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Palazzi & potere
MARCHIONNE E' IL 'MESSAGGIO': PAROLA DI BERLUSCONI

L'uscita di Berlusconi, nei giorni scorsi, ha suscitato scalpore e incredulità. Evocare l'ipotesi di Marchionne come candidato premier ha dato la stura a più di un'illazione. Una tra tutte, e forse quella più malevole, è che l'ex Cavaliere accusi il peso degli anni: per essere chiari, non è più il Berlusconi di una volta. In effetti, dentro e fuori Forza Italia, in molti si sono precipitati a mettere i puntini sulle 'i', non capendo il motivo di questa sorprendente compiacenza verso l'amministratore delegato della Fiat-Chrysler.

Tutto si può dire, però, meno che Berlusconi abbia perso di mordente. Invece ha un disegno in testa e lo porta avanti con la solita tenacia, non disgiunta dal fervore di rapide improvvisazioni.


Intanto, chiamando in causa Marchionne (che da par suo ha negato ogni interese alle parole del leader di Forza Italia), l'anziano leader azzurro ha voluto stuzzicare il suo dirimpettaio, ovvero Matteo Renzi. Il messaggio è semplice: "Lo vedi, pare dire Berlusconi, sono pronto a tutto: purché non ti decida tu a fare tu il capo di un futuro governo Renzusconi". D'altra parte l'ex Cavaliere lo ha già detto al 'suo Matteo': lascia stare palazzo chigi non è roba per te. Accontentati della segreteria del Pd. Ma Renzi lo conosciamo tutti e allora meglio cominciare a solleticarlo per tempo con qualche nome che in futuro anche a lui possa andare bene. Insomma, diamogli il tempo di digerire l'idea.

Ma il 'messaggio' Marchionne, a ben vedere, arriva dritto dritto al mondo che si compagina attorno a Banca Intesa, divenuta oramai l'istituzione finanziaria che interpreta oggi, in forme tutte nuove, il ruolo esercitato da Mediobanca al tempo di Enrico Cuccia. Banca Intesa, infatti, ha un suo retroterra d'eccellenza in tutto il nord ovest del Paese, con Milano e Torino in testa, sebbene con le incorporazioni delle banche venete il campo d'azione si estenda in prospettiva anche al nord est. Nel capoluogo sabaudo, dove Intesa ha assorbito il San Paolo e la locale Cassa di Risparmio, gli interessi di casa Agnelli hanno la loro simbologia e consistenza. Ed è Banca Intesa che sta fattivamente aiutando il governo italiano nei salvataggi bancari ed è sempre intorno a Banca Intesa che gravitano tre possibili futuri capi di governo: Pisapia, Sala e Calenda (auspice un attivissimo Romano Prodi).

'Candidare' Marchionne anche solo simbolicamente significa dunque mandare un messaggio forte e chiaro al 'partito' di Intesa, probabilmente il più forte e influente in Italia e che in questo momento regge le sorti del governo grazie ai salvataggi bancari.

I più attenti inoltre ricorderanno che nelle scorse settimane dopo le parole di Bazoli, anzi, il 'monito' di Bazoli riguardo l'approvazione del decreto legge salvabanche (la mancata conversione in legge del decreto "salva banche" avrebbe conseguenze molto gravi per l'Italia) scese, a distanza di poche ore, in campo il Quirinale blindando la legislatura sino alla naturale scadenza. E il tempo, per prepararsi alla sfida elettorale, è esattamente quello che serve ai possibili sfidanti di Matteo Renzi sopracitati.

Dare a Marchionne la corona di candidato premier ha quindi un valore molto particolare, quantunque dovesse rientrare anche soltanto in una politica di annuncio, senza conseguenze effettive. Berlusconi il messaggio l'ha lanciato, che poi la cosa abbia sviluppi o non li abbia, questo non riguarda lui. Almeno per la filosofia di vita (politica) che guida l'azione dell'inventore della destra di lotta e di governo. Berlusconi non si è fatto rimbambito.

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