Palazzi & potere
Rai, Campo dall'Orto, Cantone e....Beppe Grillo
Le ultime vicende non hanno lasciato indifferenti i grillini e difficilmente passeranno inosservate anche dalle parti del centrodestra
Il Movimento 5 Stelle aveva deciso tatticamente di sostenere il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, avendo capito che l’ex premier Renzi stava per metterlo alla porta. Adesso, i grillini hanno deciso di fare retromarcia. Come sostenere una Rai indagata dalla Procura di Roma e accusata pesantemente dall’Anac di Cantone? Il presidente della Vigilanza, Roberto Fico, nei giorni scorsi ha avuto modo di leggere la memoria presentata in commissione dal consigliere Paolo Messa, indicato in quota Alfano ma in realtà considerato autorevole in quanto indipendente (era stato votato in tandem da Pd e Ncd). A questi dubbi legati alla questione “onestà”, fondamentale per il Movimento, se ne aggiunge un altro, enorme. Il gruppo dirigente di Campo Dall’Orto ne ha combinata un’altra. E’ riuscito a far sollevare tutto il sindacato unanimemente. Motivo del contendere una comunicazione del Direttore delle Risorse Umane e Organizzazione, Paolo Galletti, con la quale ha spiegato che il Premio di Risultato previsto dal contratto di lavoro e relativo all’anno 2016 sarebbe stato revocato. Salvo però l’impegno dell’azienda ad elargire ai dipendenti una “somma equivalente”. Un pasticcio. Da un lato viene minata la relazione sindacale, adducendo come ragione la gravità della situazione economico-finanziaria della Rai (ma il bilancio non era tutto rose e fiori?), dall’altro vengono comunque spesi 18 milioni di euro che però saranno tassati in modo molto più sfavorevole per i lavoratori. Cui prodest? In tanti si chiedono la ragione di questa decisione. Fatto sta che i sindacati sono sul piede di guerra. L’Usigrai, il sindacato dei giornalisti, ha dichiarato “non accettabile la dichiarazione secondo la quale sarebbe "non più applicabile" la norma contrattuale sul Premio di Risultato” e ha contestato “la definizione di "somma equivalente" trattandosi di un diritto contrattuale del lavoratore, e non certo di una volontaria elargizione dell'azienda”. Ancora più dure le sigle dei lavoratori non giornalisti (due terzi circa di tutti gli occupati Rai). In una nota congiunta delle segreterie nazionali di Cgil, Uil, Ugl, Snater, Libersind e ConfSal, le organizzazioni sindacali parlano di “confusa gestione” e minacciano di “procedere legalmente”. Insomma, una bella bufera. Che non ha lasciato indifferente i grillini ma che difficilmente passerà inosservata anche dalle parti del Pd e del centrodestra.