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Palazzi & potere
Post elezioni? Larghe o larghissime intese. Parola di Massimo Giannini

E' uno dei 'politics reporter' di punta del giornalismo italiano. Dopo carta stampata e tv ora è approdato alla radio: su Radio Capital Massimo Giannini conduce 'Circo Massimo', un modo per capire, tutte le mattine alle 8, che giornata sarà, per analizzare gli avvenimenti più importanti, per commentare i fatti principali. E proprio sui principali protagonisti della politica italiana lo abbiamo intervistato.

Cominciamo da Renzi. "Ho l'impressione che, almeno in questo momento, Renzi abbia un approccio davvero pragmatico alla fase politica che stiamo attraversando, e quando dico pragmatico intendo un approccio totalmente deideologizzato.
A questo tipo approccio nell'ultimo periodo ha affiancato anche un agire tattico; nell'attuale contesto per lui non ha senso riproporre un sistema maggioritario ed infatti il Rosatellum ha, sostanzialmente, uno scheletro proporzionale che mira a restituire centralità alle scelte politiche e alla stesso tempo a rimettere al centro la figura del Presidente della Repubblica. Renzi  a livello mediatico continua a portare avanti l'idea del maggioritario pur avendo ben chiaro che in questo particolare momento il suo obiettivo massimo è quello di portare il PD ad essere il primo partito, il che non significa vincere le elezioni ma essere in ogni caso chiamato al tavolo di Governo.
Per quanto riguarda le coalizioni, pubblicamente Renzi si dice favorevole ad una coalizione di centro-sinistra con un PD forte ma sa bene che, anche a causa del Rosatellum, di fatto questo non sarà possibile; la seconda opzione, che non è quella subordinata alla prima ma la principale, è quella di un Governo di larghe intese sul modello del Nazareno, anche qui però non è detto che i numeri parlamentari siano sufficienti a garantire la maggioranza. In ogni caso sono dell'idea che lo scenario post elezioni sarà necessariamente quello delle larghe, se non larghissime intese."

Quindi l'ipotesi principale sarebbe quella di un Nazareno-bis?

"Con l'attuale legge elettorale e stando agli ultimi sondaggi la direzione più probabile potrebbe essere quella.
L'ipotesi di un passo indietro di Renzi non la considero credibile, per lui è importante arrivare primo al traguardo non tanto perché pensa seriamente di poter governare da solo ma piuttosto perché in quel caso l'eventuale passo del Nazareno2.0 lo vedrebbe in una posizione di forza."

E Berlusconi?

"Per il momento Berlusconi risulta non candidabile, e questo ad ora è un dato di fatto che lo penalizza molto. C'è da dire, poi, che secondo me il Cav non vorrebbe mai governare con Salvini e Meloni, neppure tanto per il suo essere "moderato" quando perché il suo interesse principale, a mio avviso, è quello di essere riabilitato davanti alla storia e per farlo ha bisogno di un governo filo-UE e filo-PPE da porre, anche mediaticamente, come argine ai grillini e al "populismo". Tutto ciò però non significa escludere a priori la vittoria di una coalizione di centro-destra, o il fatto che Berlusconi tra qualche mese possa sedere al governo con Salvini e Meloni; sull'onda di quanto accaduto in vari Paese europei e sulla probabile vittoria del centro-destra in Sicilia potrebbe infatti convincersi, seppur a malincuore, a riproporre un modello simil-PDL."

Il grande terzo incomodo della politica italiana è il Movimento 5 Stelle..

"Una grande incognita. Viste le reazioni mi pare che non si presteranno ad alleanze pre-elettorali ma neppure ad intese successive al voto, e questo è anche comprensibile perché in caso contrario perderebbero totalmente ogni tipo di credibilità agli occhi degli elettori.
Se dovessero affermarsi come primo partito credo che riceveranno in ogni caso la possibilità di un mandato esplorativo, a quel punto potrebbe succedere di tutto, le variabili in gioco sono davvero tante.
Va detto che se da una parte il Rosatellum penalizza fortemente i grillini dall'altra elettoralmente parlando potrebbe addirittura spingerli; mediaticamente potrebbero giocare molto sui partiti tradizionali che, per paura del cambiamento, arrivano a mettere la fiducia sulla legge elettorale per blindare lo stato attuale delle cose. Hanno sicuramente un problema drammatico di classe dirigente ma guardando ai sondaggi sono ancora saldamente il primo partito italiano; questo fa quantomeno riflettere."

Rimane Salvini.
"Non ho particolari simpatie verso Salvini ma credo che vadano riconosciuti dei fatti oggettivi.
Salvini ha portato la Lega Nord dal 6 al 15%, sfondando la soglia geografica, e non solo, del Po e andando a toccare anche un tipo di elettorato totalmente diverso da quello tradizionalmente leghista; un dato interessante è che la Lega è il partito più forte nelle rappresentanze sindacali delle fabbriche del nord. In sostanza Salvini sa parlare, in ogni caso, ad un elettorato spaventato che non è stato evidentemente tutelato dalla sinistra."

Tags:
massimo gianniniradio capital





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