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Palazzi & potere
PRIMA PAGINA

Malore per Hillary Clinton a Ground Zero

 

Libia, il generale Haftar all’attacco dei terminal petroliferi

 

Egitto, liberato il consulente della famiglia Regeni

 

Legge elettorale, Renzi: «Disposti a discutere»

 

Roma, la grana Bilancio: non si trova l’assessore

 

 

Esteri

Malore per Hillary Clinton a Ground Zero durante le commemorazioni del quindicesimo anniversario dell’attacco alle Torri Gemelle. Arturo Zampaglione su Repubblica: “Vacilla e sviene durante la cerimonia per l’11 settembre: portata via in auto. Lei: «Sto bene». Ma poi i medici: «Diagnosticata venerdì una polmonite». E’ polemica sulle sue condizioni”.

 

Per Paolo Mastrolilli (La Stampa) l’incidente getta un’ombra sulla salute della candidata democratica: “La polmonite è curabile ma l’episodio è stato drammatico, e Trump lo userà per sostenere che non è nelle condizioni di salute per fare il presidente”.

 

Il malore può rappresentare un problema anche dal punto di vista della trasparenza. Giuseppe Sarcina sul Corriere della Sera: “Da Nixon al marito Bill: quando la bugia non viene perdonata. Lui si salvò dall’impeachment, ma il clan è poco trasparente”.

 

Nuovo caos in Libia. Le forze del generale Haftar hanno ripreso il controllo dei porti petroliferi di Ras Lanuf e Sidra, strappandoli al comandante Ibrahim Jadran, fedele al governo di Tripoli, con il quale a fine luglio l'Onu aveva raggiunto un accordo per la riapertura dei terminal. Lo racconta, fra gli altri, Giordano Stabile su La Stampa.

 

Su Libero intervista di Pietro Senaldi a Emma Bonino: «Chi dovrebbe fare l’Europa è il primo a non crederci. La dissoluzione della Ue è vicina. Colpa del premier che in patria la usano da capo espiatorio. E’ tornato un clima pre guerra mondiale».

 

Sul giornale diretto da Maurizio Molinari, intervista di Francesca Paci ad Ahmed Abdallah, consulente della famiglia Regeni appena scarcerato dalle autorità del Cairo: «I miei 5 mesi nelle celle egiziane per aver difeso Giulio Regeni. Mi hanno picchiato, volevano il mio telefono. Mi dicevano che i miei rapporti con Regeni facevano di me un soggetto pericoloso. Andrò avanti finché non saprò la verità».

 

 

Politica e dintorni

Matteo Renzi rinnova la sua disponibilità a modificare l’Italicum, ma a patto che non si tocchino quelli che sono ritenuti i capisaldi di un sistema elettorale in grado di assicurare la governabilità, cioè il premio di maggioranza e il ballottaggio. Su D’Alema: «Il passato non ci ruberà il futuro». Le parole del premier riportate da Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera.

 

La reazione di Pierluigi Bersani, sempre sulle pagine del Corsera nel retroscena di Monica Guerzoni: “La delusione di Bersani: dal premier la solita canzone”. La sinistra dem sempre più decisa a votare “No” al referendum costituzionale.

 

Sulla legge elettorale si agita il fantasma della bocciatura da parte della Corte costituzionale, chiamata ad esprimersi il prossimo 4 ottobre. Claudio Tito su Repubblica: “La legge elettorale bocciata dalla Consulta, la paura che agita i palazzi del potere. Dubbi sul premio, candidature plurime e divieto di apparentamento”.

 

Sull’ipotesi di una modifica dell’Italicum, i dubbi di Roberto Giachetti intervistato da Carlo Bertini su La Stampa: «I compagni senza vergogna, dissero no loro al Mattarellum. Con chi si farebbe questa nuova legge? Non c’è neanche la maggioranza nel Pd. Premio alla coalizione unica modifica possibile».

 

Non si arresta la crisi della giunta Raggi a Roma. Mauro Favale su Repubblica: “Roma, la grana Bilancio, non si trova l’assessore. E anche Balzani dice no. Giunta incompleta, i grillini incassano una serie di rifiuti. In Campidoglio restano da coprire quattro poltrone”.

 

Nel frattempo, Beppe Grillo pensa alla svolta nel Movimento 5 Stelle. Emanuele Buzzi sul Corsera: “M5S, addio al direttorio. Grillo pronto alla svolta per azzerare i contrasti. Dopo il caso Roma, il leader vuole una nuova struttura. Giudicata insufficiente l’ipotesi di ritirare l e deleghe”.

