Raggi, la paura della condanna e l'ipotesi dell'auto-sospensione
Raggi, si attende la sentenza
Una data scolpita, che sembra lontanissima e che poi calendario alla mano non lo è neppure così tanto. È il giorno della sentenza Raggi sul caso-Marra, quello da cui dipende il futuro della giunta grillina. Se Raggi venisse condannata? Perché qui, pur non scattando la legge Severino, dovrebbe intervenire il codice etico di M5S, quello che Raggi ha sempre detto di «voler rispettare» e che prevede (prevederebbe?) le dimissioni. E qui scatta lo studio fatto dai legali. Dentro a M5S, infatti, stanno pensando a un piano B per non perdere Roma: far autosospendere la sindaca come, in altri contesti e vicende, fecero ad esempio Piero Marrazzo alla Regione Lazio e Giuseppe Sala a Milano per aspettare magari la sentenza di secondo grado, o soltanto di capire il da farsi. Un escamotage, più politico che amministrativo, scrive il Messaggero. Raggi rimarrebbe sindaca, ma sospesa. E il vice-sindaco sarebbe una sorta di reggente.
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