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Palazzi & potere
Pd, cercasi leader disperatamente. Arriva Saviano? Ma anche la Boschi...

È nel Partito democratico e più in generale nel mondo della sinistra che quando si hanno dei problemi si tende a guardare all'esterno per cercare nuovi leader. Ci hanno provato molte volte in passato a volte riuscendoci a volte no. Sicuramente è stato un esperimento riuscito quello con Romano Prodi che vinse ben due volte le elezioni. Il professore bolognese veniva dal mondo dell'economia, dal mondo Iri. Poi, in seguito si è provato con alterne fortune anche con personaggi più volte ventilati ma mai realmente incaricati.

Molto spesso, scrive il Tempo, si è parlato di qualche importante banchiere che certamente col senno di poi, vista anmche la crisi mondiale della globalizzazione dovuta in primis ad un'enoprme crisi bancaria mondiale, avrebbe sicuramente portato poca fortuna al Partito Democratico e alla sinistra. Anche adesso con i populisti-sovranisti sempre più forti, al momento praticamente imbattibili e le elezioni europee alle porte (ma sono possibili anche le politiche in caso di crisi di governo) a sinistra ci si guarda attorno.

Le candidature interne al Partito Democratico, il partito più forte della galassia di centrosinistra (anche se parlare di forte con un partito al 18% è una parola grossa) non sembrano entusiasmare più di tanto la base: da un lato perché non ci sono nomi che possono accendere cuori e speranza dall'altro perché quand'anche arrivassero copiose le candidature per la segreteria sarebbero comunque le solite minestre riscaldate, nomi già visti all'opera o con il governo Gentiloni o con il governo Renzi o con il governo Letta per cui sarebbero tutti nomi destinati a sconfitta quasi certa contro l'armata sovranista. E se anche un personaggio tradizionalmente austero e pacato come l'attuale segretario Maurizio Martina, continua il Tempo, arriva a pronunciare davanti al pubblico della festa dell'Unità che "siamo stati il partito del potere per il potere", "abbiamo un problema di progetto, di nuove idee e di persone", "una nuova leadership è fondamentale", vuol proprio dire che è scattato l'allarme rosso.

Anche Maria Elena Boschi se ne è accorta e secondo molti starebbe saggiando il terreno per una sua futura discesa in campo per la segreteria del partito, sperando magari che il tempo lenisca le ferite delle note vicende bancarie: «ll Pd deve parlare ai moderati con un animo rivoluzionario. Dobbiamo cercare di cambiare questo partito per come è organizzato e per come comunica all'esterno. Non siamo stati troppo bravi sui social e dobbiamo recuperare il rapporto con la gente, parlare con le persone" ha detto nelle scorse ore Meb alla festa dell'Unità di Brescia.

Ma c'è di più perchè alla Festa dell'unità di Roma (cui a sorpresa era giunto nei giorni scorsi anche Matteo Renzi per una partita a biliardino assieme al fidatissimo Luca Lotti, rigorosamente circondati da guardi del corpo) era un'altro il nome che girava con insistenza. E sono in molti che dopo aver ascoltato l'outing di Maurizio Martina, parole che tra i maggiorenti del partito non sono certo passate inosservate, hanno rafforzato la propria convinzione: serve un nome nuovo e Roberto Saviano potrebbe essere quello giusto. Molto discetamente, dei sondaggi sarebbero già in corso.

Potrebbe essere proprio lui il nome al quale affidare le sorti della sinistra in Italia e, si fa notare, sarebbe perfetto anche per il dialogo o un'eventuale alleanza con i 5 Stelle. Ma Saviano accetterà? E soprattutto, se dovesse accettare, a quali condizioni? Già, perché i soliti bene informati ritengono che tutto sommato l'idea possa anche stuzzicare il noto scrittore, tanto più ora che sta 'battagliando' pressochè quotidianamente contro il leader della Lega Matteo Salvini. Ma ci sarebbe una condizione ben precisa: avere completa e totale carta bianca.

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