 

Sulle stesse pagine, il corsivo di Pierluigi Battista contro “i nostri lunghi 20 anni di antigarantismo”: “Lo psicodramma della giunta 5 Stelle a Roma esplode perché la grillizzazione mentale ha fatto dell’avviso di un avviso di garanzia una condanna, con la santificazione di chi conduce le indagini e la demonizzazione di chi è indagato, come se ricevere un avviso di garanzia fosse di per sé un crimine”.

 

Sul futuro del centrodestra, il retroscena di Francesco Cramer sul Giornale: “Berlusconi blinda Parisi: «Calmi, c’è posto per tutti». Il Cavaliere predica l’unità ma nel partito resta il nodo del rapporto con la Lega per colpa delle posizioni anti Ue”.

 

Da segnalare sul Tempo una lunga analisi di Antonio Rapisarda dal titolo “Ma il centrodestra che fine ha fatto?”, con interviste a Maurizio Gasparri, Barbara Saltamartini, Roberto Calderoli, Antonio Tajani, Nunzia De Girolamo e Fabio Rampelli.

 

Infine, lo scontro verbale tra Vittorio Feltri e Renato Brunetta. Il primo definisce “fallito” il secondo, che replica: «Provo sincera pena per te». Oggi sulla prima pagina di Libero la contro risposta del direttore: “Brunetta è uno dei protagonisti del tracollo del partito di Berlusconi e osteggia Parisi solo per invidia”.

 

 

Economia

Su Repubblica Luisa Grion riporta le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini circa l’applicazione dell’anticipo pensionistico: «L’Ape è per tutti, indipendentemente dalla gestione previdenziale. A un lavoratore con una pensione potenziale da 1000 euro, un anno di anticipo costerà una cifra che va da 50 a 60 euro al mese per 20 anni, mentre tre anni di anticipo costeranno dai 150 ai 200 euro al mese».

 

Tobia De Stefano critico su Libero: “Parliamo di un taglio all’assegno di circa il 5% per ogni anno di anticipo. Che diventano 13 mila e 200 euro per chi vuole smettere di lavorare un anno prima. E 42 mila euro per chi intende godersi la vecchiaia 36 mesi prima rispetto a quanto previsto dall’attuale normativa. Difficile definirlo un affarone”.

 

Il Messaggero riporta le parole del presidente dell’Inps Tito Boeri: «Il sistema non ha problemi, la riforma è una questione di equità. Ci sono delle persone che oggi hanno dei trattamenti pensionistici, o hanno dei vitalizi, come nel caso dei politici, che sono del tutto ingiustificati alla luce dei contributi che hanno versato in passato».

 

Cambiamenti importanti si profilano all’orizzonte a livello europeo. Eugenio Occorsio sulle pagine del giornale diretto da Mario Calabresi: “Tobin tax europea per finanziare il fondo delle emergenze comunitarie. Arrivano ad ottobre le proposte del ‘comitato Monti’. Un bilancio autonomo della Ue da 20 miliardi per interventi nel campo economico e industriale. Primo passo per il ministro unico dell’Economia”.

 

Sul Sole 24 Ore “l’abc delle novità (e dei problemi)” della scuola, redatto da Eugenio Bruno e Claudio Tucci: dalla A di “assunzioni”, con il concorsone da 63 mila posti ancora in alto mare, alla V di “valutazione”, con i primi rapporti di autovalutazione degli istituti scolastici.

 

 

 

PRIMA PAGINA, DOMENICA

 
 

«Roma senza governo», la Chiesa accusa
 

Italicum, Renzi apre a un tavolo per le modifiche
 

Offensiva anti-Isis in Siria, verso attacchi congiunti Usa-Russia
 

Cinema, il Leone d’oro di Venezia è filippino
 

 

Politica e dintorni
 

Roma, Raggi non va all’incontro Cei in Vaticano. L’Osservatore romano: «Capitale in stato di abbandono». «Motivi personali» hanno fatto sapere dal Campidoglio. Monsignor Galantino: «Non sono deluso, ci sono i ragazzi». L’affondo del quotidiano della Santa Sede: «Basta un breve temporale per bloccare la città». Su Repubblica il retroscena di Tommaso Ciriaco: “La grande fuga della Raggi ancora a caccia di assessori. Cancellati tutti gli incontri pubblici. Per il Bilancio la speranza è convincere l’ex ragioniere della Stato Canzio”.
 

Emanuele Buzzi sul Corsera: “Casaleggio jr fa lo stratega: con Raggi commessi errori. L’autocritica sul mancato coordinamento delle scelte fin dall’inizio”.
 

