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Palazzi & potere
Ong: ecco i nomi di chi le finanzia

Sono numerose in particolare le imprese che si possono fregiare dell' appellativo di «partner» di Msf, Medici senza Frontiere, scrive Libero. Eccole. Cominciamo con Media Friends onlus, l' associazione solidaristica costituita da Rti, Mondadori e Medusa, presieduta da Pier Silvio Berlusconi, poi Coop 3.0, uno dei colossi della grande distribuzione legata al mondo cooperativo di sinistra. Seguono Ikea, il gigante svedese dell' arredamento fai-da-te, American Express, la sorella meno ricca delle tre grandi società che operano nelle carte di credito, Alitalia, in stato fallimentare che continua a volare grazie a un prestito pubblico (paghiamo noi). E ancora: Wind, terzo operatore di telefonia mobile in Italia da poco convolato a nozze con 3, la Feltrinelli e Costa Crociere, quelli della Concordia. Tutti questi marchi «ogni giorno, con il loro sostegno, consentono - sottolinea Msf - di garantire cure salvavita a migliaia di uomini, donne e bambini».

Ci sono inoltre sponsor di seconda fascia, continua Libero, che magari concedono «spazi gratuiti» o donano «beni e servizi»: stiamo parlando di Grandi Stazioni (gruppo Ferrovie dello Stato), Fondazione Ibm Italia, Leroy Merlin, Microsoft, Unipol Banca e tanti altri. Le aziende che aiutano Medici Senza Frontiere ovviamente pensano di fare del bene, dando un contributo economico. Peccato che l' organizzazione non governativa si prenda il lusso di rifiutare la sottoscrizione di un patto con il governo, mettendo così in cattiva luce anche i cosiddetti partner. Ma soprattutto mettendo in difficoltà gli italiani che non hanno chiesto di vedersi recapitare centinaia di migliaia di clandestini che non scappano da una guerra, bensì vogliono solo cambiare aria. A spese nostre.

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