M5s, i dubbi di Fico: "Finiti in mano a un'azienda"
M5s, la 'svolta' non convince Roberto Fico
Di fatto, la svolta del M5S è stata decisa da un pugno di persone, più avvocati che eletti. La delusione porta sconforto e voglia di dire basta, scrive la Stampa. Tra i campani che partecipano alle chat c'è Paola Nugnes, senatrice oppositrice di Di Maio e c' è la fedelissima amica di Fico, Vega Colonnese. La prima sta meditando se autocandidarsi oppure no. La seconda ha già deciso che il M5S così com' è diventato non le piace e non si candiderà. Di Pozzuoli è Vincenzo Caso, altro deputato che pare non farà il bis alla Camera. Inutile chiedere commenti a Mimmo Pisano, deputato di Salerno, dissidente dai primi mesi della legislatura e già serenamente deciso a dire addio al M5S «ridotto - dice - a un gruppo di fanatici che aderendo al partito fiduciario sono pronti a giustificare qualunque aberrazione». Una su tutte, secondo Pisano, più della multa per gli eretici e l' evanescente obbligo di votare sempre la fiducia a un' eventuale governo dei 5 Stelle (gli stessi che criticavano il ricorso alle troppe fiducie dei governi Pd): «L'obbligo statutario della neonata associazione di fare accordi con l' Associazione Rousseau, cioè con la società privata Casaleggio Associati. Un abominio anche perché gli iscritti del M5S sono tali in quanto iscritti alla piattaforma Rousseau, cioè sono in mano a un contenitore gestito da un' azienda che fa business privatamente».