Legge elettorale, Renzi pensa a un tavolo per cambiare l’Italicum. Ne scrivono Marco Galluzzo e Maria Teresa Meli sul giornale di Via Solferino. “Renzi: «Sull’Italicum un’apertura sincera». Ma Speranza avverte che «non bastano le parole, servono atti concreti». Anche Alfano favorevole a «migliorarlo»”.
 

A proposito di legge elettorale sul Sole 24 Ore interviene Roberto D’Alimonte: “Quel doppio voto che garantisce la governabilità. Con il ballottaggio gli elettori scelgono prima il partito che piace di più e poi quello che vogliono vedere governare”.
 

Dalle pagine del Giorno. “Pierferdinando Casini lancia i centristi del Sì al referendum. «Ai moderati dico: abbiate coraggio»”.
 

Lunedì riprendono i lavori parlamentari. “Roberto Turno sul Sole 24 Ore: “Si riparte da concorrenza e assestamento. Il Senato è più ingolfato: all’esame dell’Aula anche il binomio della riforma del processo penale-prescrizione. La legge di Bilancio inizierà il percorso dalla Camera e dovrà essere presentata entro il 20 ottobre”.

 
 

Economia
 

Sul Sole 24 Ore le parole del ministro Padoan che entra nella polemica lanciata da Berlino che ha bollato come «irresponsabili» i Paesi anti-austerity riunitisi ad Atene. «Non c’è stata nessuna richiesta esplicita di flessibilità perché come sappiamo la flessibilità è stata concessa già all’Italia che ha tutto il diritto di ottenerla, ma non è previsto al momento nessuna estensione della flessibilità ad anni successivi».
 

L’ex premier Mario Monti sul giornale della Confindustria: “Come riconciliare crescita e bilanci. Investimenti pubblici produttivi per stimolare la domanda e rispettare le generazioni future”.
 

Sulla prima pagina del Corsera l’editoriale di Francesco Giavazzi: “La crescita non si fa senza idee. Servono investimenti e regole”.
 

Sullo stesso giornale un approfondimento di Federico Fubini. “La crescita zero dei laureati. Il primo salario per chi esce dall’università è a 1000 euro. Per la prima volta dal 1945 il numero dei laureati disponibili per le imprese sta smettendo di crescere. E chi si laurea scappa: l’Istat stima che negli ultimi anni aveva una laurea circa una persona ogni quattro fra quelle hanno lasciato l’Italia per lavorare altrove”.
 

Sul Messaggero: “La Ue avverte le multinazionali Usa. «Gli anni dell’evasione sono finiti». Moscovici: «A metà ottobre la proposta per una base imponibile unica, ora gli stati sono piuttosto favorevoli»”.
 

Sulla Stampa l’inchiesta di Alessandro Barbera e Giacomo Galeazzi: “I rifiuti di Roma costano il quadruplo di Milano. Duecento euro a tonnellata contro cinquanta. Una spesa di due miliardi in dieci anni. La soluzione? Otto impianti che nessuno vuole”.

 
 

Esteri
 

Kerry e Lavrov annunciano la tregua in Siria: «Adesso raid congiunti Usa-Russia contro Isis». L’accordo potrebbe essere un punto di svolta. Intelligence coordinate per colpire meglio. C’è l’accordo con Damasco. Paolo Valentino sul Corsera: “I dubbi del Pentagono. La fragilità di un accordo. Corollario inevitabile dell’intesa Usa-Russia è che Putin si profila come playmaker della grande partita mediorentale”.
 

11 settembre 2001: 15 anni fa il giorno che sconvolse il mondo. L’analisi di Bernardo Valli (Repubblica): “Ma l’Occidente non ha vinto. Le guerre in Afghanistan e Iraq hanno riacceso la lotta tra sunniti e sciiti. Il conflitto spinge in Europa milioni di profughi. E l’Europa a Parigi conosce il suo 11/9”.
 

Alessandro Alviani sulla Stampa: “Germania e Francia lanciano la difesa comune per l’Europa. Pronta una bozza. Il progetto è più facile ora che Londra non frena più”.
 

Dal Giornale: “Elezioni Usa, Clinton attacca Trump: «Miserabili la metà dei suoi sostenitori». Poi fa marcia indietro. E il tycoon newyorchese ribatte: «Tutto ciò le costerà caro alle urne»”.

