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Palazzi & potere
Emanuela Orlandi? Dietro ci sono i Servizi Segreti: RIVELAZIONI CLAMOROSE

L' enigma legato alle ossa trovate nella Nunziatura apostolica di via Po si arricchisce di un altro (vecchio di oltre dieci anni) segmento, la scoperta di un teschio in una chiesa romana, una chiesa che guardava al "Cupolone". Se lo ricorda bene, l' episodio, il criminologo Francesco Bruno. Una storia interessante, ce la ricordi. «Era ancora vivo Giovanni Paolo II. Proprio il giorno il cui il Papa si trovava in Siria e fece una terribile orazione contro Israele, nel confessionale di questa chiesa, non ne ricordo il nome, venne trovato un sacchetto di plastica in cui c' era un teschio. Il parroco mi conosceva e mi chiese di esaminarlo. Era il teschio di un' adolescente, una ragazzina, già oggetto di sepoltura, avvenuta a mio avviso una ventina di anni prima. Io ritenni che quel messaggio fosse rivolto al Pontefice: "chiudeva" insomma il ricatto, definiva i termini della vicenda. Qualcuno disse che si trattava del teschio di un maschio. Comunque sia, non ho più saputo che fine abbiano fatto il teschio e l' indagine. Mi sono chiesto se non sia stata insabbiata anche questa, di storia». Le ossa trovate a villa Giorgina che cosa ci dicono invece? «Se fosse dimostrato che appartengono ad Emanuela Orlandi sarebbe da ricostruire l' intera vicenda. Io ho sempre detto che era morta dopo essere stata strumento di un ricatto al Papa. Non potevano lasciarla vivere. E non credo che rapimento e omicidio siano stati compiuti dai soli servizi segreti stranieri. Vi entrò anche la banda della Magliana. Non intervenne, attenzione: lasciò fare. Indubbiamente se questa ipotesi fosse veritiera, comporterebbe importanti coperture da parte del Vaticano». E se fosse stata trovata accanto allo scheletro una catenina, come qualcuno suggerisce, senza peraltro conferma? «Mettiamo il caso che il corpo sia di Emanuela Orlandi. La scoperta non sarebbe casuale, ma indotta. Magari questo nuovo Papa vuole smarcarsi da quel clima torbido corrispondente alla scomparsa della ragazzina e non è escluso che abbia potuto convincere anche i più restii a chiudere la vicenda, autorizzando il disseppellimento. Una catenina? Chi uccide (specie se deve ricattare) conserva gli oggetti più iconici (nel suo caso il flauto, forse la collanina) e distrugge tutto il resto. Non la seppellisce insieme al cor po. Ecco, se esiste questo oggetto, andrebbe esaminato con cura per capire se è stato "aggiunto" contestualmente ai lavori di recupero o prima. Perché se i rapitori intendevano ricattare il Vaticano non potevano privarsi di un oggetto tanto rappresentativo della persona rapita». Lasciamo stare il complottismo e valutiamo un' altra ipotesi. Sei giovani scomparsi (due uccisi) dal 1983 al 1995 a Roma. A partire da Mirella Gregori per finire alla studentessa Alessia Rosati. Ma siamo proprio sicuri che nella Capitale non abbia agito un assassino seriale? «Non mi sento affatto di escludere una ipotesi del genere perché Roma è una metropoli, è tentacolare e potrebbe avere avuto il suo serial killer, molto cauto e prudente, perché no. Purtroppo non si hanno forze probatorie che avallino l' ipotesi». Uno scheletro, due scheletri, nessuna certezza al momento sul numero dei corpi trovati. Si sa che ci sono 70 frammenti, pezzi di femore e di cranio, mascella e tre molari. Ma se sono due i corpi a chi potrebbero appartenere? «Mah, se sono due allora io penserei a Mirella Gregori anche se, lo voglio dire chiaro e tondo, io credo che i due episodi non siano collegati tra loro».

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