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Palazzi & potere
Pd, Renzi: "Martina mi ha mollato". E si fa la corrente

 

Mentre Matteo Renzi continua a dettare la linea al partito non più attraverso gli organismi dirigenti ma attraverso interviste mirate, continua strenuamente la lotta per il controllo del Partito Democratico tra chi pensa di potersi disfare facilmente dell'ex segretario, attualmente dimissionario, e lo stesso ex leader che invece sta facendo di tutto per non perdere la 'golden share' nel partito.


Matteo Renzi, scrive il Tempo, è seriamente preoccupato riferiscono fonti del Nazareno, "Martina mi ha già mollato" avrebbe fatto capire con un'iperbole a chi ne ha sondato gli umori in queste ultime ore. "Sta facendo asse con Orlando e non mi piace per niente che abbia già rinunciato all'Aventino su cui tutti eravamo d'accordo". Oltretutto, spiegano fonti del Pd, il partito si è subito accodato alle iniziative provenienti dal Colle e tutti sanno che i rapporti tra Renzi e Mattarella non sono più quelli di una volta.


Ma in fondo il segretario dimissionario un po' se lo aspettava; se nei giorni scorsi nessuno aveva osato criticarlo adesso è "tutto diverso" raccontano dal Pd. Per questo anche i renziani si stanno attrezzando alla lotta. Si susseguono infatti incontri, cene,  telefonate. Il 'mantra' è sempre lo stesso: non mollare la presa perchè la traversata del deserto sarà lunga e faticosa.

Si pianificano le prossime mosse nel partito: Assemblea Nazionale e Direzione sono tutt'ora blindate. Qui Matteo Renzi è ancora in grado ancora di dettare la linea e di far sentire la sua voce, diverso discorso invece per i gruppi di Camera e Senato. In totale nelle due camere i renziani di ferro dovrebbero essere ancora intorno al centinaio anche se nel Pd c'è chi dice che siano già scesi ad una settantina. Come si può vedere è già in atto una guerra dei numeri a bassa intensità.


Ma il segretario dimissionario è intenzionato a vender cara la pelle. "Matteo Renzi non vuole affatto lasciare il PD, semmai vuole cambiare il DNA al PD" spiega un fedelissimo della prima ora che chiede l'anomimato. "E' vero invece che sui giornali circolano notizie interessate a proposito dell'ex segretario del partito perchè sono in molti che vorrebbero che Renzi lasciasse il partito per poter poi fare come gli pare all'interno" spiega. "Ma un'esperienza alla Macron non è fattibile nel nostro Paese soprattutto perchè Macron quando ha fondato En Marche non veniva da tre anni di sconfitte elettorali. E questo Matteo lo sa meglio di chiunque altro".


Per questo Matteo pensa a riformare il Pd non a lasciarlo. Con sommo dispiacere degli avversari interni (ed esterni). Proprio per questo il toscano starebbe pensando di organizzare una propria corrente all'interno del partito con 'lottiani' e 'boschiani' in prima fila. Ed è meglio sbrigarsi a serrare le fila perchè i lavori di 'derenzizzazione' sono in corso.


Insomma, continua il Tempo, in attesa di capire che cosa ne sarà del governo o se si andrà ad elezioni anticipate, i renziani si organizzano in corrente. Perchè l'ex leader dem anche se continua a ripetere a tutti che farà il semplice senatore non ha alcuna intenzione di abbandonare la battaglia politica: "Matteo da il meglio di se quando gioca di rimessa" speigano convinti i suoi. E questo pare proprio essere il momento.


Tanto che sarebbe persino disponibile a dare luce verde ad un governissimo voluto dal Capo dello Stato (anche se i rapporti con l'inquilino del Colle non sono più solidi come una volta). Ma dovranno essere i vincitori delle elezioni a chiedere l'appoggio del Pd, non viceversa. Questa è la sola condizione posta dall'ex ma ancora influente leader. Perchè a conti fatti Renzi ha ancora in mano i gruppi parlamentari.

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