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Palazzi & potere
Rai, mi costi, ma quanto mi costi? Il prezzo da pagare a Matteo


Tra i dipendenti Rai c'è chi ormai la definisce la 'maledizione del martedì sera'; per anni, dal 2002 al 2014 gli ascolti di quella serata sono stati dominati da Rai 3 con Giovanni Floris e il suo Ballarò ma, dopo il divorzio di Floris con la tv di Stato (rottura che secondo molti è avvenuta per volere di Matteo Renzi) e il suo passaggio a La7 le cose, inutile negarlo, sono decisamente cambiate.

Il primo sfidante di Floris sul canale verde della Rai è stato Massimo Giannini, durato due stagioni, la seconda peggiore della prima e anche lui silurato, si dice, per volere di Matteo Renzi causa posizioni troppo critiche verso il suo governo; dopo l'addio di Giannini è il turno di Gianluca Semprini, già giornalista per Sky e assunto, in tempo di blocco dei contratti, non senza polemiche. Semprini con Politics e Mi Manda Rai3 a seguire, appositamente spostato al martedì sera avrebbero dovuto, secondo i vertici, ristabilire l'ordine naturale delle cose, ossia riportare gli ascolti a Mamma Rai. Quindi Floris abbattuto? Non esattamente: Politcs dura la bellezza di quattro mesi e fa ascolti ben al di sotto delle aspettative, registrando uno share sempre più basso e oscillante tra il 2 e il 3%, parallelamente il DiMartedì di Floris nella puntata post referendum costituzionale del 6 dicembre 2016 registrava uno share del 10%. Insomma, uno smacco clamoroso per la Rai che però non demorde e ci riprova spostando Gerardo Greco con il suo Agorà dalla mattina alla prima serata del martedì, seguendo una strategia da "presidio" in attesa del ritorno di Bianca Berlinguer, l'ex direttrice del TG3 che con Cartabianca, sempre secondo i vertici di Viale Mazzini, dovrebbe rilanciare e possibilmente vincere la sfida con La7 e Floris. Nel frattempo la partita Agorà vs DiMartedì vede il secondo in vantaggio, anche se gli ascolti del programma Rai sono decisamente migliori rispetto ai precedenti.

Il 21 febbraio dovrebbe essere la data della rimonta, la Berlinguer parte con Cartabianca ed effettivamente la puntata d'esordio si conclude con una quasi pareggio, caso unico però; le successive nove puntate vedono calare lo share di Cartabianca che si risolleva leggermente solo nella seconda parte delle puntate dove si abbandona la politica e si da spazio ad attori e volti noti della Rai.

In sintesi, la battaglia vede la tv di Stato in difficoltà e sonoramente sconfitta da La7 e Floris; il conto è anche salatissimo, con cinque programmi messi in palinstesto (Ballarò, Politics, Mi Manda Rai 3, Agorà e Cartabianca); per ognuno uno studio nuovo con allestimenti e scenografie, autori ed inviati sempre differenti a cui, ovviamente, sommare il cachet dei conduttori. Giannini e Semprini tra l'altro non erano nemmeno risorse interne. Il conto di tutto ciò? Ammonta a svariati milioni di euro, provenienti, non scordiamolo, dal canone pubblico.

Nel giorni in cui Campo Dall'Orto viene messo in discussione dalla politica e in particolare dal PD i soliti bene informati sostengono che nel cahiers de doléances ci sarebbero anche i flop di ascolti realizzati da Rai3 al martedì sera, secondo qualcuno perfino la zarina Bianca Berlinguer sarebbe in bilico: la domanda, in caso di siluramento o di abbandono sarà solo una: chi avrà il coraggio di sfidare nuovamente Giovanni Floris?

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