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Palazzi & potere
Neanche un prete per chiacchierar...

Sono 158 su 340.000 militari, uno ogni 2100 e, a dire di alcuni, costerebbero 10 milioni su un bilancio della Difesa superiore a 20.000 milioni di euro.
Mi riferisco ai Cappellani Militari, una presenza storica in tutte le nostre forze armate, Carabinieri e Finanza compresi.
La spending review e il fondamentalismo di alcuni vuole cancellarli, cioè  peggio vuole  togliergli i gradi rendendoli così invisibili e inutili allo scopo.
Vediamo i fatti: La legge 512 del 1 giugno 1961 della Repubblica Italiana stabilisce lo statuto giuridico, l'avanzamento e il trattamento economico del personale dell'assistenza spirituale alle Forze Armate dello Stato, in sostanza si definisce che all’interno delle forze militari esistono delle figure ibride che pur essendo ordinati sacerdoti, svolgono una funzione dello Stato.
Non vorrei richiamare alla memoria eroi quali Giuseppe Morosini (http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Morosini; né le molte medaglie d’oro al valor militare, per ricordare che l’Italia e la sua storia hanno un debito rispetto a queste figure http://www.anpi.it/i-cappellani-militari-italiani-nella-resistenza-allestero/), ma sviluppare un ragionamento semplice, perché le ragioni dello Stato non spoglino lo Stato stesso di una funzione che si è andata evolvendo nel tempo e che a mia opinione è maggiormente utile e nel prossimo futuro.
I Cappellani militati esistono negli eserciti di tutto il mondo occidentale, nell’esercito degli USA esistono i cappellani cristiani, ebrei, musulmani ed addirittura i cappellani laici, nessuno li mette in discussione.
Anche l’esercito svizzero scrive: Il cappellano militare vive a stretto contatto con la truppa. Così facendo, crea le premesse per potere meglio intuire, capire, vedere e accertare i desideri personali, i problemi legati al servizio, nonché quei conflitti caratteriali della vita civile che i militari manifestano durante il servizio.
In casi critici egli assiste gli interessati in maniera particolare e consiglia i comandanti competenti. In questo senso l'attività del cappellano militare e il suo messaggio sono contraddistinti da un'apertura e da una profonda comprensione umana.
Oggi e nel futuro in cui le forze di difesa sono e saranno chiamate a nuove funzioni e sottoposte a nuove tensioni avere nel modello gerarchico proprio delle forze militari, un punto dove lasciarsi andare, dove trovare un riferimento nella difficoltà quotidiane che in questo particolare ambiente si vivono ritengo sia necessario.
Non serve richiamare le tensioni che vivono nostre forze militari all’estero, è sufficiente pensare a cosa significhi indossare una divisa militare in alcune aree italiane, ma questo spesso vale anche per chi militare non è, ma ne ha mantenuto l’ordinamento come la Polizia di Stato.
Certo le spese di rappresentanza gerarchica possono essere ripensate, probabilmente anche Papa Francesco sarebbe d’accordo a ripensare la struttura gerarchica, ma se saranno tolti i gradi a tutti i cappellani, questi non saranno più considerati facenti parte del Corpo Armatom ma sacerdoti esterni senza più la loro funzione di nodo organizzativo.
Viva lo Stato laico certo, ma lasciano ai nostri militari che donne e uomini anche e non solo gradi un prete per chiacchierar ,oggi cattolico e domani con l’immigrazione chissà e poi come può mancare un sacerdote ad un esercito che si dice di pace?

Pasquale Russo

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forze armatecarabinierifinanzagiuseppe morosini





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