Marra fa ancora paura: il Comune di Roma non si costituisce parte civile
Il Comune di Roma non «riesce» a costituirsi parte civile nel processo contro Raffaele Marra. Tra imbarazzi e reticenze, al Campidoglio nessuno vuole «comparire» contro l'ex potentissimo, scrive il Tempo.
La prima udienza del 25 maggio si avvicina, e tutto dovrebbe ormai essere pronto per il processo che lo vede imputato insieme all' immobiliarista Sergio Scarpellini per corruzione. Ma in realtà ci sono ancora diversi tasselli da mettere al loro posto. E sembrano proprio non volerci entrare.
Perché il Comune si possa costituire parte civile, il primo passo doveva essere della Raggi. È necessario, infatti, un mandato politico, rilasciato da chi ha il potere di rappresentare l' ente coinvolto, e di norma, per il Comune quella persona è il sindaco. Peccato che la Raggi non avrebbe potuto «per opportunità» firmare quelle carte, visto che lei stessa è indagata per le nomine dell' ex capo della segretaria Salvatore Romeo e del fratello di Marra. Negli atti dell' inchiesta ci sono, infatti, carte che riguardano proprio il suo ruolo.
Così le è stato consigliato di delegare la firma al vicesindaco Bergamo. Un «atto di stile», se condo il capo dell'Avvocatura Carlo Sportelli, fatto approfittando di una trasferta della sindaca a Madrid, per non attirare troppo l' attenzione.
Ma anche al secondo passo, quello amministrativo, sono sorti dei problemi...