 
 

Cinema
 

Stefano Ulivi (Corsera) passa in rassegna i premi assegnati al 73esimo festival del cinema di Venezia: il Leone d’oro per il miglior film, il premio più importante del festival, è andato a The Woman Who Left del regista filippino Lav Diaz. La Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile è andata a Oscar Martínez, l’attore di El Ciudadano Ilustre; quella per la miglior interpretazione femminile è invece andata a Emma Stone per La La Land. Il Gran premio della giuria l’ha vinto Nocturnal Animals di Tom Ford. 

 

  


 

PRIMA PAGINA, SABATO
 

Austerity, Berlino attacca Italia e Francia

 

Nucleare, la bomba più potente di Kim

 

L’Egitto ammette: controllavamo Regeni

 

Caos Roma, il calo dei 5 Stelle nei sondaggi

 

Pronta la svolta per Mps dopo dimissioni di Viola

 

Stangata alla Menarini: maxi condanna per la truffa dei farmaci

 

 

Esteri

Scoppia la lite europea sull’austerity. A far riaffiorare le tensioni il vertice del Mediterraneo organizzato dal premier greco Tsipras, che ha invitato anche Renzi e Hollande. Dura la replica di Berlino: «Irresponsabili». Renzi: «Soffrono il nostro attivismo». Ne parlano, fra gli altri, Alessandro Alviani e Francesca Paci su La Stampa.

 

Giovanni Maria Del Re, di Avvenire, è riuscito a intervistare Manfred Weber, capogruppo del Ppe autore del duro comunicato contro Renzi e Hollande: «Basta doppi giochi, le regole non cambiano. Serve chiarezza: mentre i loro ministri delle Finanze all’Eurogruppo sottolineano l’importanza del rigore nei conti pubblici, i leader sembrano poi smentirli».

 

Sul Corriere della Sera intervista a Giovanni Pittella, presidente del gruppo dei socialisti europei: «Il richiamo al rigore? E’ solo un problema di consenso interno. L’austerity è superata. Ormai anche la Commissione guidata da Juncker la pensa come noi».

 

Sulle stesse pagine Giovanni Bianconi torna a occuparsi del caso Regeni: “Regeni era sotto controllo della polizia. Fu denunciato dal leader sindacalista. L’ammissione degli egiziani all’incontro tra le Procure. Gentiloni alle famiglie: segnali positivi”.

 

Giampaolo Visetti su Repubblica: “Il test atomico più potente. Pyongyang sfida il mondo. Bomba da 10 kilotoni, dopo l’esplosione sisma di 5,3 gradi. La Corea del Nord: possiamo armare i missili con ordigni nucleari. L’ira di Obama: pagherete”.

 

Su La Stampa, l’analisi dalla Cina di Cecilia Attanasio Ghezzi: “Pechino, l’ex alleato prende le distanze: «Vengano rispettate le risoluzioni Onu». Il ministro degli esteri cinese: ci opponiamo con forza agli esperimenti”.

 

Marco Moussanet (Sole 24 Ore): “Parigi, cellula legata a rete jihadista. Le tre donne arrestate nell’inchiesta antiterrorismo francese partita dalla scoperta di un’auto abbandonata a Parigi con alcune bombole di gas a bordo progettavano un attentato anche alla Gare de Lyon. Emergono contatti con il terrorista che ha ucciso un poliziotto l’anno scorso e con il massacro della chiesa Saint-Etienne”.

 

 

Politica e dintorni

Matteo Renzi apre alla minoranza del Pd per una possibile modifica della legge elettorale. Carmelo Lopapa su Repubblica riporta le sue parole: «La legge elettorale si può cambiare. Ragioniamo e ascoltiamoci tutti insieme e troviamo una soluzione». Intanto, tre sembrano le date possibili per il referendum costituzionale: 20 o 27 novembre e 4 dicembre.

 

Sulle stesse pagine, una lunga intervista del direttore Mario Calabresi a Giorgio Napolitano, che dice: «Assurda la guerra alle riforme, ma serve un accordo per cambiare l’Italicum. Bocciare la revisione della Carta sarebbe un’occasione mancata, scarseggia il senso di responsabilità». Sul ballottaggio: «Si rischia di consegnare il 54% dei seggi a chi al primo turno ha preso molto meno del 40% dei voti».

 

Sul Corriere della Sera intervista di Monica Guerzoni al leader della minoranza dem Roberto Speranza: «Sull’Italicum subito una svolta o al referendum voteremo No. Nel momento in cui una sola camera fa le leggi e dà la fiducia al governo, diventa fondamentale come quella camera viene eletta. Con l’Italicum l’equilibrio complessivo non è soddisfacente».

