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Palazzi & potere
Politica, Marcucci (Pd): "Grasso e Boldrini sapranno garantire imparzialità"

Il 'renziano' Marcucci, in questa intervista ad Affaritaliani.it, spegne sul nascere ogni polemica con i Presidenti di Camera e Senato.

Alla luce di quanto sta accadendo nel PD e a sinistra del PD quale potrebbe o dovrebbe essere il percorso futuro del centro-sinistra in Italia? Lei cosa auspica?

Il Pd, durante la sua direzione, ha fatto una proposta chiara. Si metta in campo una coalizione di centrosinistra, che non chieda abiure e non ponga veti di alcun tipo. Piero Fassino, a nome di Renzi e della segreteria, ha iniziato oggi le consultazioni. Siamo ad un bivio, chi deciderà di rompere, si assumerà la grande responsabilità di avvantaggiare la destra confusa di Berlusconi ed i populisti di Grillo

Secondo lei i 'padri nobili' della sinistra italiana dovrebbero intervenire per dirimere la questione tra le varie 'anime' di centrosinistra?

Ho molto apprezzato l'intervista di Walter Veltroni, chi ha costruito il Pd può fare molto affinché prevalga il buon senso e non un'altra inutile guerra fratricida. Ricordo solo che Fava in Sicilia ha preso poco più del 5% come alle elezioni precedenti.

Qual è il più grande pregio e il più grande difetto di Matteo Renzi?

Matteo Renzi ha una grande visione, ed un fiuto particolare per la politica e per gli argomenti che riscuotono la sensibilità delle persone. Qualità che ha sempre avuto, e lo dice uno come me, che lo ha conosciuto quando era presidente della Provincia di Firenze. Il suo più grande pregio corrisponde al suo principale difetto: l'ostinazione, che spesso però si trasforma in grande coerenza.

Come giudica la discesa in campo del presidente del Senato Pietro grasso e prima ancora di Giuliano Pisapia?

Il presidente Grasso, come la presidente Boldrini, hanno tutta la libertà di essere protagonisti della politica. Sono certo che fino all'ultimo giorno di lavoro delle assemblee, sapranno garantire la dovuta imparzialità delle istituzioni. Quanto a Pisapia, spero che sia alleato del Pd, ripristinando quel clima fattivo di collaborazione che ha avuto con noi durante il suo mandato di Sindaco di Milano.

Ormai il PD viene dato dai principali sondaggisti non oltre il 25%. Cosa può fare per risalire la china? Lei crede veramente che ci sia la possibilità di ottenere il 40%?

Non mi baso sui sondaggi, soprattutto quando mancano i collegi, i candidati e per quanto ci riguarda le coalizioni. Il Pd è e sarà estremamente competitivo, non ne dubiti.


Quali potrebbero/dovrebbero essere per il Pd i punti qualificanti con i quali presentarsi agli elettori nel 2018?

Due su tutti: il primo riguarda i numeri che i governi a nostra guida possono vantare. Nel 2014, quando Renzi salì a Chigi, il pil era a meno 2%, oggi si avvicina al piu'2%. La seconda è la necessità di continuare le riforme, con la passione di chi non rinuncia a cambiare l'Italia. La nostra battaglia sul credito racconta di come vogliamo andare avanti, ovvero senza la paura di toccare interessi, anche forti. I diritti delle persone e la tutela dei loro interessi, vengono prima di tutto il resto.

Si è sempre accusato Matteo Renzi di imitare Berlusconi ma adesso c'è chi come Franceschini gli chiede apertamente di copiare il centrodestra: lei cosa ne pensa? Il candidato premier andrebbe espresso prima o bisognerà attendere il risultato del voto?

Non dobbiamo decidere noi di 'copiare' Berlusconi, ma rispettare le regole previste dalla legge elettorale. Matteo Renzi, unico segretario di partito peraltro, ha vinto le primarie, con un significativo successo di popolo. Sarà quindi il capo della sola lista Pd, e non il candidato premier della coalizione. Il Presidente del Consiglio sarà chiamato dal capo dello Stato, sulla base dei numeri a disposizione dei singoli gruppi parlamentari.

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