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Palazzi & potere
Governo: Tria e Quirinale, manovra a tenaglia su Salvini e Di Maio

Tra il ministro dell'economia Giovanni Tria e l'azionista di maggioranza del governo italiano, Luigi Di Maio, la tensione non potrebbe essere più forte. I punti di attrito sono già molti e se non ci sarà un chiarimento definitivo tra i due nel prossimo futuro potrebbero essere molti di più anche perché la legge di bilancio è alle porte. Ottobre arriverà prestissimo.

Non è dunque solo il caso INPS, scrive La Verità, a tenere banco nelle riunioni riservate del Movimento ma c'è ben altro; le preoccupazioni sono molte di più e non riconducibili solamente al singolo episodio di cui tanto si sta parlando in questi giorni."Il ministro Tria ha fatto ampiamente capire che non vuole venga toccata la propria autonomia, si muove in piena sintonia con il Quirinale e poi anche con il premier Conte" spiegano fonti pentastellate che stanno seguendo il dossier economia.Ma la preoccupazione interna al Movimento 5 Stelle è soprattutto un'altra: "Il problema è che se continuasse questo stato di tensione il ministro potrebbe anche essere tentato di dare le dimissioni".

Ecco, questo è il punto nodale della questione, la paura che il ministro dell'economia possa alfine decidere di sbattere la porta ed andarsene. E di tutto ciò il professore non ne farebbe affatto mistero, almeno coi suoi più stretti collaboratori. Questa è la grande paura che aleggia in casa 5 stelle. "Non è certo un caso che a distanza ormai da un mese e mezzo dall'insediamento del governo nessun viceministro all'economia abbia ricevuto le deleghe e non è un caso che su ogni possibile nomina ci siano dei contrasti sia con le indicazioni della Lega che con quelle del MoVimento 5 Stelle". Insomma, i rapporti col ministro Tria sono probabilmente destinati a peggiorare ma il rimedio potrebbe essere peggiore del male perché le dimissioni del ministro dell'economia potrebbero affondare definitivamente l'intero governo gialloverde dato che nasce da un complicatissimo gioco ad incastri di cui il Quirinale è stato levatore.E qui viene l'altro punto del problema perché proprio in questi giorni dal Quirinale non si stancano di far sapere al governo gialloverde che ci sono dei punti essenziali, irrinunciabili, ai quali ci si dovrà attenere, punti che peraltro il Presidente Mattarella aveva già ampiamente definito. Ma evidentemente "repetita iuvant".

Questo non significa, continua La Verità, che il Capo dello Stato intraprenderà una qualche forma di interventismo ma significa piuttosto che vorrà un rigoroso e preciso rispetto delle regole costituzionali come già ebbe modo di ricordare nelle scorse settimane citando Einaudi.In particolare, i punti sui quali ci sarà una forte attenzione da parte degli uomini del Colle saranno essenzialmente tre: la compatibilità finanziaria delle leggi, il rispetto dei trattati europei ed il rispetto dei diritti umani. Su tutte queste materie, tutelate dalla costituzione, il Colle non farà passi indietro né di lato. Su tali questioni il Capo dello Stato non si limiterà a fare il notaio. E per Di Maio e Salvini potrebbero essere dolori.

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m5sluigi di maiotriagoverno





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