo di elaborazione e costruzione di un pensiero critico.

“Noi stiamo, come Università, cercando di riflettere sulle grandi sfide del tempo presente. Vorremmo dare ai nostri giovani un sapere critico, per permettergli di approcciarsi alle nuove sfide del mondo moderno” è quanto affermato da Vincenzo Scotti, Presidente della Link Campus University.

E’ venuto il tempo di riportare il sapere all’interno del discorso politico ed accademico per permettere ai giovani di avere gli strumenti per costruire un futuro diverso. Ci vuole ricerca di un’utilità del sapere, il ritrovare il senso degli elementi che contribuiscono alla formazione di nuovo percorso sociale, culturale e di pensiero per le future generazioni.

 

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