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Palazzi & potere
Rai, lo spettro dei "tagli" agita viale Mazzini. E la Botteri sogna Bruxelles

Ancora in queste ore continuano gli spifferi sulla lunghissima riunione del Cda Rai di ieri (che continuerà domani). Riunione piuttosto burrascosa a quanto si apprende. A parte i palinsesti, che saranno chiusi venerdì e che saranno molto a trazione grillino-leghista (con la forte irritazione del Pd che definisce Salini "l'ultimo dei Mohicani") a scaldare gli animi su al settimo piano sono state le prese di posizione di alcuni consiglieri in quota Centrodestra. Che, all'inizio delle riunione, considerendo anche i conti non buoni della Rai, hanno addirittura paventato il rischio di dover mandare a casa migliaia di lavoratori della televisione pubblica italiana (c'è chi parla di tremila). Sono volate parole grosse, anche nei corridoi. Rita Borioni e Laganà si sono opposti, ricordando che la Rai si finanzia con il canone ed ha come azionista il Ministero dell'Economia. Quindi lo Stato. "In periodo di ripartenza dopo il Covid, che messaggio daremmo all'Italia? Che anche lo Stato licenzia" si è sentito urlare nel piano nobile di Viale Mazzini. Altro che piano di rientro per far fronte alle criticità di bilancio dei prossimi: si rischia lacrime e sangue. Preoccupatissimo il consigliere Riccardo Laganà "per i tagli sia esterni sia interni, con interventi sui costi piu' o meno fissi che, se gestiti male o non gestiti, potrebbero incidere sui lavoratori". Chissà come finirà. Anche perché un possibile tema all'ordine del giorno di venerdì potrebbe essere l'uso che l'AD Salini intende fare delle "prime utilizzazioni" (cioè di coloro che per la prima volta vengono contrattualizzati in Rai e devono ricevere l'ok proprio dall'Ad) che  l'allora Presidente Maggioni bloccò nel 2017 ai tempi di Campo dall'Orto (che invece avrebbe preferito introdurre nuove risorse professionali). Infatti, per la realizzazione dei nuovi programmi, se  confermate le indiscrezioni , vi potrebbero essere molte prime utilizzazioni degli  esterni a  scapito delle risorse interne (e sulla faccenda si è messo di mezzo pure il Presidente Barachini con una lunga lettera inviata a  Foa e a Salini). Naturalmente parliamo di conduttori, autori  e staff, tutto questo a scapito di chi è stato già stabilizzato con regolare contratto.

Intanto, sono in molti a scommettere che  già si sa come finirà la corsa per il prestigioso posto di corrispondente a Bruxelles. Se sono vere le voci che vogliono Giovanna Botteri in corsa (pare che voglia lasciare la Cina) poco ci sarà da fare per Donato Bendicenti (stimatissimo da David Sassoli) e Marilù Lucrezio che ambivano alla poltrona. Il curriculum della Botteri è inavvicinabile per chiunque.

 

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