 

Nel frattempo, come scrive Fabrizio D’Esposito sul Fatto Quotidiano, Silvio Berlusconi “fa il moderato”. Ieri ha indirizzato un messaggio alla convention forzista di Tajani a Fiuggi: «Il populismo di estrema destra pur interpretando spesso giuste ragioni e giuste emozioni dell’opinione pubblica non è in grado di esprimere un’alternativa di governo. Per questo finisce, anzi per paradosso, a favorire partiti e governi di sinistra». Si prosegue, dunque, con la strada aperta da Stefano Parisi.

 

Su La Stampa, Amedeo La Mattina: “Primo round tra Parisi e Toti a Fiuggi. Il governatore: «Dalla sua convention non uscirà nulla». Parisi: «Nel nostro futuro non ci sarà un leader ma una squadra perché non esiste un altro Berlusconi»”.

 

 

Caos M5S a Roma

Sul Corriere della Sera, a sorpresa, un intervento di Beppe Grillo sui problemi della giunta Raggi a Roma: “Se non siamo neppure capaci di affrontare insieme uno scrollare fra i tanti che i peggiori romani stanno rivolgendo alla Raggi allora mi scuso, e se fosse possibile vi restituirei i voti. Ma non si può: le cose devono fare il loro corso e noi non ci arrendiamo! I benpensanti? Frustrati che cercano l’uomo forte”.

 

Sulle stesse pagine, l’inchiesta di Fiorenza Sarzanini: “Raggi chiese aiuto ai pm. Prima di revocare la nomina del nuovo assessore al Bilancio Raffaele De Dominicis, la sindaca si è consultata con il vertice della Procura di Roma. Procedura inusuale”. Intanto emergono notizie di interferenze di Muraro su Ama: “A fine luglio la titolare dell’Ambiente sollecitò all’azienda l’uso degli impianti di Cerroni”.

 

I sondaggi di Ilvo Diamanti su Repubblica: “Effetto Raggi, Pd supera M5S. I dem salgono al 32%, i grillini scendono al 29. Il confronto, anche nell’ipotesi di ballottaggio, resta però apertissimo. In calo Lega e Forza Italia”.

 

Ilario Lombardo su La Stampa: “La Casaleggio contro Raggi. Il no alle Olimpiadi sul blog di Grillo”. Il verticismo isolato di Di Maio spacca il direttorio: Ruocco e Fico sono ormai in ostilità dichiarata ed è probabile che i malumori crescenti porteranno a un allargamento dell’organo di governo interno grillino.

 

L’ex assessore De Dominicis intervistato da Anna Maria Greco sul Giornale: «Io assessore per 24 ore? E’ una trappola ai grillini, non capiscono la politica. Non sapevo di essere indagato e anche ora non ho notizie».

 

 

Economia

Barbara Ardù su Repubblica: “Boom di licenziamenti: +7,4%. E frenano ancora i contratti stabili. Peggiora il mercato del lavoro anche se resta positivo il saldo tra assunzioni e cessazioni. Il ministero: «E’ l’effetto della legge che vieta le dimissioni in bianco». Allarmati i sindacati”.

 

Su Libero Matteo Renzi risponde al direttore Vittorio Feltri sulle pensioni: “Non toccheremo di un euro gli assegni maturati con il retributivo, mentre incrementeremo quelli più bassi dando la possibilità a molti di uscire prima dal lavoro. Investiamo sulla previdenza, non succedeva da anni”.

 

Pier Carlo Padoan intervistato sul Messaggero da Luca Cifoni e Osvaldo De Paolini: «I tagli frenano la crescita, l’Italia ora deve investire. Nella manovra produttività e risorse per le povertà. Il no al referendum sarebbe un grave danno per il Paese, le riforme rafforzano anche l’economia».

 

Laura Galvagni sul Sole 24 Ore: “Pronta la svolta per Mps. Giovedì il board della banca per la successione di Viola: prende corpo la nomina di Marco Morelli. Nessuna preoccupazione da parte del governo. Renzi: «La strada è tracciata»”.

 

 

Giustizia

Massimo Mugnaini su Repubblica: “Stangata alla Menarini: maxi condanna per la truffa dei farmaci. Dieci anni di carcere alla Aleotti e sette al fratello. Confisca da un miliardo sui conti all’estero”. Secondo la pubblica accusa il colosso farmaceutico avrebbe perpetrato per quasi 30 anni, dal 1984 al 2010, una colossale frode ai danni del sistema sanitario nazionale.

 

Sul Dubbio intervista di Valentina Stella ad Antonio Di Pietro: «Cari pm, fate politica ma dite addio alla toga. Un arbitro può anche fare il giocatore ma è bene che non torni a fare l’arbitro».


 

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