A- A+
Palazzi & potere
Macron: i perchè di una politica tutta contro l'Italia

Il nuovo presidente della Francia, Emmanuel Macron, a soli tre mesi dalla sua elezione, è già in caduta libera. La sua popolarità in Francia, nel giro di questo brevissimo lasso di tempo, è già precipitata del 10% (sondaggio Sofres) e pertanto si colloca al livello che aveva, alla medesima distanza dalla sua elezione, il suo rovinoso predecessore, François Hollande, che, com'è noto, finì così in basso, al termine del suo mandato presidenziale, da decidere di non presentarsi. Il che costituì un fatto unico nella storia della Francia di quest'ultimo dopoguerra.

Il crollo della popolarità di Macron, scrive il Direttore di Italia Oggi Pierluigi Magnaschi, è avvenuto in un periodo in cui (grazie anche alle vacanze estive, che in Francia tagliano le gambe, oltre che alle attività economiche, anche al dibattito politico) in un periodo, dicevo, in cui ci sono poche occasioni, per un presidente della repubblica, per poter dimostrare di demeritare. In questi tre mesi, invece, Macron ha già avuto il modo di dimostrare che tutto ciò che di rilevante aveva detto nella sua campagna elettorale era una sonora fandonia, una clamorosa presa in giro. Per un giovane enarca, che ha vinto le elezioni presidenziali cavalcando il nuovo nella dimensione europea, il suo, è un improvviso testa e coda fatto a 200 chilometri all'ora: i francesi e l'opinione pubblica internazionale lo attendevano in una direzione e se lo trovano, senza giustificazioni di sorta, nella direzione opposta. Non è un bel vedere.

Ma il peggio, Macron, l'ha combinato ancora con l'Italia, stracciando brutalmente l'intesa già perfezionata con Hollande per l'ingresso di Fincantieri in Stx. Un'operazione che, in fondo, ha un modesto significato economico (si aggira infatti sugli 80 milioni di euro) ma che si è subito trasformata, anche per il modo con la quale essa è stata violata, in un boomerang a danno di Macron e della Francia intera perché dimostra palesemente, aggiungendosi a episodi che vengono da lontano, che la politica costante della Francia va sistematicamente contro gli interessi dell'Italia.

Come dicevo, questa politica non è certamente nata con Macron ma il nuovo presidente francese ha avuto la spudoratezza di renderla evidentissima. Al punto che ha causato una ferma reazione negativa, non solo da parte dell'opinione pubblica italiana ma anche, il che è sicuramente sorprendente, da parte dei vertici governativi. Non è insorto infatti solo il ministro delle attività produttive, Calenda, un ministro tradizionalmente competente e volitivo, ma anche il presidente del consiglio, Gentiloni (che invece, per indole e tradizione, su queste vicende, si muove con grande prudenza e circospezione), e persino Padoan che, essendo un ministro abituato a frequentare i soffici corridoi delle complesse trattative finanziarie internazionali (dove, anche lì, si danno le sberle che però non si vedono e non si sentono), preferisce evitare le reazioni indispettite.

Ma il caso Stx è diventato la cartina al tornasole che dimostra in modo evidente (agli occhi di tutti gli italiani) che con la Francia non è possibile una collaborazione reciprocamente fruttuosa perché, oggettivamente, gli interessi strategici dell'un paese (la Francia) confliggono strutturalmente, e non solo occasionalmente, con quelli dell'altro (l'Italia). A livello europeo infatti pare che si voglia riproporre l'intesa fra Germania e Francia come bimotore continentale. Ma questa non sarà un'intesa paritaria perché la Germania ha già stabilito la sua egemonia (accettata e contraccambiata) non solo sui paesi nordeuropei, ma anche su quelli del Centro Europa orientale e persino nei confronti dei paese balcanici (anche di quelli che non sono ancora entrati nella Ue ma che hanno già posto la loro candidatura per entrarvi). Prima nascita dell'euro, ad esempio, il marco tedesco era accolto come mezzo di pagamento diretto da parte di albergatori, commercianti e ristoratori balcanici che invece chiedevano il cambio per clienti che avrebbero voluto usare direttamente il dollaro.

Che cosa resta quindi alla Francia, per esercitare il suo ruolo sovranazionale al quale era sinora abituata e al quale, comprensibilmente, non vuole rinunciare? Le resta l'area mediterranea e quella dei paesi del Nord Africa che si affacciano sul Mediterraneo. Ma nell'area mediterranea è immersa, da sempre, l'Italia (la Magna Grecia, prima ancora dell'impero romano, ne è un'espressione tangibile e millenaria). Da qui un inevitabile conflitto dal quale si esce solo se esso viene gestito a livello europeo anziché essere lasciato, come compensazione dalla Germania, alla sola Francia, come risarcimento del suo penalizzante anche se inevitabile ridimensionamento continentale. Perché, in questo ultimo caso, cioè se si lascia in eredità alla Francia l'area mediterranea, specie come ha dimostrato di voler fare Macron nelle sue prime scelte, il contenzioso con l'Italia sarebbe inevitabile. E l'Italia, anziché subire in silenzio, come ha sempre fatto finora, avrebbe, non solo il diritto, ma anche il dovere di far valere le sue ragioni. Come il trio Gentiloni-Calenda-Padoan sembra intenzionato di fare. Dico «sembra» perché la loro azione sarebbe una novità assoluta a vantaggio degli interessi legittimi (e non esagerati) dell'Italia. Interessi che, sinora, sono stati palesemente disattesi. Come se fosse una cosa che non ci interessa.

Tags:
italia hollande emmanuel macron presidente francia germania





in evidenza
World Press Photo, ecco la foto vincitrice del 2024

La “Pietà” di Gaza

World Press Photo, ecco la foto vincitrice del 2024


in vetrina
Fuorisalone, la guida di Affari agli eventi della Milano Design Week 2024

Fuorisalone, la guida di Affari agli eventi della Milano Design Week 2024


motori
DS E-TENSE FE23 in Nero e Oro per l'E-Prix di Monaco

DS E-TENSE FE23 in Nero e Oro per l'E-Prix di Monaco

Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.