Rai, Campo Dall'Orto? Cadrà dopo il 30 aprile. Parola di Matteo
Mentre Sensi è stato lasciato a 'sorvegliare' Gentiloni, il vero obiettivo di Renzi è quello di cambiare DG per poi mettere il bavaglio a 'talk' e contenitori vari (il caso Perego è parte della strategia) in vista delle prossime elezioni (i tg non sono più un problema perchè già allineati al Renzi-pensiero)
Non basta il clamoroso taglio del sindaco Virginia Raggi in occasione della celebrazione del 60mo anniversario dei Trattati di Roma per assolvere la Rai da quello che è più di un sospetto. Da sempre viale Mazzini è un termometro di precisione che non solo segnala le condizioni di salute dei partiti ma anticipa anche quelli che saranno gli equilibri futuri. Dimmi dove volge il vento della Rai e ti dirò chi governerà il Paese. Se l'assioma è vero, allora è chiaro che il futuro ha il contorno del movimento 5 stelle. La riprova sta nel fatto che l'intera gestione di Campo Dall'Orto è tutta orientata in direzione grillina.
La sortita di Alfano che ne ha chiesto le dimissioni prova non solo la distanza dalla maggioranza che lo aveva selezionato l'agosto del 2015 ma evidenzia la profondità del legame con la formazione immaginata dalla buon'anima di Casaleggio. Il consigliere Freccero ed il presidente della Vigilanza, Fico, sono stati i più risoluti nel prendere le difese del direttore generale di viale Mazzini. Non è stato un caso, nè la prima volta.
Nel quartier generale del Pd ne sono assolutamente consapevoli e da mesi è scattato l'allarme rosso. Solo Filippo Sensi, il ventriloquo di Renzi adesso messo a sorvegliare Gentiloni, continua a difendere la scelta del capo, dell'ex sindaco di Firenze. Con lui anche Guelfo Guelfi per il tramite dell'altro spin doctor di Renzi, tale Agnoletti. Per il resto tutto il partito democratico è unito nel considerare una sciagura l'esperienza di Campo Dall'Orto.
L'uscita di Alfano, che peraltro non intende arretrare da questa battaglia contro il vertice della Rai, è stata accompagnata dal silenzio imbarazzato del Nazareno. L'idea è di aspettare il risultato delle primarie per poi staccare la spina a questa Rai grillina che, a parte i Tg Sensi, riserva attenzione solo alla rabbia populista cara a Beppe Grillo. Da Massimo Giletti a Nemo, da Gazebo a Mi Manda Rai Tre, è davvero ampio il catalogo dei programmi che fanno da megafono alla propaganda pentastellata. Renzi non vorrà e non potrà cedere al pressing di Alfano e dei suoi stessi compagni di partito.
L'occasione verrà dall'approvazione del bilancio o da un altro passaggio delicato in Consiglio di Amministrazione. Con la sola eccezione della strana coppia Guelfi-Freccero, sono tutti pronti a certificare la fine di Campo Dall'Orto. Nel mezzo ci sono le nomine nelle partecipate, da Rai Way a Rai Cinema passando per Rai Com. Anche qui si vedrà se il direttore generale vorrà continuare a farsi beffa dei suoi (ex) azionisti.